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Superbonus 110% e limite alla cessione del credito: servono controlli più efficaci – Lavori Pubblici

Continuano le proteste contro le ultime modifiche applicate dal
D.L. n. 4/2022 (Sostegni-ter) alle opzioni alternative previste per
il superbonus 110% e gli altri principali bonus edili.

Superbonus 110% e cessione del credito

Ricordiamo che l’art. 28 del Decreto-Legge 27 gennaio
2022, n. 4
ha modificato chirurgicamente l’art. 121 del Decreto
Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che prevede la possibilità di
utilizzare i principali bonus in edilizia (tra cui superbonus 110%,
bonus facciate, ecobonus, bonus casa e sismabonus ordinari)
mediante le opzioni alternative:

  • sconto in fattura, fino a un importo massimo pari al
    corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato
    gli interventi;
  • cessione del credito d’imposta di pari ammontare, ad altri
    soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari
    finanziari.

In entrambe i casi, dopo lo sconto in fattura, non sarà
possibile più cedere ulteriormente il credito. Quindi:

  • impresa e professionisti potranno scontare le loro prestazioni
    al contribuente e poi rivenderle ad un terzo soggetto che non avrà
    più altra possibilità di cessione;
  • il contribuente potrà cedere direttamente il credito maturato
    ad un secondo soggetto senza che quest’ultimo avrà più possibilità
    di cessione.

Modifiche nate per contrastare il fenomeno diffuso delle
frodi fiscali denunciato dall’Agenzia delle
Entrate e dalla Guardia di Finanza. Ma modifiche che evidentemente
avranno delle ripercussioni anche sui contribuenti “sani”, visto
che il blocco delle cessioni limita anche il numero di soggetti
potenzialmente interessati ad acquistare questi crediti. E le
conseguenze sono sotto gli occhi di tutto in questi ultimi giorni
in cui i principali istituti di credito hanno chiuso i rubinetti
nell’attesa di “capire” meglio delle modifiche che avranno effetto
a partire dai crediti che dal 7 febbraio 2022 sono stati
precedentemente oggetto di una delle opzioni alternative.

Cessione del credito: la nota Inarsind

Sono già tanti i soggetti che hanno criticato questa modifica. A
questi si aggiunge Inarsind con una nota inviata
al Presidente del Consiglio Mario Draghi.

È una norma che, sin dall’annuncio della sua introduzione,
ha prodotto il blocco dei lavori in corso oltre che limitare
oltremodo l’inizio di nuovi”
rileva l’Associazione sindacale
degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti che con
forza ha chiesto al Governo un passo indietro. “Le banche
e gli enti autorizzati a gestire il credito finale
– rileva
Inarsind – intendono cautelarsi rispetto al rischio di
assorbire un surplus di crediti che non potrebbero più cedere; lo
stop alla cessione multipla paralizza di fatto i rapporti
all’interno della filiera, con conseguenti danni agli operatori e
rischio di contenziosi
”.

Si assiste ad un cambiamento in corsa delle regole e
questa, più di altre, è destinata a generare incertezze, alimentare
la confusione, determinare la paralisi
”. Pur concordando con
l’obiettivo di evitare le attività fraudolente e con la legittima e
doverosa preoccupazione che l’effettiva capienza finale del sistema
produttivo sia in grado di assorbire il credito derivante, Inarsind
auspica che tali finalità possano essere conseguite ponendo in
campo soluzioni alternative: più efficaci controlli ed introdurre
la possibilità, in caso di incapienza, di potere diluire più a
lungo nel tempo il credito
”.

Proteste contro il Sostegni Ter: l’Ordine degli Architetti di
Roma

Sull’argomento si è fatta sentire anche la voce dell’Ordine
degli Architetti di Roma e provincia: “Si continua a modificare
la norma sui bonus edilizi: se pensavamo che le modifiche fossero
giunte alla fine, così non è stato
” ha affermato il Presidente
Alessandro Panci, che ha ripercorso le tappe normative sui
bonus edilizi, definendolo “un cammino senza
fine”. “Ci si domanda – aggiunge il Presidente OAR –
se il Governo e i vari uffici che intervengono nel processo
legislativo conoscano i tempi di progettazione e realizzazione di
un intervento edilizio. Come far comprendere che l’attività
edilizia di efficientamento energetico e di miglioramento sismico
necessita di tempi di progettazione e realizzazione, che spesso
durano più del tempo con cui sono state modificate più volte le
norme? Ogni volta che la norma viene modificata si ha la necessità
di verificare cosa questo comporta al nostro intervento e aumentano
le incertezze di noi tecnici e dei cittadini
”.

Il disappunto di professionisti, associazioni di categoria e
Rete Tecnica delle professioni è noto ai più, ma
questo non impedisce i continui cambiamenti. Proprio per questo,
Panci conclude chiedendo “un dialogo con le istituzioni,
affinché i cambiamenti normativi lascino il tempo di terminare le
attività edilizie in corso senza sorprese, per evitare i continui
rallentamenti che i cantieri attualmente aperti subiscono anche a
causa di queste numerose modifiche”
.

Federcostruzioni: il nuovo meccanismo della cessione blocca
tutto il comparto

Anche Federcostruzioni, con l’intervento del
presidente Paola Maroni, ha espresso un giudizio non positivo sulle
nuove restrizioni riguardanti l’utilizzo dei Bonus edilizi: “Il
provvedimento colpisce e danneggia tutti: il mondo imprenditoriale,
fornitori e cittadini, inclusi gli enti che amministrano gli
immobili di edilizia residenziale pubblica. Così si ferma una
macchina in corsa
”.

La chiusura alla circolazione dei crediti rischia di mettere in
crisi il mercato edilizio e non solo: “Dal primo momento mi
sono opposta a questa norma – ha dichiarato la presidente Marone –
perché crea un problema enorme a un mercato che è già partito,
basti pensare che, come riportato dai dati Enea, al 31 dicembre
2021 risultavano incentivati 95.718 interventi edilizi con il
Superbonus 110%, per circa 16,2 miliardi di euro di
investimenti”
.

Per Marone, il rischio è di trovarsi in carenza di liquidità
data la difficoltà a cedere i crediti, soprattutto in relazione a
contratti già stipulati e cantieri già avviati secondo la
precedente normativa. “È chiaro che tutte le misure volte a
contrastare il rischio di frode sono condivisibili, ma questa
colpisce tutti e non solo chi deve essere colpito.Tanti
imprenditori sono in una situazione di enorme difficoltà”
.

Il ruolo della politica

A sostegno delle associazioni di settore, anche il mondo
della politica. “Siamo al lavoro perché il governo ascolti
le preoccupazioni delle mondo dell’impresa e torni indietro
valutando alternative migliori”,
afferma Erica Mazzetti di
Forza Italia. Ribadendo il rischio di blocchi e contenziosi sui
cantieri già avviati, la deputata propone
l’introduzione di strumenti utili a verificare qualità e
operatività delle aziende, il potenziamento di strumenti di
vigilanza sulle operazioni e la limitazione della cessione del
credito, dopo la prima, ad altri operatori finanziari. Conclude
Mazzetti: “Il governo Draghi, che abbiamo sempre sostenuto e
sosteniamo, ha dimostrato di saper ascoltare le ragioni delle
imprese e faremo di tutto perché sia così anche questa volta: le
aziende italiane hanno bisogno di certezze e chi si comporta bene
non deve essere punito per i pochi che infrangono le
regole”
.

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