Le imprese sono preoccupate. Ma nemmeno le banche dormono sonni tranquilli. Le continue inversioni a «U» delle norme sulla cessione dei crediti e sullo sconto in fattura hanno mandato il settore nel caos. Nei cassetti fiscali ci sono bloccati, secondo i dati rilasciati dal ministero dell’Economia, oltre 5 miliardi di euro. Significa cantieri fermi. O peggio, imprese che hanno effettuato lavori scontando in fattura il credito ma che ora non riescono ad incassare i soldi perché le banche hanno chiuso i rubinetti. Ma se quelle imprese non incassano, rischiano di fallire.
Spunta lo scambio crediti-Btp
E allora diventa un problema anche per le banche, che si troverebbero in pancia crediti incagliati. Una spirale perversa che in qualche modo va interrotta. Ma come? Il decreto aiuti, il provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 maggio scorso, ha dato alle banche la possibilità di cedere il credito anche alle imprese clienti di grandi dimensioni che hanno debiti nei confronti del Fisco e che, quindi, avrebbero la possibilità di compensare i crediti derivanti dai Superbonus. La misura però, per ora non sembra funzionare. Più che altro per il timore degli istituti di credito che il governo o il Parlamento possano ancora modificare, in peggio, le norme.
Le banche, insomma, hanno adottato una posizione attendista.
Ma cosa attendono esattamente? In realtà una strada per uscire dall’impasse ci sarebbe. E sarebbe stata indicata proprio dal sistema bancario. L’idea è semplice: permettere alle banche di utilizzare i crediti derivanti dal superbonus e dagli sconti in fattura delle imprese clienti, per comperare Btp decennali. Una sorta di uovo di Colombo. I soldi usati per finanziare la misura rientrerebbero nelle casse dello Stato attraverso l’acquisto di titoli pubblici da parte delle banche. Una misura che aiuterebbe il collocamento dei Btp in una fase complessa come quella attuale, in cui la Bce sta per chiudere i programmi di acquisto dei titoli sovrani che fino ad oggi hanno sorretto il debito pubblico italiano.
LA PROPOSTA
Questa proposta ha già trovato posto tra gli emendamenti al decreto aiuti in discussione alla Camera. Ed è stata sottoscritta un po’ da tutti i gruppi parlamentari, dal Movimento Cinque Stelle alla Lega. E sarà inserita anche tra gli emendamenti che i gruppi parlamentari dovranno segnalare entro martedì prossimo per il voto in commissione. «La proposta», spiega al Messaggero Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della normativa sul Superbonus, «viene direttamente dal sistema bancario ed è largamente condivisa dal Parlamento. Così come è articolata», prosegue Fraccaro, «permetterebbe di risolvere il problema serissimo delle imprese con i cassetti fiscali pieni e dall’altro aiuterebbe il mercato dei titoli di Stato. In questo momento», secondo il deputato del Movimento Cinque Stelle, «la priorità è non far fallire le imprese che hanno creduto nello Stato e che adesso si sentono tradite da continue modifiche in peius». In realtà la possibilità per le banche di acquistare Btp con i crediti fiscali derivanti dal Superbonus, non è l’unica norma presente tra gli emendamenti al decreto aiuti per provare a sbloccare di nuovo il meccanismo degli sconti in fattura da parte delle imprese. Tra le altre modifiche proposte c’è anche l’allargamento della possibilità della quarta cessione del credito, autorizzando le banche a trasferirlo anche ad imprese clienti più piccole, quelle con fatturato a partire dai 50 mila euro. Resta da capire cosa vorrà fare il governo. Mario Draghi ha da tempo chiarito il suo pensiero sul Superbonus («non sono d’accordo»). Ma potrebbe fare di necessità virtù e accettare lo scambio crediti-Btp.
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Source: ilmessaggero.it
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