“Cosa proponi sul superbonus 110%?“. È una domanda che
mi sono sentito fare tante volte nel corso di questi 22 mesi che ci
separano dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto
Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Superbonus 110%: cosa è cambiato
Rispondere a questa domanda non è affatto semplice ma,
probabilmente, il modo migliore è analizzare il percorso che ci ha
condotto verso l’attuale situazione delle detrazioni fiscali del
110%. Un percorso non esattamente lineare in cui il legislatore,
vuoi per inesperienza, cattiva conoscenza o necessità, è
intervenuto con 7 Decreti Legge, 4 leggi di conversione e 2 leggi
di Bilancio, che hanno in parte corretto alcuni vuoti normativi ed
in parte cambiato completamente la filosofia del bonus, soprattutto
delle sue modalità di utilizzo tramite opzioni alternative.
Senza entrare nel metodo dei Decreti Legge spesso blindati dalla
Commissione Bilancio del Senato a cui è seguito solo il voto di
fiducia della Camera, una considerazione va fatta. Dopo il Decreto-Legge 31 maggio 2021,
n. 77 (Decreto Semplificazioni-bis) convertito con
modificazioni dalla Legge 29
luglio 2021, n. 108, il superbonus 110% non ha più subito
modifiche significative.
Da agosto 2021, tecnici, imprese e contribuenti hanno un quadro
normativo stabile che, anche a seguito di 197 risposte fornite
dall’Agenzia delle Entrate, consente a tutti di sapere più
approfonditamente vari aspetti su cui si è ragionato tanto, tra i
quali:
- cos’è una unità immobiliare autonoma (accesso autonomo e
indipendenza funzionale); - quali sono i requisiti minimi da rispettare per accedere
all’ecobonus 110% e al sismabonus 110%; - come si calcolano i limiti di spesa per i vari soggetti
beneficiari; - le spese ammissibili;
- l’orizzonte temporale (in alcuni casi non è stato chiaro
neanche questo); - la ripartizione delle spese in condominio;
- cosa accade in caso di frazionamento o accorpamento delle unità
immobiliari; - quando e come allegare l’asseverazione necessaria per accedere
al sismabonus 110% - il processo edilizio e fiscale da seguire.
Un grande merito del superbonus 110% riguarda anche il fatto che
dalla sua nascita tutti sono venuti a conoscenza dell’art. 49 del
d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) che vieta l’utilizzo di
detrazioni fiscali per interventi su immobili che presentano degli
abusi.
Ma, il problema principale è che per arrivare ad avere piena
conoscenza e un quadro normativo stabile sul “processo superbonus”
abbiamo dovuto attendere 15 mesi dalla pubblicazione del Decreto
Rilancio.
Se il superbonus 110% fosse partito con il quadro normativo e le
conoscenze accumulate fino a settembre 2021, tre anni sarebbero
potuti essere un arco di tempo sufficiente per portare avanti gli
interventi in serenità. Nulla di quanto accaduto.
Le misure antifrode
Solo a seguito del Semplificazioni-bis il superbonus 110% si è
messo a correre generando numeri mai visti nell’ultimo decennio.
Corsa che, unita alla fretta di arrivare al traguardo, ha ingolfato
il settore delle costruzioni e generato truffe che hanno, però,
riguardato soprattutto i bonus edilizi che accedevano al meccanismo
delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del
credito) senza alcuna misura di controllo.
Controlli arrivati con il Decreto Legge n. 157/2021 e poi con la
Legge n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022). A questo punto il
sistema avrebbe potuto procedere fino alla naturale scadenza, nel
frattempo modificata dalla Legge di Bilancio 2022 con la modifica
all’art. 119, comma 8-bis del Decreto Rilancio.
Il meccanismo di cessione del credito
Ma anche nulla di questo è accaduto. A distanza di un anno dal
suo insediamento (arrivato il 13 febbraio 2021), il Governo in
carica ha deciso di cambiare completamente ciò che aveva reso
possibile e applicabile il superbonus 110%: il meccanismo di
cessione del credito.
Ed è bene dirlo subito: il primo meccanismo di cessione del
credito non è era esente da macroscopici errori come è altrettanto
evidente che le piattaforme dell’Agenzia delle Entrate, dell’Enea e
degli stessi Sportelli Unici per l’Edilizia, avrebbero dovuto
essere integrate e strutturate bene sin dal principio al fine di
ridurre a zero gli errori e le frodi fiscali. Il Legislatore
dimentica sempre che dovrebbe preparare il “terreno” su cui
edificare nuove misure che richiedono adempimenti e controlli.
Fatto sta che il primo meccanismo di cessione del credito, visti
i numeri pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, ha funzionato
consentendo anche ai contribuenti senza capienza fiscale di
intervenire sui loro immobili.
Ma, non aver rilevato immediatamente le criticità del meccanismo
di cessione soprattutto relativamente ai bonus fiscali senza
controllo (bonus facciate ed ecobonus ordinario in testa), ha
rappresentato il grimaldello che ha consentito all’attuale Governo
di scardinare il meccanismo delle opzioni alternative che, dopo i
Decreti Legge n. 4/2022 e n. 13/2022, ne è uscito con le ossa
rotte.
Il futuro dell’edilizia e delle detrazioni fiscali
È così che un po’ da tutti i principali soggetti interessati è
arrivata la duplice richiesta di intervenire sul percorso di
conversione in legge del D.L. n. 4/2022 per modificare nuovamente
le disposizioni previste e prorogare le scadenze imminenti.
Richieste sacrosante che prendono in considerazione i 3 mesi di
passione in cui a seguito degli ultimi provvedimenti d’urgenza, il
sistema si è paralizzato.
Ma, è questo il modo corretto di procedere?
Siamo certi che continuare a prorogare il superbonus 110% non
alimenterà ulteriormente un sistema normativo iperstatico con nuove
modifiche in corso d’opera? Che Governo e Parlamento non siano
d’accordo è fatto noto a tutti. Proprio per questo motivo potrebbe
essere più utile avviare un serio confronto parlamentare che
termini con una legge o una delega al Governo per preparare il
tanto discusso testo unico sulle detrazioni fiscali. Magari unito
ad una riforma della normativa edilizia, troppo ancorata a
paradigmi del passato che non esistono più.
Il biennio 2020-2021 non ci ha portato solo il superbonus 110% e
le opzioni alternative, credo che l’esperienza accumulata sui bonus
fiscali possa essere un ottimo punto di partenza verso quello che
professionisti, imprese e contribuenti cercano da tempo: stabilità
e pace normativa.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.