L’attesa della proroga di superbonus è essa stessa super. Super
nel senso che i dubbi sul futuro delle detrazioni fiscali del 110%,
soprattutto per quel che riguarda alcuni soggetti beneficiari,
stanno già bloccando molti possibili lavori che nel frattempo
avrebbero potuto già partire.
Superbonus 110%: l’attuale orizzonte temporale
L’attuale quadro normativo prevede, infatti, le seguenti
scadenze:
- tutti i beneficiari – 30 giugno 2022
- persone fisiche proprietarie o comproprietarie di edifici da
2-4 unità immobiliari distintamente accatastate – 30 giugno 2022
con possibilità, se a questa data hanno raggiunto il 60% del SAL,
si arrivare al 31 dicembre 2022; - condomini – 31 dicembre 2022;
- IACP – 30 giugno 2023 con possibilità, se a questa data hanno
raggiunto il 60% del SAL, di arrivare al 31 dicembre 2023.
Un bel problema per le “persone fisiche” (art. 119, comma 9,
lettera b) del Decreto Legge n. 34/2020) che, complice il boom di
richieste, la saturazione del mercato e la preferenza delle imprese
di occuparsi dei condomini (dove i margini di guadagno sono
notevolmente diversi), stanno rimanendo al palo per la
riqualificazione degli edifici unifamiliari (quelle che tutti
chiamano “villette”).
Superbonus 110%: cosa prevede la Legge di Bilancio 2022
È così che l’attenzione di tutti si è riversata sul disegno di
Legge di Bilancio 2022 dove al suo interno non poteva mancare un
articolo (il 9) che parla proprio delle proroghe per il superbonus
110%. Un disegno di legge predisposto dal Governo in carica e che
al momento è all’esame del Senato che ha già proposto quasi 500
emendamenti.
Non piace l’attuale formulazione dell’art. 9 del ddl di Bilancio
2022 che sostanzialmente prevede le seguenti proroghe:
- 30 giugno 2022 per l’intervento trainato relativo agli impianti
fotovoltaici; - 31 dicembre 2025 per i condomini e per le persone fisiche
proprietarie o comproprietarie di edifici da 2-4 unità immobiliari
distintamente accatastate, con progressiva diminuzione
dell’aliquota da portare in detrazione:- 110% per le spese sostenute fino al 2023;
- 70% per le spese sostenute nell’anno 2024;
- 65% per le spese sostenute nell’anno 2025;
- 31 dicembre 2022 per le persone fisiche ma limitatamente alle
abitazioni principali e a condizione che il reddito ISEE sia non
superiore a 25.000 euro annui;
oppure 31 dicembre 2022 per le persone fisiche a condizione che
la CILAS o il titolo edilizio siano stati presentati entro il 30
settembre 2021;
- 30 giugno 2023, con possibilità, se a questa data hanno
raggiunto il 60% del SAL, di arrivare al 31 dicembre 2023 per le
cooperative di abitazione a proprietà indivisa (art. 119, comma 9,
lettera d), del Decreto Rilancio) che vengono allineate alla
scadenza prevista per gli IACP.
Superbonus 110%: la relazione dell’Ufficio Parlamentare di
Bilancio
Da giorni è ormai un via vai di dichiarazioni da parte dei
Parlamentari circa il loro impegno a modificare l’art. 9
dell’attuale ddl di Bilancio, prevedendo proroghe senza paletti che
consentano a tutti di poter beneficiare della detrazione fiscale
del 110%.
Non erano sfuggite le dichiarazioni del Presidente
dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), Giuseppe
Pisauro,
ascoltato il 23 novembre 2021 in audizione dalle Commissioni
bilancio di Camera e Senato nell’ambito dell’esame del disegno di
legge di bilancio 2022. Dichiarazioni che sono culminate nel
Rapporto di Bilancio 2022 realizzato dall’ufficio parlamentare di
bilancio e datato 9 dicembre 2021. Un rapporto che ci consente di
fare il punto sul futuro della detrazione fiscale.
Tra le principali misure contenute nel ddl di Bilancio e nel
Decreto Fiscale, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio mette al primo
posto la proroga del superbonus e dell’ecobonus. Interessante la
figura riepilogativa delle proroghe e aliquote applicabili agli
interventi incentivati con il Superbonus negli anni 2020-26.
Interessanti sono, però, i dati all’interno della relazione in
cui si ricorda che l’obiettivo dei fondi stanziati dal PNRR
§(quindi le proroghe) è quello di ristrutturare entro la fine del
2025 oltre 100.000 edifici, per una superficie totale riqualificata
di circa 36 milioni di metri quadri, di cui 3,8 per scopi
antisismici. Complessivamente, tra PNRR e Piano complementare sono
destinati al rifinanziamento del Superbonus 18,513 miliardi (13,95
relativi al PNRR, di cui 10,255 per finanziare progetti in essere,
e 4,564 al Piano complementare e utilizzati per finanziare le
menzionate proroghe). A queste risorse se ne potrebbero aggiungere
di ulteriori, fino a un massimo di 0,32 miliardi, provenienti da
React-EU.
Passando agli aspetti finanziari, la Relazione tecnica valuta in
circa 14,1 miliardi complessivi il costo dei provvedimenti di
proroga del Superbonus, di cui circa 14,7 di erogazioni e 0,6 di
maggiori entrate derivanti dall’emersione di base imponibile. Gli
effetti finanziari risultano protratti su un decennio per la
possibilità di beneficiare della detrazione o del credito di
imposta cedibile relativi al Superbonus in un arco di 5 anni (4
anni per le spese sostenute dopo il 2022), un tempo dimezzato
rispetto a quanto previsto dalla legislazione vigente prima del DL
34/2020 (10 anni). Circa l’82 per cento del minor gettito si
osserverà dal 2025. L’onere maggiore è derivante dalla proroga
dell’applicazione del Superbonus ai condomini, al 110 per cento per
il 2023 e ad aliquota ridotta nel 2024 e 2025, che da sola vale
circa 13,2 miliardi.
Le risorse complessivamente destinate al finanziamento del
Superbonus dalla sua introduzione a oggi raggiungono un importo
pari a 33,3 miliardi. A cui bisogna aggiungere 3,6 miliardi
relativi alla proroga dell’Ecobonus al 65 e al 50 per cento, per un
complesso di 17,4 miliardi di minori entrate fiscali.
Nel complesso, si legge nella relazione, emerge la difficoltà di
prevedere l’effettivo impatto dei maggiori incentivi sulle
decisioni di spesa, circostanza resa più problematica dal fatto che
il Superbonus per la prima volta copre integralmente i costi, con
massimali di spesa agevolabile più elevati rispetto a quelli
previsti per altri interventi di incentivo riguardanti gli
immobili.
Alcuni dati sugli interventi di riqualificazione energetica. Gli
interventi asseverati hanno riguardato un numero relativamente
limitato di unità immobiliari: circa 69.400, di cui 10.339
condomini, che costituiscono lo 0,82 per cento del totale degli
edifici con più di quattro abitazioni22, e 35.542 edifici
unifamiliari, lo 0,54 per cento del totale. L’incidenza dei
condomini interessati dagli interventi è leggermente superiore al
Sud (0,96 per cento), mentre quella per gli edifici unifamiliari è
maggiore al Centro e al Nord (rispettivamente, 0,70 e 0,58 per
cento).
Il perché dell’utilizzo del superbonus
La relazione dell’UPB rileva alcuni fattori sull’utilizzo
differenziato del superbonus:
- l’elevata dimensione della detrazione di imposta riconosciuta e
la possibilità di ricorrere allo sconto in fattura da parte del
fornitore o di usufruire di un credito di imposta cedibile a terzi
ha consentito di accedere agli interventi agevolati anche a
soggetti con reddito relativamente più basso e con problemi di
liquidità; - la crescente domanda di servizi di riqualificazione energetica
potrebbe aver contribuito all’insorgere di tensioni sui prezzi dei
servizi agevolati e delle materie prime. Segnali in tal senso
provengono dagli operatori del settore e dalle rilevazioni Istat
sui prezzi (anche se in ambiti non perfettamente sovrapponibili a
quello degli interventi agevolati). Da queste ultime emergono
evidenze di un surriscaldamento dei prezzi nel settore edile, con i
costi di costruzione dei fabbricati cresciuti da luglio 2020
rispettivamente del 12 per cento per i fabbricati industriali e del
5 per cento per quelli residenziali, mentre sul versante dei prezzi
al consumo non sono rilevati significativi incrementi (+1,3 per
cento dal luglio 2020 a ottobre 2021, circa la metà della crescita
dell’indice generale). In prospettiva, prezzi più elevati
potrebbero, da un lato, spingere ulteriormente le spese verso i
massimali contribuendo a incrementare il costo complessivo per
l’erario e, dall’altro, nel caso di interventi di importo già
prossimo al massimale, ridurre l’entità degli interventi sottoposti
ad agevolazione; - il venir meno del contrasto di interessi tra fornitori e
acquirenti per effetto della completa copertura dei costi da parte
dell’incentivo potrebbe aver influito sui prezzi concordati sui
lavori ammessi e aver accresciuto l’onere complessivo della misura.
Infine, sull’onere complessivo della misura potrebbe aver inciso,
data la generosità della misura agevolativa e la cedibilità a terzi
del credito di imposta, la diffusione di comportamenti fraudolenti.
Al riguardo, l’Agenzia delle entrate ha intercettato diverse frodi
con riferimento alla prima fase di attuazione del Superbonus,
riferite soprattutto a cessioni di crediti inesistenti relativi a
interventi edilizi non effettuati, segnalando l’individuazione di
circa 800 milioni di crediti dei quali risulterebbe “pressoché
certa l’inesistenza”. Proprio al fine di contrastare tali effetti,
in primo luogo, il DDL di bilancio, come menzionato in precedenza,
prevede l’applicazione di nuovi massimali di spesa per specifiche
categorie di beni da individuare con decreti del Ministro della
Transizione ecologica e, in secondo luogo, è stato recentemente
emanato il DL 159/2021 che prevede, tra le altre cose, un generale
rafforzamento dell’attività di controllo da parte dell’Agenzia
anche attraverso verifiche preventive sui profili considerati più a
rischio.
In allegato la relazione completa dell’Ufficio Parlamentare di
Bilancio e per rispondere a chi ci domanda continuamente di sapere
il futuro di questa detrazione o di quella del 90%, chiediamo di
ripetere 3 volte:
per conoscere il futuro di
superbonus e bonus facciate attendiamo che la Legge di Bilancio sia
pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.