Quando si parla di superbonus 110% e cessione dei crediti
edilizi non bisogna mai dimenticare due aspetti. Il primo riguarda
la formulazione originaria degli articoli 119 e 121 del Decreto
Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) previsti e modificati dal
Governo Conte II. Il secondo concerne i correttivi e gli
stravolgimenti arrivati dal Governo Draghi.
Superbonus 110% e cessione dei crediti: tutti i correttivi
Se è pur vero che bonus 110% e cessione dei crediti siano state
due misure emergenziali nate in un momento storico di grande crisi
mondiale dovuta alla pandemia, è altrettanto chiaro che chi ha
scritto i due articoli del Decreto Rilancio avrebbe dovuto spendere
qualche minuto in più per verificarne i contenuti che si sono
dimostrati immediatamente pieni di errori da correggere in
corsa.
Ma solo chi fa sbaglia. Nel caso del Governo Conte II, in carica
dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021, si è provveduto a
risolvere i primi problemi con 3 provvedimenti normativi:
3 provvedimenti che hanno provato a colmare qualche vuoto
normativo, a risolvere (ma non ci sono riusciti) il problema degli
abusi edilizi negli edifici plurifamiliari e a prorogare le
scadenze iniziali. Dal 13 febbraio 2021 è arrivato il Governo
guidato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha avuto
modo di incidere su questa materia con 16 correttivi e più
precisamente con:
- il Decreto-Legge 22 marzo 2021, n. 41 (Decreto Sostegni)
convertito con modificazioni dalla Legge 21 maggio
2021, n. 69 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - il Decreto-Legge 6 maggio 2021,
n. 59 convertito con modificazioni dalla Legge 1 luglio
2021, n. 101; - il Decreto-Legge 31 maggio 2021,
n. 77 (Decreto Semplificazioni-bis o Governance PNRR)
convertito con modificazioni dalla Legge 29
luglio 2021, n. 108; - il Decreto-Legge 11 novembre
2021, n. 157 (Decreto anti-frode) abrogato dalla Legge di
Bilancio 2022 (in vigore dal 12 novembre al 31 dicembre 2021); - il
Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022); - il Decreto-Legge 27 gennaio
2022, n. 4 (Decreto Sostegni-ter) convertito con modificazioni
dalla Legge 28 marzo
2022, n. 25; - il Decreto-Legge 25 febbraio
2022, n.13 (Decreto Frodi) abrogato dalla Legge di conversione
del Decreto Sostegni-ter; - il Decreto-Legge 1 marzo 2022, n. 17 (Decreto Bollette)
convertito con modificazioni dalla Legge 27 aprile
2022, n. 34 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - il Decreto-Legge 21 marzo 2022, n. 21 (Decreto energia)
convertito con modificazioni dalla Legge 20 maggio
2022, n. 51 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - il Decreto-Legge 30 aprile 2022, n. 36 (Decreto PNRR 2),
convertito con modificazioni dalla
Legge 29 giugno 2022, n. 79 (modifiche arrivate dopo la
conversione in legge); - il Decreto
Legge 17 maggio 2022, n. 50 (Decreto Aiuti), convertito con
modificazioni dalla Legge 15 luglio
2022, n. 91; - il Decreto-Legge 21 giugno 2022 n. 73 (Decreto Semplificazioni
fiscali), convertito con modificazioni dalla Legge 4 agosto
2022, n. 122 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge).
Correttivi che, fino al Decreto Semplificazioni-bis, sono
serviti a migliorare e semplificare la misura, salvo poi arrivare a
settembre 2021 quando la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle
Entrate hanno rilevato le tanto chiacchierate frodi sui bonus
edilizi. Da qui una campagna mediatica è montata indistintamente
contro tutti i bonus edilizie e contro il meccanismo della cessione
dei crediti, principale artefice delle frodi fiscali (secondo il
Governo e la stampa generalista).
La realtà
Da settembre 2021 il Governo Draghi è immediatamente intervenuto
con il primo Decreto antifrode che (giustamente) ha esteso a tutti
i bonus edilizi utilizzati con sconto in fattura o cessione del
credito gli stessi meccanismi di controllo pensati per il
superbonus.
Il grandissimo errore del Governo Conte fu, infatti, quello di
estendere le misure di cui all’art. 121 del Decreto Rilancio anche
ai bonus senza limiti di spesa o meccanismi di controllo (bonus
facciate ed ecobonus tradizionale in testa).
Con il D.L. n. 157/2021 (disposizioni poi riprese dalla Legge di
Bilancio 2022) il Governo Draghi ha effettivamente risolto il
problema delle frodi fiscali. E qui si sarebbe dovuto e potuto
fermare.
Dopo la Legge n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022) sono, invece,
arrivati altri 9 correttivi che hanno stravolto il vero motore che
ha tenuto a galla il comparto dell’edilizia nel biennio 2020-2021:
il meccanismo delle opzioni alternative alla detrazione fiscale
(sconto in fattura e cessione dei crediti).
Dal blocco ai tentativi di sblocco
Da Decreto Legge n. 4/2022 è partita una rincorsa per trovare
una soluzione ottimale ad un meccanismo perfetto che ha avuto il
difetto (per qualcuno) di creare una moneta virtuale liberamente
scambiabile. Una cessione, due cessioni, poi tre, poi quattro, fino
ad arrivare alla cessione alle Banche che possono rivendere solo ai
loro clienti non consumatori. Nel frattempo, però, da offerte che
prevedevano l’acquisto di 110€ di crediti a 102€, si è passati a
80/85€ con il blocco di CDP e Poste, oltre alle forti limitazioni
da parte delle Banche che nel frattempo hanno cominciato a ridurre
gli acquisti e ad aumentare i controlli.
Il risultato è stato il blocco degli acquisti con la conseguente
crisi economica di professionisti e imprese che avevano puntato
sullo sconto in fattura, salvo poi ritrovarsi con i cassetti
fiscali pieni e zero liquidità.
La responsabilità solidale
A mischiare ulteriormente le carte in tavola è arrivata la
circolare
n. 23/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate che, tra le altre cose,
ha generato più di un dubbio su una disposizione sempre presente
nel Decreto Rilancio: la responsabilità
solidale.
Più di un dubbio è arrivato sulla “diligenza” richiesta dal
Fisco per eliminare la responsabilità solidale da eventuali frodi
fiscali sul credito generato. Soprattutto i profili oggettivi e
soggettivi dell’operazione di compravendita sintomatici della
falsità del credito hanno ricevuto più di una critica da parte di
tutti gli operatori.
Per questo motivo, si è chiesto al Governo e al Parlamento di
intervenire. Mentre il Governo ha deciso di non apportare alcuna
modifica né con il Decreto Semplificazioni fiscali (e la sua legge
di conversione) né con il Decreto Aiuti-bis, la conversione in
legge di quest’ultimo potrebbe portare alcune importanti
novità.
Gli emendamenti al ddl di conversione del Decreto
Aiuti-bis
Nell’attesa che il 6 settembre il Senato avvii la discussione
sul ddl di conversione del Decreto Legge n. 115/2022 (Decreto
Aiuti-bis), segnaliamo la presentazione di alcuni emendamenti che
riguardano proprio l’art. 121 del Decreto Rilancio proprio per “stemperare” la responsabilità solidale dei fornitori e dei
cessionari.
Tra questi emendamenti, alcuni chiedono una piccola ma
importante modifica alle lettere a) e b), comma 1, dell’art. 121,
del Decreto Rilancio. In particolare:
- alla lettera a), è aggiunto, alla fine, il seguente periodo:
“La necessaria diligenza dei soggetti che acquistano i crediti
dagli intermediari finanziari ai sensi del presente articolo, è
sempre dimostrata nel caso in cui tali soggetti non abbiano mai
avuto alcun ruolo nell’origine e nella fruizione di tali crediti,
prima di detto acquisto”; - alla lettera b), sono aggiunte, alla fine, le seguenti parole:
“La necessaria diligenza dei soggetti che acquistano i crediti
dagli intermediari finanziari ai sensi del presente articolo, è
sempre dimostrata nel caso in cui tali soggetti non abbiano mai
avuto alcun ruolo nell’origine e nella fruizione di tali crediti,
prima di detto acquisto”.
Due modifiche grazie alle quali sarebbe più semplice la verifica
della diligenza da parte dei fornitori che hanno praticato lo
sconto in fattura o dei cessionari che hanno acquistato il
credito.
Non si sa bene che fine faranno questi emendamenti e se il
Parlamento riuscirà a portare avanti le richieste provenienti dal
comparto delle costruzioni o se preferirà chinare il capo alle
decisioni già prese dal Governo dimissionario che sul superbonus e
la cessione dei crediti ha già fatto capire il suo
orientamento.
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