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Superbonus 110% e Legge di Bilancio 2022: no al ridimensionamento – Lavori Pubblici

Dopo l’assegnazione in Commissione Bilancio al Senato è chiaro
che il futuro delle detrazioni fiscali del 110% (ma anche del bonus
facciate) si deciderà sul gong del 31 dicembre 2021. Ovvero solo
dopo che Camera e Senato (con ogni probabilità con voto di fiducia
ad un testo blindato dal Governo) daranno il via libera definitivo
al testo della Legge di Bilancio 2022.

Superbonus 110%: il ddl di Legge di Bilancio 2022

E se il buongiorno si vede dal mattino, è chiaro che dopo le due
bozze di disegno di legge circolate e quella arrivata al Senato, le
prospettive per un orizzonte temporale più ampio per il superbonus
risultano piene di insidie e molto ridotte.

Pur essendo vero che il Governo ha previsto un’estensione della
scadenza per condomini ed edifici plurifamiliari (che dovrebbero
essere equiparati), è chiaro che i paletti posti per la proroga per
i soggetti beneficiari “persone fisiche” (quindi edifici
unifamiliari e interventi trainati), ridimensionano notevolmente le
possibilità di utilizzo del superbonus 110%.

Per quanto riguarda i soggetti beneficiari di cui all’art. 119,
comma 9, lettera b) (persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di
attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari) del
Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), è stato, infatti,
previsto che la proroga oltre il 30 giugno 2022 e fino al 31
dicembre 2022 vale unicamente:

  • se alla data del 30 settembre 2021 risulti effettuata la
    comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) ovvero, per quelli
    comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici,
    risultino avviate le relative formalità amministrative per
    l’acquisizione del titolo abilitativo;
  • oppure per gli interventi effettuati su unità immobiliari
    adibite ad abitazione principale, di persone che hanno un ISEE non
    superiore a 25.000 euro annui.

Vincoli che di fatto renderanno inutilizzabile il superbonus non
solo per le unifamiliari ma anche per gli interventi trainati
realizzati da singole persone fisiche a seguito di intervento
trainante realizzato dal condominio, per il quale il ddl di
Bilancio 2022 ha stato previsto un orizzonte temporale più ampio
(al 31 dicembre 2023).

Superbonus 110% e Legge di Bilancio 2022: il commento di
Legambiente

Tra i soggetti che hanno evidenziato la necessità di rivedere i
contenuti del disegno di legge di Bilancio, Legambiente. “Il
governo Draghi sul Superbonus sta sbagliando di grosso: fermi il
suo ridimensionamento e lo corregga per portarlo avanti nel
migliore dei modi. Il Superbonus
– dichiara Stefano Ciafani,
presidente nazionale di Legambiente – è infatti, ad oggi,
l’unica misura concreta messa in campo per raggiungere gli
obiettivi di riduzione dei gas climalteranti al 2030, che permette
anche di contrastare il problema crescente della povertà
energetica. Quanto ne è cosciente il governo? Poco o nulla e gli
argomenti con cui è stata trattata la proroga della misura ne sono
la triste conferma. Quanto previsto dal Consiglio dei Ministri è
infatti, più che la trasformazione del 110% in una politica
strutturale d’incentivo all’efficientamento energetico delle case
dei cittadini, l’annuncio della fine della stessa al 2023. E non è
stata cancellata da subito solo perché ci sono in ballo gli
interessi delle grandi imprese, da quelle energetiche agli istituti
di credito, sull’efficientamento dei condomini, per i quali sono
stati “benevolmente” concessi altri due anni. Mentre vengono
cancellati da subito gli interventi più piccoli che interessano
solo le famiglie e le imprese artigiane
”.

Superbonus 110% e Legge di Bilancio 2022: le domande di
Legambiente

Le dichiarazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanza,
Daniele Franco, a cui hanno fatto seguito quelle del Ministro della
transizione ecologica, Roberto Cingolani, hanno evidenziato da una
parte l’insostenibilità economica del superbonus 110% e dall’altra
i costi eccessivi della transizione ecologica.

Dichiarazioni che hanno generato alcune interessanti domande da
parte di Legambiente:

  • come sono stati fatti i conti alla base delle scelte del
    Governo?
  • a parte l’esborso dello Stato nella forma del credito alle
    famiglie, sono stati considerati i maggiori introiti provenienti
    dai profitti legati al rilancio dell’edilizia e dall’emersione dal
    nero di molti lavori di ristrutturazione?
  • perché vengono omesse le maggiori tasse pagate da un mondo
    fatto di industrie, imprese edili, artigiani, professionisti, che
    nel giro di pochi mesi ha visto aumentare esponenzialmente volume
    d’affari e numero di occupati come non si vedeva da vent’anni?
  • ma, soprattutto, la contabilità del ministro tiene conto dei
    costi del mancato efficientamento del nostro patrimonio
    edilizio?
  • qual è la stima anche solo dei disastri degli ultimi anni?
  • il Governo mette in relazione le due questioni?
  • e infine, se un incentivo così sostanzioso all’efficientamento
    del patrimonio edilizio italiano viene valutato insostenibile,
    quali altre misure per raggiungere gli obiettivi del 2030 il
    Governo ritiene più sostenibili?

Secondo Legambiente “prima di abbandonare l’unica misura
finora messa in campo, infatti, bisognerebbe proporre una o più
alternative
”.

Superbonus 110: le disposizioni da migliorare

L’attuale normativa sul 110% è però una misura tutt’altro
che perfetta e andrebbe modificata in alcune parti. Non
esclude
– spiega Ciafani – ad esempio il sostegno alle
fonti fossili, come nel caso delle caldaie a gas. È ingiusta perché
esclude le case prive di impianto termico fisso, e quindi le
famiglie più povere, nonché una parte importante del patrimonio
edilizio del Sud d’Italia che è fatto di abitazioni che sono
riscaldate con impianti meno efficienti e pericolosi, quali stufe a
gas ed elettriche e che, proprio per questo, sarebbe più utile e
sicuro rendere efficienti
.
È tanto farraginosa da renderne complicato l’accesso a gran
parte delle famiglie e alle piccole imprese. La sua farraginosità
aumenta a dismisura lo spazio per gli abusi della burocrazia e non
garantisce affatto una maggiore trasparenza e un maggior controllo
sulle truffe. Disincentiva (rendendoli molto più complicati) gli
interventi più performanti e coraggiosi, incentivando, di
conseguenza, i progetti minimali, tesi esclusivamente a raggiungere
il risultato minimo per l’accesso all’incentivo. Non prevede infine
un accesso al credito agevolato, limitando molto la possibilità
delle famiglie di usufruirne, è legata al finanziamento di singoli
interventi e non incentiva interventi complessi di rigenerazione
urbana
”.

Detrazioni fiscali, Legambiente: servono delle Norme Tecniche
per il settore

Il commento di Legambiente si conclude con una richiesta
avanzata da tanto tempo: realizzare una sorta di Testo Unico sulle
detrazioni fiscali che riordini l’intera materia e trasformino
l’attuale politica di sostegno al settore delle costruzioni nel
principale intervento per la riduzione dei gas climalteranti e di
messa in sicurezza del fragile patrimonio edilizio del nostro
Paese.

Un riordino che possa fornire trasparenza, non discriminare le
famiglie in condizione di povertà energetica, agevolare le famiglie
nell’accesso al credito, rendere più convenienti gli interventi
tesi a raggiungere la massima efficienza energetica. Più che
cancellare il Superbonus, bisognerebbe quindi rilanciare
trasformandolo in una misura strutturale capace di diventare lo
strumento principe anche per la rigenerazione urbana.

Source: lavoripubblici.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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