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Superbonus 110% anche per ristoranti e agriturismi: sanatorie edilizie più facili – Corriere della Sera

Il governo valuta l’estensione e la semplificazione del superbonus 110% per la riqualificazione energetica degli edifici, per renderlo «più efficace» Possibile anche che si intervenga anche nel meccanismo delle sanatorie edilizie, che oggi devono essere effettuare prima dell’intervento che dà diritto allo sgravio fiscale. Lo ha annunciato al «question time» al Senato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. «Al momento si può accedere all’ecobonus al 110% in caso di difformità edilizie solo mettendosi prima in regola – ha detto ancora Cingolani -. Fermo restando che sono decisioni che dovranno essere prese d’intesa con il mistero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, occorrerà trovare un adeguato punto di equilibro tra una semplificazione delle procedure di accesso al superbonus e la lotta al fenomeno dell’abusivismo. Mi impegno al più presto a parlare con i ministeri coinvolti e a darvi risposta».

Nel piano nazionale di ripresa e resilienza

«L’ecobonus è una misura importante nel Pnrr che stiamo definendo quindi è necessaria questa riflessione per fare in modo che diventi una misura molto efficace». La materia è allo studio del governo su più fronti: «L’ampliamento del superbonus al 110% agli edifici strumentali d’impresa (ristoranti, alberghi, agriturismi, ndr.) potrebbe essere complesso. Ma lavoreremo su questa cosa, e mi impegno a discuterne con il Ministero dell’Economia».

Si studia la proroga

Anche il sottosegretario alla Transizione ecologica, Vannia Gava (Lega), al termine di un incontro al ministero con il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, ha aperto la strada a un intervento sul superbonus: «Il governo lavora alla proroga del super bonus del 110%, alla semplificazione del sistema dei permessi e dei certificati di impatto ambientale e di quelli per le bonifiche delle aree inquinate, che devono poter essere rapidamente reindustrializzate o restituite ai cittadini. Per evitare nuove calamità, è altrettanto necessario investire risorse in opere pubbliche che aumentino la resistenza del territorio che appare sempre più fragile ed esposto al rischio idrogeologico». «La rigenerazione urbana non solo renderà più sicure e più belle le nostre città — ha detto ancora Gava —, ma può essere uno straordinario volano per l’economia italiana che, nei prossimi mesi, deve assolutamente ripartire. Siamo al lavoro per approvare misure che possano essere stimolo e sostegno al mercato dell’edilizia privata, che avranno effetti positivi non solo sul mercato del lavoro in un momento di grande difficoltà, ma anche sull’impatto ambientale, sulla resistenza antisismica e ridurranno infine l’inquinamento».

La richiesta dei costruttori

Dal canto loro i costruttori riuniti nell’Ance insistono sulla necessità di proroghe e semplificazioni sul superbonus 110%, uno «strumento strategico» che «comincia ora ad avere buoni riscontri sul mercato, soprattutto negli ultimi mesi (a fine marzo erano stati realizzati interventi realizzati per circa un miliardo di euro). Le iniziative sono però rallentate» — ha detto il presidente dell’Ance, Gabriele Buia in commissione parlamentare per la Semplificazione — «e rischiano poi di essere bloccate, dall’incertezza sulla durata dei benefici e da alcune lungaggini burocratiche. È quindi necessario decidere oggi la proroga del Superbonus, nell’attuale impostazione, almeno fino a fine 2023, nell’ambito del Recovery Plan». Prioritarie, per l’Ance, «appaiono anche le esigenze di semplificazione per favorire l’accesso ai benefici fiscali, in particolare la verifica preventiva della conformità urbanistica o il miglioramento di classificazione energetica per gli immobili vincolati, e accelerare i tempi di recupero del credito per evitare l’incidenza sulla liquidità delle imprese».

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