La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 28 aprile
2022 della Legge 27 aprile
2022, n. 34 di conversione del Decreto Legge n. 17/2022
(Decreto Bollette) porta in dote il quindicesimo intervento del
legislatore che riguarda a vario titolo il superbonus 110% e il
meccanismo di cessione del credito.
Superbonus 110% e cessione del credito: le modifiche
normative
Non come memoria storica ma per evidenziare le complessità che
il mondo delle costruzioni sta vivendo da maggio 2020, è utile
mettere in ordine le modifiche arrivate agli articoli 119 e 121 del
Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio):
- il Decreto-Legge 14 agosto
2020, n. 104 (Decreto Agosto) convertito con modificazioni
dalla Legge 13
ottobre 2020, n. 126; - la Legge 30 dicembre
2020, n. 178 (Legge di Bilancio 2021); - il Decreto-Legge 22 marzo 2021,
n. 41 (Decreto Sostegni) convertito con modificazioni dalla
Legge 21 maggio
2021, n. 69; - il Decreto-Legge 6 maggio 2021,
n. 59 convertito con modificazioni dalla Legge 1 luglio
2021, n. 101; - il Decreto-Legge 31 maggio 2021,
n. 77 (Decreto Semplificazioni-bis o Governance PNRR)
convertito con modificazioni dalla Legge 29
luglio 2021, n. 108; - il Decreto-Legge 11 novembre
2021, n. 157 (Decreto anti-frode) abrogato dalla Legge di
Bilancio 2022 (in vigore dal 12 novembre al 31 dicembre 2021); - il
Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022); - il Decreto-Legge 27 gennaio
2022, n. 4 (Decreto Sostegni-ter) convertito con modificazioni
dalla Legge 28 marzo
2022, n. 25; - il Decreto-Legge 25 febbraio
2022, n.13 (Decreto Frodi) abrogato dalla Legge di conversione
del Decreto Sostegni-ter; - il Decreto-Legge 1 marzo 2022, n. 17 convertito con
modificazioni dalla Legge 27 aprile
2022, n. 34 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge).
Tralasciando i correttivi del biennio 2020-2021, sono quelli
arrivati nel 2022 che rischiano seriamente di far fallire
professionisti e imprese, sempre più ricchi di crediti fiscali e
poveri della liquidità necessaria alla sopravvivenza di qualsiasi
operatore economico.
Le modifiche del Sostegni-ter
Dalla pubblicazione del Sostegni-ter e con le modifiche al
meccanismo di cessione del credito, è ormai evidente che il clima
di fiducia dei principali players nazionali impegnati nell’acquisto
delle detrazioni sia diminuito considerevolmente. Lo dimostra la
decisione di Poste Italiane di non acquistare più crediti indiretti
(da sconto in fattura) o il blocco di CDP e di molti istituti
bancari.
Aver previsto dei limiti alle possibili cessioni e dei soggetti
acquirenti, ha evidentemente ridotto la capienza fiscale
disponibile di chi questi crediti dovrà portarli in detrazione. Una
conseguenza tanto ovvia, quanto è difficile pensare che il
legislatore non ne abbia previsto gli effetti.
Alle primissime preoccupazioni post Sostegni-ter che aveva
limitato ad una la cessione del credito indiretta, il legislatore
ha risposto:
- prima con il D.L. n. 13/2022 che ha aumentato a due le
ulteriori cessioni; - poi con la legge di conversione del Sostegni-ter che ha rimesso
al suo interno (per diminuire i tempi per la conversione in legge)
i contenuti del D.L. n. 13/2022; - per ultimo con la Legge n. 34/2022 che, convertendo in legge il
Decreto Bollette, ha aggiunto la possibilità per le banche in
relazione ai crediti per i quali è esaurito il numero delle
possibili cessioni (le ulteriori due), di un’ulteriore cessione
esclusivamente a favore dei soggetti con i quali abbiano stipulato
un contratto di conto corrente, senza facoltà di ulteriore
cessione.
Disposizioni che entrano in vigore l’1 maggio 2022 e che
verosimilmente cominceranno a produrre i loro effetti (se ci
saranno) solo a giugno (banche ed istituti di credito dovranno
comprendere bene queste modifiche e fare le loro valutazioni prima
di esporsi con dei prodotti finanziari).
In tutto questo, Governo e Parlamento non hanno ancora fatto
fronte al blocco arrivato dai due principali acquirenti di bonus
fiscali: Poste e CDP. Ovvero due società partecipate dallo Stato
che avrebbero dovuto giocare un ruolo fondamentale.
Problematiche
In Parlamento è in discussione la legge di conversione del
Decreto Legge n. 21/2022 (Decreto Energia) che, tra le altre cose,
dovrebbe prevedere una nuova modifica al meccanismo di cessione del
credito che consentirà alle banche di vendere il credito ai propri
correntisti.
Se questa sia la soluzione definitiva al clima tesissimo in cui
si sono ritrovati professionisti e imprese, lo sapremo bene che
vada solo ad agosto 2022. Nel frattempo, il 29 aprile 2022 è
scaduto il termine per comunicare la cessione dei crediti maturati
nel 2021, scadenza che per le partite IVA (ovvero chi ha praticato
sconto in fattura) è stata prorogata a ottobre 2022.
In realtà, prescindendo dagli effetti, ciò che professionisti e
imprese si augurano, soprattutto oggi che è la festa di tutti i
lavoratori, è che il Legislatore valuti bene le prossime mosse, dia
la possibilità a chi lavora di chiudere dignitosamente le commesse
in atto e pianifichi meglio una nuova stagione per l’edilizia,
in cui la parola d’ordine dovrebbe essere solo: chiarezza e
stabilità normativa.
Qualsiasi ulteriore intervento che riguardi la cessione e le
tempistiche rimarrà sempre inadeguato se ne sarà necessario uno
nuovo.
A tutti voi buon 1° maggio e #unpensieropositivo
Gianluca Oreto
Source: lavoripubblici.it
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