PERUGIA – Paolo Moressoni, a nome del Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Perugia, torna sull’argomento del Superbonus 110% anche in virtù degli ultimi drammatici aggiornamenti secondo i quali imprese e professionisti sono in attesa di cessione oltre 5 miliardi di euro di crediti fiscali che le banche, a causa delle restrizioni operate sul tema dal Governo, non sono in grado di acquistare.
“Appare evidente che le istituzioni, tutte, ci hanno abbandonato oppure, nella migliore delle ipotesi, sono distratte. Forse non si rendono conto che la situazione è talmente grave che, per fare un parallelo, c’è bisogno di soccorrere una persona che ha un malore ma nessuno si avvicina: ci troviamo davanti ad una vera e propria omissione di soccorso. Anzi sono tutti lì a guardarne l’agonia!” spiega Moressoni. “Giacciono -prosegue – in valutazione all’interno dei portali delle società di consulenza incaricate dalle banche stesse di valutare la bontà degli interventi che si vogliono attivare, decine di migliaia di proposte. Sta di fatto che a fronte di questa situazione, in queste ore, stanno arrivando agli indirizzi dei richiedenti comunicazioni in cui gli istituti di credito non sono più disposti ad acquisire la cessione. Per questo, oltre al danno, ovvero aver già predisposto progetti, acquistato materiali, impegnato imprese, stipulato polizze, vi è la beffa che tutto finisce con un niente di fatto. Chi rimane con il cerino in mano? Innanzitutto è bene chiarire sin da subito che non si tratta di cerino ma di un enorme carico di tritolo e si trova principalmente nelle mani di imprese, professionisti, fornitori ma anche di semplici cittadini. Il tema è che se non si disinnesca questa bomba l’intera filiera delle costruzioni italiana esploderà. E mentre le imprese più importanti possono beneficiare ancora di plafond concessi in precedenza dagli istituti, e la cessione da parte dei privati, fino a qualche ora fa, era ancora accettata, quella di noi professionisti è bloccata! Ovunque e da mesi!”.
IL CASO SISMABONUS
“Non servono fini analisti – sottolinea Moressoni – per evidenziare che il nostro mondo è passato da non avere sufficiente lavoro ad averne un’enormità e comunque non vedere migliorata la propria condizione economica… È doveroso evidenziare che molti istituti di credito si stanno allontanando anche dal finanziamento della Ricostruzione post sisma 2016 che anche in questo caso si basa sulla cessione del credito d’imposta delle banche. Vorrei ricordare che la sola ricostruzione del centro Italia (senza contare che in questo momento sono attive ricostruzioni post sisma in Emilia, cratere Aquilano e numerosi altri minori… ) colpito dal sisma 2016 costerà almeno 22 miliardi di euro. Se si pensa che gli stanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) a sostegno dei Superbonus ammontano a 19miliardi di euro, ben si comprende quale dovrebbero essere le riflessioni da fare sul tema e soprattutto quali proposte avanzare. Tutti devono sapere che ogni anno in Italia si spendono in media 3,5 miliardi di euro per finanziare le varie ricostruzioni. Allora ci si domanda perché invece di diffondere dati alterati sulle frodi sui Superbonus non di evidenziano quelli sopra riportati? Perché si osteggia anche il Sismabonus che consentirebbe di mettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio e al contempo si eviterebbero immani tragedie? Perché non si evidenzia, per esempio, che il salto di due classi energetiche porta ad un risparmio in bolletta di circa il 40%? Perché non sottolineiamo che il consumo in combustibile per un’abitazione in classe G è maggiore di 160 kWh/mq anno, mentre una in classe ‘A’ è minore di 30 kWh/mq? Perché non si informano i cittadini che dovendo rispettare per il super eco-bonus 110, il cosiddetto decreto requisiti, sostanzialmente tutti gli edifici saltano almeno 4 classi e la maggior parte di loro raggiunge la classe ‘A’? Perché non dice che se si aggiungono agli interventi suddetti i pannelli fotovoltaici e gli accumuli il consumo delle abitazioni si avvicina allo zero? Perché non si è mai evidenziato che un immobile in classe ‘A’ vale in media il 25% in più rispetto allo stesso in classe ‘C’? Figurarsi poi di uno in classe ‘G’…”
“E mentre arriva il plauso sulla misura arrivato da Bruxelles, – afferma ancora Paolo Moressoni – la stessa comunità europea ha dato l’ok all’erogazione della prima rata del Recovery Fund anche grazie all’aver dimostrato di averla fatta funzionare. Non solo, ha inserito il meccanismo dei super-bonus nelle buone pratiche e ne ha suggerito l’applicazione a tutti i paesi della comunità europea invitando a renderla duratura nel tempo. Ed in tutto questo, nel nostro bel Paese si continua a introdurre norme limitative, senza riuscire a risolvere i problemi, ma mettendo a rischio cantieri che invece funzionavano benissimo. Al contrario sarebbe necessario affiancarli con un quadro legislativo semplice che non inneschi timori e scadenze ravvicinate. Evidentemente sfugge che questi sono cantieri! Sono imprese che lavorano, operai che si danno da fare e tecnici che cercano di dare il proprio impulso! È necessario, quindi, che il governo riprenda voce e ci dica una volta per tutte cosa si intende fare di questa misura. Ma se intende interromperla è bene che comunque metta a punto misure di compensazione per il lavoro che è già stato svolto”.
“Sta di fatto che i professionisti che hanno lavorato, sulla scorta dei Superbonus, riponendo la loro fiducia sulla stabilità di una misura che invece a più riprese è stata colpita a bordate dal Governo (notoriamente contrario) e rattoppata alla meglio dal Parlamento. Paradossalmente la maggioranza dei parlamentari favorevoli al Superbonus è così ampia da sfiorare l’unanimità. Però in questo momento, evidentemente, è assente o distratta. E qui stiamo morendo per eccesso di credito!”, conclude Paolo Moressoni.
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