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Superbonus 110% e detrazioni fiscali edilizia: il vero crack è rendere strutturale la cessione del credito – Lavori Pubblici

Il 30 marzo 2021 le Commissioni Bilancio e Politiche dell’Unione
europea del Senato hanno approvato la relazione sulla Proposta di “Piano nazionale di ripresa e resilienza” in cui si parla dei 750
miliardi di euro previsti dal Next Generation EU
(NGEU), che il nostro Paese dovrà spendere in
aggiunta al Quadro finanziario pluriennale (QFP) per gli anni
2021-2027.

Speciale Superbonus

Il PNRR, il Superbonus e le opzioni alternative

All’interno della relazione non poteva mancare un accenno alle

detrazioni fiscali previste per il settore edile
che
negli ultimi anni hanno tenuto a galla il mercato. E in questo
accenno non poteva mancare il superbonus, la detrazione fiscale del
110% prevista dal Decreto Rilancio.

Negli ultimi mesi non si è fatto altro che parlare di superbonus
e della sua proroga oltre quanto previsto dalla Legge di Bilancio
2021 (ancora in attesa di conferma da parte delle Commissioni
europee). Ciò di cui non si è parlato, però, è delle
opzioni alternative alla fruizione diretta della
detrazione fiscale.

Stiamo parlando delle misure previste in modo diffuso per tutte
le detrazioni fiscali in edilizia (2020 e 2021 per
tutte e 2020, 2021 e 2022 per il superbonus) dall’art. 121
del Decreto Legge n. 34/2020
(Decreto
Rilancio
):

  • lo sconto in fattura operato dai fornitori di
    beni e servizi, fino ad un importo massimo del costo degli
    interventi e con possibilità successiva di cessione ad altri
    soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari
    finanziari;
  • la cessione del credito ad altri soggetti,
    anche in questo caso compresi gli istituti di credito e gli altri
    intermediari finanziari.

Due opzioni che hanno davvero fatto svoltare il settore. Perché
se è vero che la detrazione fiscale è uno strumento che consente di
abbattere i costi, è altrettanto chiaro che la può essere fruita
solo da chi ha la possibilità di spendere e da chi ha la capienza
fiscale per portare in detrazione le spese.

Sconto in fattura e cessione del credito hanno invece aperto le
porte a tutti: dagli incapienti, ai soggetti senza capitali che con
le due opzioni hanno cominciato a sondare la possibilità di
intervenire sulle loro abitazioni utilizzando i diversi strumenti
fiscali messi a disposizione.

Semplificazioni, conferme e nuove disposizioni

E proprio su questa consapevolezza, tra le misure previste nella
relazione del Senato si è manifestata l’esigenza di adottare
ulteriori misure volte a:

  • aggiornare il Testo Unico delle disposizioni legislative e
    regolamentari in materia;
  • rendere strutturali lo sconto in fattura e la cessione del
    credito;ù
  • prevedere misure di semplificazione quali, ad esempio:
    • costituire un portale unico in cui i contribuenti e
      professionisti possano effettuare tutte le comunicazioni
      necessarie;
    • approvare appositi formulari cui i professionisti possano far
      riferimento e attenersi.

Source: lavoripubblici.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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