Secondo un’indagine effettuata dal Centro Studi CNA gli interventi di ristrutturazione garantiti anche dalla misura del Superbonus 110% stanno aiutando a risollevare il settore edilizio, ma d’altro canto stanno causando un’impennata dei prezzi per le materie prime.
Gli interventi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare e soprattutto il Superbonus 110% stanno risollevando il settore dell’edilizia dalla crisi economica già presente nel campo, aggravata dall’emergenza Covid. Queste misure tuttavia stanno causando anche un’impennata nell’aumento dei prezzi delle materie prime, con il rischio di diminuire i vantaggi portati dalle agevolazioni.
La rilevazione è stata effettuata all’interno dell’indagine “La ripresa del settore delle costruzioni tra agevolazioni e aumenti delle materie prime”, condotta dal Centro Studi CNA, a cui cui ha partecipato un campione rappresentativo di imprese artigiane impiegate nel settore edile.
Impatto positivo del Superbonus 110%
Secondo il 57% delle imprese intervistate l’introduzione delle misure agevolative sta avendo un impatto positivo sulla filiera delle costruzioni, con picchi del 65,9% nel comparto dei serramenti e del 64,2% nelle imprese con oltre dieci dipendenti.
“Oltre a dare un impulso alla domanda nella filiera delle costruzioni, gli incentivi stanno avendo un effetto benefico anche sulla organizzazione delle imprese, mettendole nelle condizioni di accrescere competenze e ‘catalogo'” si legge nel comunicato di CNA.
Secondo i dati dell’indagine il 33,7% ha ampliato il ventaglio dell’offerta di lavori e servizi, il 27,8% ha assunto nuovo personale e il 23,3% sta sperimentando nuovi fornitori.
Impennata nei prezzi delle materie prime
Se da un lato queste misure hanno agevolato il settore a risollevarsi, dall’altro hanno fatto aumentare in modo sproporzionato i prezzi delle materie prime. Il 79% delle imprese intervistate segnala aumenti nei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature rispetto ai corsi di un anno fa.
In particolare nel settore delle costruzioni gli aumenti principali riguardano i metalli (+20,8%), i materiali termoisolanti (+16%), i materiali per gli impianti (+14,6%) e il legno (+14,3%).
Il 72% delle imprese addebita la fiammata dei prezzi, in parte o del tutto, ai comportamenti speculativi della catena di fornitura.
Quali sono i rischi per il sistema
Con l’aumento sproporzionato dei prezzi il settore rischia di rendere vano l’obiettivo delle misure poste in atto per l’edilizia.
“Il 51,5% delle imprese di installazione impianti, il 58,3% del settore edilizio e il 64,6% della serramentistica già accusano diminuzione dei profitti a causa dell’aumento dei costi di produzione. Le altre imprese, per ora, cercano di attenuare i danni rinegoziando i prezzi applicati alla clientela o rivolgendosi al mercato per trovare nuovi fornitori” continua il comunicato.
In conclusione, quasi il 70% delle imprese teme una riduzione dell’effetto espansivo delle agevolazioni che, per una impresa su cinque, potrebbe assumere una dimensione davvero significativa.
A dicembre 2020 un emendamento alla Manovra approvato in commissione Bilancio prevede il via libera alla proroga del Superbonus al 110% fino al 30 giugno 2022, ma il fatto che nei sei mesi successivi si potranno completare i lavori estende la proroga a tutto l’anno.
Source: it.sputniknews.com
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.