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Superbonus 110%, CNA: “Ridurre gli incentivi, non la platea” – Prima Saronno

L’associazione di categoria di micro e piccole imprese lancia una “controproposta” alla limitazione del Superbonus ai soli condomini. “Non è così che evitano distorsioni e speculazioni sui prezzi”

Le ipotesi di riformulazione del Superbonus, lasciando l’accesso alla misura per la riqualificazione energetica degli edifici ai soli condomini, non convince il CNA Lombardia (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) secondo la quale rischia di danneggiare micro e piccole imprese del settore edilizio.

Superbonus solo per i condomini?

Superbonus fino al 2023 ma solo per i condomini. La modifica della misura attivata dopo la prima, e più dura, fase dell’emergenza Covid sta riuscendo a scontentare tutti. Almeno in Lombardia. La posizione del Vicepresidente della Commissione Finanze della Camera Giovanni Currò (M5S) è stata chiara:

“Una scelta miope che rappresenta un danno per la Lombardia”. 

Ma anche il mondo delle imprese ha accolto con freddezza, scetticismo e un po’ di timore la notizia dell’accordo trovato nella maggioranza di Governo. Secondo Giovanni Bozzini, presidente di CNA Lombardia, “la proroga del Superbonus è positiva ma la limitazione della platea è eccessiva e troppo sfavorevole alle micro e piccole imprese del settore”.

Questione di conti

Perchè non prorogare il Superbonus tale e quale ad ora? Semplice, costa troppo. Sebbene non vi siano dubbi sulla necessità di riqualificare l’edificato di tutto il Paese, incentivarlo sostenendone completamente i costi (con tanto di 10% in più) con le casse dello Stato è enormemente dispendioso e apre, tra l’altro, a distorsioni e speculazioni che si insinuano nelle buone, ottime, intenzioni della misura drenando risorse e assorbendo soldi pubblici.

Speculazioni come interventi antieconomici (che costerebbero cioè più di quanto sarebbero in grado di rendere) e distorsioni come rialzi dei prezzi dovuti all’eliminazione delle dinamiche “naturali” di regolazione dei prezzi: al di là delle carenze di materie prime infatti, chi guarda al conto se si sa che “paga qualcun altro”, in questo caso lo Stato?

Problemi che il CNA riconosce, ed è per questo che la proposta dell’associazione di categoria non è una proroga del Superbonus così com’è ora ma una sua “correzione”. Che non passi, però, dal restringimento della platea che può usufruirne.

“Comprendiamo le esigenze del bilancio dello Stato soprattutto in tema di sostenibilità del debito, ma ci sono altre soluzioni per mantenere i conti in ordine senza frenare la logica espansiva della Manovra – spiega Bozzini – Diamo stabilità agli strumenti in campo”.

Anche perchè tagliar fuori dalla misura monofamiliari, plurifamiliari e i funzionalmente indipendenti ridurrà sicuramente i costi, ma mantenendo tutti i limiti e le “falle” della misura.

La proposta del CNA

Cosa propone dunque il CNA Lombardia? Il delegato in materia di efficienza energetica, Enea Vercesi, parte sottolineando che “non è così (limitando gli incentivi ai condomini) che si evitano distorsioni e speculazioni nella catena dei prezzi. Non vanno sottovalutati inoltre sia il surplus di gettito fiscale, sia benefici per l’occupazione sia gli effetti sui consumi indotti dal volume di business che si sta generando per la stragrande maggioranza delle imprese”.

Meno incentivi ma per tutti

Da una parte l’esigenza di ridurre i costi e i difetti del Superbonus, dall’altra quella di non frenare gli interventi. La proposta del CNA Lombardia è di ridurre l’incentivo dal 110% a una quota tra il 95 e il 100%, mantenendo l’attuale platea “omnia”. In questo modo, salvo che per il limite superiore del 100% di intervento pubblico, il privato dovrebbe tra l’altro compartecipare alla spesa portandolo a guardare con maggiore attenzione la convenienza reale dell’investimento (seppur minimo) e ai prezzi proposti dal mercato.

“Un autogol l’eliminazione del bonus facciate”

Parlando di Superbonus e bonus edilizi, l’altro punto critico sottolineato dal CNA è l’eliminazione del Bonus Facciate. “Rischia di essere un vero e proprio autogol“, avverte il Segretario Regionale del CNA Stefano Binda.

In questo caso, a venire particolarmente danneggiati dalla cancellazione del bonus sono le imprese più piccole e i centri storici. Le prime perchè sono quelle che, solitamente, lavorano di più grazie ai “bonus minori”, che richiedono interventi più ridotti e hanno una minore complessità burocratica. I secondi perchè il Bonus Facciate spingeva sulla riqualificazione proprio degli edifici dei centri storici dove normalmente pensare a una sistemazione è un calvario di carte, commissioni, progetti e quant’altro.

“Il mancato aggiornamento di tale bonus – sottolinea Binda – creerebbe di fatto una sperequazione a sfavore di molte classi di edifici. Spesso per esempio nei centri storici non è possibile fare il cappotto”.

Rischio di interventi a metà

“Va inoltre ricordato – conclude Pasquale Diodato, delegato per la Rigenerazione Urbana del CNA – che tali tipologie di bonus sono soprattutto utilizzati anche in ‘combinato disposto con altri’ (sempre nel rispetto della mancanza di sovrapposizione) e quindi la loro mancanza potrebbe comportare interventi parziali che a volte potrebbero anche inficiare l’intervento complessivo stesso, con effetti deleteri proprio ai fini di quella riqualificazione urbana e dei borghi che auspichiamo come anello della crescita”.

Source: primasaronno.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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