In arrivo una nuova versione (semplificata) del superbonus al 110 per cento. L’obiettivo è di dare un taglio alla burocrazia e di velocizzare i tempi di attuazione degli interventi, ancora al palo. La misura introdotta l’anno scorso finora infatti non è decollata, proprio per via degli iter autorizzativi troppo lenti e del labirinto di adempimenti nel quale è necessario addentrarsi al momento. Per accelerare il superbonus s’interverrà sulle asseverazioni: la soluzione che il governo ha pronta, ma che con ogni probabilità non troverà spazio nel decreto Covid, prevede che per una larga parte degli immobili nel perimetro dell’agevolazione, ossia quelli che necessitano di lavori di manutenzione e non di ristrutturazione, non sarà più necessaria la dichiarazione di conformità urbanistica-edilizia, ma basterà una semplice Cila, la comunicazione di inizio lavori asseverata, per avviare gli interventi. Risultato? «Oggi l’accesso agli atti per l’asseverazione di conformità urbanistica-edilizia richiede in certi Comuni fino a quattro mesi, bisogna passare dagli sportelli unici per l’edilizia e i loro archivi cartacei, una complicazione che rappresenta un freno non da poco per la maxi detrazione», spiegano dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.
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Soddisfatta pure l’Ance. Così Gabriele Buia, presidente dell’associazione nazionale dei costruttori edili, che al Messaggero spiega: «L’obiettivo del superbonus è troppo importante per farlo naufragare a causa delle lungaggini burocratiche. La verifica della conformità urbanistica degli edifici sta non solo rallentando le pratiche in corso per le difficoltà delle amministrazioni di smaltire il lavoro, ma rischia di impedire a quasi metà delle famiglie l’accesso al beneficio. Insomma, bisogna semplificare subito le modalità di accesso al superbonus, il che non significa autorizzare o sanare gli abusi, ma evitare che alcune difformità, presenti in tanti edifici, impediscano a tutti i condòmini di migliorare la sicurezza e i consumi energetici della propria casa». La modifica al superbonus in dirittura di arrivo rappresenta una svolta per l’80 per cento degli immobili che hanno potenzialmente diritto alla detrazione, tra cui circa un milione di condomini, che non necessitano di essere demoliti e ricostruiti, ma solo d’interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, spiegano sempre i tecnici del Consiglio nazionale degli architetti. «Inoltre in questo modo», proseguono gli esperti del consiglio, «il carico di lavoro che grava sugli sportelli unici per l’edilizia diventerà minore e con ogni probabilità ciò si rifletterà positivamente anche sui tempi per le asseverazioni sulla conformità urbanistica per ecobonus e sismabonus, che continueranno a essere dovute». Non si tratta dell’unica soluzione al vaglio del governo per snellire il superbonus al 110 per cento, ma è una di quelle a cui si guarda con maggiore interesse.
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I DATI
I dati in possesso dell’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, del resto parlano chiaro: uno su tutti in particolare, quello relativo agli edifici condominiali che hanno ricevuto l’ok ai lavori con il superbonus, 530 su 1,2 milioni, una goccia nel mare. Per gli edifici unifamiliari (circa 3.600 interventi autorizzati) e le unità immobiliari indipendenti (2.381 interventi) i numeri invece sono più confortanti perché nel loro caso recuperare la dichiarazione di conformità urbanistica risulta più semplice per una serie di questioni meramente tecniche. Tra gli sponsor del nuovo superbonus figura anche la Lega che nei giorni scorsi ha fatto notare che la maxi-detrazione così com’è strutturata adesso rischia di diventare in realtà un boomerang e perciò ha chiesto di semplificare al più presto le norme che ne regolano gli aspetti procedurali, fiscali e autorizzativi. «Si tratta di un classico esempio di complicazione normativa in danno dei cittadini, come dimostrano i pochissimi cantieri che hanno preso il largo», aveva tuonato il leghista Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze alla Camera, chiedendo d’investire sui controlli ex post per stanare gli eventuali furbetti del superbonus anziché calcare la mano su quelli alla fonte. Ma come detto le modifiche al superbonus non riguarderanno solo le asseverazioni e a quanto trapelato porteranno anche all’ampliamento della platea degli edifici che hanno diritto all’agevolazione.
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