Genova. “In un Paese in cui nessuno, dalla pubblica amministrazione alle banche, si assume rischi, anche un bambino dell’asilo avrebbe capito, o dovuto capire, che inserire nella circolare applicativa del superbonus edilizio una norma che chiama a una responsabilità in solido tutti gli anelli della catena di cessione dei crediti fiscali, si sarebbe tradotta in un blocco totale dell’unica vera misura, l’ormai famigerato 110% che ha funzionato, rivitalizzando un settore trainante dell’economia del Paese, creando posti di lavoro, consentendo il recupero del patrimonio immobiliare, e fornendo gettito fiscale extra allo Stato”.
A intervenire sulla paralisi del Superbonus e della reazione a catena che sta negativamente innescando anche in Liguria, provocando il blocco di cantieri, fermando lavori che non potranno essere conclusi e spingendo alcuni proprietari di immobili a indebitarsi per garantire liquidità alle imprese edili e consentire l’ultimazione di lavori in corso, è Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria.
“È inutile – afferma Ferraloro – nascondersi dietro un dito. L’imposizione di una responsabilità in solido, di tutti gli attori che insistono sulla catena di cessione del credito, ha spinto le banche ad adottare la soluzione più semplice, per capirsi quella da bancari e non da banchieri: bloccare qualsiasi cessione per non incorrere in corresponsabilità per eventuali crediti farlocchi. E ciò nonostante che fin dall’inizio le stesse banche si fossero iper-tutelate affidando a soggetti consulenziali esterni, iper-pagati, due diligence su ogni singola operazione”.
Ma per il presidente di Ance Liguria riesce difficile pensare che questo tipo di reazione sia giunta inattesa e inaspettata per chi nella pubblica amministrazione ha inserito la norma sulla responsabilità in solido. “Norma – conclude Ferraloro – che solo una nuova regola, di segno opposto inserita nel decreto aiuti bis, pare in corso di definizione, nel Paese dell’assoluta incertezza e discontinuità del diritto, potrebbe esorcizzare nei suoi effetti più devastanti. A patto che molte aziende, e purtroppo anche i dati della nostra regione non sono incoraggianti, siano ancora in grado di attendere”.
Source: genova24.it
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