“Se la transizione ecologica fosse un’atleta sarebbe un maratoneta, non sarebbe un centometrista”
Abbiamo una posizione geografica, e dovremmo averla invece politica, industriale, immersa nel Mediterraneo, però, avendo perso la seconda guerra mondiale, noi ci siamo ritrovati come dice Lucio Caracciolo, non millanto: “aggrappati alle Alpi con le spalle al mare”.
Avevamo bisogno della dimensione atlantica e ci siamo dimenticati il Mare Nostrum, la nostra dimensione marittima, ed eccoci qui a parlare di un paese amarittimo. Noi ci troviamo di fronte alla più grande sfida epocale dello shipping, la transizione, come diceva il dottor Cesare d’Amico, senza avere delle competenze amministrative marittime, avendo smembrato l’amministrazione del nostro paese: Ministero della Marina mercantile, Ministero dei trasporti e della navigazione, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e oggi come si chiama? Infrastrutture e mobilità sostenibile… ma perché il petrolio o il carico secco fa mobilità, si muove? No si trasporta!
Allora, rispondo: ci vogliono le competenze.
Le tre parole chiave “ethos logos e competenze” “etica, pensiero ma poi ci vogliono le competenze”. Bisogna mettere in mano le competenze a chi conosce il nostro mondo e a chi lo vuole conoscere ancora di più, cominciando dai giovani, come diceva il dottor Cesare d’Amico, che si vanno a formare nelle nostre scuole e nei nostri istituti superiori.
Vedete, se la transizione ecologica fosse un’atleta sarebbe un maratoneta, non sarebbe un centometrista.
Per fare una maratona bisogna sviluppare i muscoli nella loro lunghezza, nella loro fluidità, non bisogna fare i primi trenta metri veloci, perché se poi non trovi rifornimento, se non trovi il combustibile del futuro, non arrivi in fondo alla maratona.
E allora la nostra sfida in questo momento è per certi aspetti quasi impossibile: ci viene chiesto di utilizzare dei carburanti alternativi che ancora non ci sono. Noi siamo un settore “hard to beat”, “difficile da battere”, dipendiamo dai fossili. Ecco rispondo allora la domanda: alcuni strumenti, per esempio per passare dal tutto strada al mare, all’intermodalità, il mare bonus, ecco quegli strumenti sono importanti perché incentivano la scelta del mare.
Ma per fare questa scelta del mare, sia a livello industriale sia a livello della comunità nostra, dobbiamo avere la consapevolezza di rimettere il mare al centro del nostro Paese”.
Luca Sisto
Direttore generale Confitarma
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