TRENTO. Il Superbonus 110% sull’edilizia è una grande opportunità anche per la categoria professionale degli ingegneri, ma al momento è stato più l’interesse a parole che il numero di cantieri nei fatti.
Gian Maria Barbareschi ha presieduto l’ultima assemblea dell’Ordine degli ingegneri trentini (2.800 iscritti, il 10% donne), che ha guidato per quattro anni, dopo altri otto come consigliere nella commissione urbanistica.
A settembre ci sarà l’assemblea elettiva del nuovo direttivo, in cui, complice anche un ricorso al Tar sullo statuto dell’Ordine, dovrebbero trovare più spazio le quote rosa. «Pre analisi e interesse per il Superbonus non mancano – esordisce Barbareschi – ma poi in rari casi sfociano in un cantiere concreto».
Le semplificazioni annunciate, infatti, non sono sufficienti.
La Provincia ha adottato le semplificazioni nazionali su tolleranze costruttive e esecutive, che rischiavano di bloccare l’effetto Superbonus, ma per Barbareschi si poteva avere più coraggio a livello locale. Superbonus che è stato prorogato al 2022 dal governo e che l’assessore provinciale all”urbanistica Mario Tonina auspica si possa protrarre al 2023. «Per noi ingegneri, per vederne l’effetto, sarebbe opportuno prorogare il Superbonus almeno al 2025».
Efficienza termica ed energetica, cappotti, impianti, serramenti stanno trainando il mercato ma il rialzo dei prezzi delle materie prime e l’allungamento dei tempi di produzione preoccupano: «Per avere i serramenti ordinati – spiega Barbareschi – servono anche 4-6 mesi. Il prezzo di legno, acciaio, ferro, come già sottolineato dall’Ance, è schizzato all’insù, anche per speculazioni, e questo rallenta il mercato ora potenzialmente florido. E non permette ai professionisti di garantire costi certi ai committenti».
Tra i nodi critici c’è anche la capacità dei comuni di assorbire le pratiche per il Superbonus, tanto più in epoca Covid, con gli uffici accessibili solo su appuntamento.
«A Trento – aggiunge il presidente degli ingegneri – gli uffici tecnici sono sotto pressione. La digitalizzazione non aiuta, se ci vogliono più di due ore per caricare un progetto su piattaforme ancora macchinose. Domani abbiamo un incontro con il sindaco Franco Ianeselli e l’assessora comunale Monica Baggia per parlarne».
Altra spina nel fianco per gli ingegneri trentini, i lavori pubblici scarsi e a ritmo di lumaca. Provincia poco coraggiosa e timorosa di impugnazioni. Risultato, poca visione e pochi cantieri pubblici.
«Gli ingegneri trentini che lavorano nel settore grandi appalti sono più impegnati fuori provincia e questo è un paradosso» constata amaramente il presidente Barbareschi. E a livello di capoluogo non va meglio. “Il Prg di Trento – taglia corto Barbareschi – è stato timido e molto al di sotto degli obiettivi. Speriamo almeno nell’interramento della ferrovia, per ritessere la città».
Da parte sua l’assessore provinciale Tonina ha garantito attenzione, incentivi provinciali al costruire e riqualificare green l’interesse per un progetto europeo che prevede prodotti bancari specifici connessi all’efficientamento energetico.
L’ingegnere del futuro sarà sempre più tecnologico: «La progettazione in pochi anni si è completamente digitalizzata. Dalla china e dai lucidi si è passati al tridimensionale e oggi alla progettazione integrata». In cui entrano persino le nanotecnologie, ad esempio nei processi chimici per l’impermeabilizzazione dei materiali da costruzione. Appaltati, infine, i lavori per la nuova sede dell’Ordine (oggi in piazza Santa Maria Maggiore) all’ex mensa Santa Chiara: pronto il pre-cantiere. A breve l’inizio dei lavori, che dureranno due anni.
Source: ladige.it
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