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Superbonus 110%: le richieste di Conte (M5S) a Draghi – Lavori Pubblici

Superbonus 110%: le richieste di Conte (M5S) a Draghi - Lavori Pubblici

Si è svolto ieri l’incontro tra il leader del Movimento 5
Stelle, Giuseppe Conte, e il Presidente del Consiglio, Mario
Draghi. Un’incontro il cui l’ex Premier Conte ha consegnato
all’attuale Premier Draghi una lettera in cui ha espresso il
profondo disagio politico che la Comunità del Movimento 5
Stelle sta vivendo ormai da tempo, ancor più acuita dagli
accadimenti più recenti
”.

Gli argomenti della lettera

La lettera consegnata prova ad affrontare le seguenti
problematiche:

  • il reddito di cittadinanza
  • il salario minimo
  • il Decreto dignità
  • il bonus 200 euro
  • la crisi energetica e l’investimento sulle rinnovabili
  • il superbonus 110%
  • il cashback
  • la riscossione delle tasse
  • il sistema-giustizia

Il Superbonus 110%

Relativamente alle detrazioni fiscali del 110% (superbonus)
previste dal Decreto Rilancio il leader stellato ha evidenziato che
il susseguirsi di modifiche normative unite alle dichiarazioni
rilasciate dal Premier in ambito europeo hanno prodotto un clima di
forte sfiducia nei cittadini e negli stessi operatori del settore,
con il risultato che la circolazione dei crediti fiscali di fatto
risulta bloccata, decine di migliaia di imprese sono sull’orlo del
fallimento e molti cittadini”.

“Siamo al paradosso – afferma Conte – Una misura
che era stata universalmente apprezzata da tutte le forze
parlamentari e riconosciuta come virtuosa dalla Presidente della
Commissione europea adesso sta producendo un danno collettivo, che
rischia di costare migliaia di posti di lavoro. Per noi è
assolutamente imprescindibile che si introduca, con la massima
urgenza, una soluzione davvero funzionale, in grado di sbloccare le
cessioni e di consentire il completamento dei lavori
”.

La lettera integrale

Riportiamo di seguito la lettere integrale.

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,

Le scrivo questa lettera per rappresentarLe la condizione di
profondo disagio politico che la Comunità del Movimento 5 Stelle
sta vivendo ormai da tempo, ancor più acuita dagli accadimenti più
recenti.

Le ragioni dell’esistenza stessa del Movimento 5 Stelle sono
gli interessi dei cittadini e il bene del Paese.

Abbiamo sempre posto al centro della nostra azione politica
la difesa dei principi democratici e delle prerogative del
Parlamento contro ogni possibile forma di impoverimento e
mortificazione della sua funzione. Il nostro faro è la transizione
ecologica, quale efficace strategia ambientale, che abbraccia
l’economia circolare, per garantire la salvezza del pianeta e la
preservazione delle biodiversità. Lavoriamo costantemente per
cercare di ridurre le distanze tra i privilegiati e gli ultimi,
alla luce delle molteplici diseguaglianze che, peraltro, sono in
continuo aumento: generazionali, territoriali, di genere.

Il Movimento 5 Stelle, al momento della nascita del Suo
Governo, ha sin dalle prime ore mantenuto una linea di assoluta
responsabilità nazionale, di generosità politica, di consonanza con
le indicazioni del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella.

Abbiamo deciso di non volgere le spalle al Paese, in un
momento in cui era necessario procedere spediti nella campagna
vaccinale e nel completamento del PNRR, dando priorità alla tutela
della salute dei cittadini e al rilancio dell’intero sistema
economico.

Abbiamo lavorato sempre per un confronto sereno sui
problemi, offrendo senza riserva il nostro contributo per pervenire
a soluzioni utili, senza mai creare difficoltà, evitando polemiche
inutili.

Non è stato questo l’atteggiamento di tutte le forze
politiche di maggioranza. Abbiamo subito attacchi pregiudiziali,
mancanze di rispetto, fino a subire invettive intese a distruggere
la nostra stessa esistenza. C’è stata spesso indifferenza rispetto
alle nostre legittime richieste.

Non si può nascondere che il processo politico e la
collocazione nel governo, hanno pesato sul nostro elettorato. Lo
hanno sfibrato e anche eroso.

Ma mai, e sottolineo mai, le ragioni di convenienza di parte
e le valutazioni elettorali hanno offuscato in noi la priorità
assoluta del bene dell’Italia.

*     *    
*

È con questo spirito, signor Presidente, che Le scrivo per
pretendere adesso, a nome della intera Comunità 5 Stelle, un
segnale di forte discontinuità, perché fuori dai palazzi in cui le
istituzioni di governo si riuniscono, nelle case, nelle strade,
nelle fabbriche e negli uffici, sta montando – giorno dopo giorno –
un malessere sociale a cui dobbiamo dare una urgente
risposta.

Già a fine marzo scorso, quando la incontrai a Palazzo Chigi
per esprimerLe la contrarietà della nostra Comunità ad abbracciare
la corsa al riarmo, motivai questa scelta anche con l’urgenza di
concentrare gli interventi e le risorse a sostegno di famiglie e
imprese, alle prese con mille difficoltà dovute al caro-bollette,
all’incremento del costo del carburante, all’esplosione
inflazionistica, alla scarsità di materie prime.

Da allora sono passati oltre tre mesi e la condizione di
famiglie e imprese si è aggravata. L’inflazione ha raggiunto i
livelli elevati degli anni Ottanta e il problema che affligge molti
cittadini non è più come arrivare a fine mese, ma come arrivare
almeno a metà mese.

Ci sono cittadini e imprese che quotidianamente sono
chiamati a operare scelte drammatiche: se pagare le tasse o pagare
le bollette, se pagare l’affitto o pagare i fornitori.

È per questa ragione che, in un contesto così difficile per
i nostri concittadini, non ci sentiamo più di rinunciare a
esprimere e a far valere le nostre posizioni, in nome di una
generica “responsabilità”, che di fatto rischia di coincidere con
un atteggiamento remissivo e ciecamente confidente rispetto a
processi decisionali di cui, purtroppo, veniamo messi al corrente
solo all’ultimo.

*     *    
*

Le abbiamo più volte rappresentato, invano, come non sia
accettabile che il Consiglio dei Ministri sia relegato al ruolo di
mero consesso certificatore di decisioni già prese, con
provvedimenti normativi anche molto complessi che vengono portati
direttamente in Consiglio o, quando va bene, con un anticipo
minimo, comunque inidoneo a consentirne un’analisi
adeguata.

Sono ormai mesi che non si fanno più incontri neppure con i
capi-delegazione delle varie forze politiche di maggioranza per
mettere a fuoco, in via preventiva, i vari nodi politici.

Non è solo questione di metodo. È una questione che incide
fortemente sul merito.

L’assenza di un confronto tra le forze politiche impedisce
quella sana e leale dialettica politica, che consente di prevenire
i conflitti e le contraddizioni e assicura percorsi parlamentari
più sicuri agli atti normativi del governo.

*     *    
*

Signor Presidente, il Movimento 5 Stelle, che ho l’onore di
rappresentare, ha il dovere di esprimere con chiarezza, di fronte
ai cittadini, le proprie posizioni e di difenderle ottenendo,
attraverso il confronto politico, valutazioni non pregiudiziali
delle soluzioni da noi proposte.

Il senso di responsabilità verso il Paese e verso le future
generazioni ci impone di rivendicare con sempre maggiore forza le
nostre idee e le nostre convinzioni contro la guerra, per la pace e
il disarmo espresse, da ultimo, con infinito coraggio e troppa
solitudine da Papa Francesco.

Non possiamo rinunciare alle nostre idee e convinzioni sul
disagio sociale, che impone un sostegno agli ultimi e la lotta alla
povertà, in un momento in cui aumentano le distanze tra il
privilegio e il disagio, tra il lusso e l’indigenza.

Non possiamo rinunciare alle nostre idee e convinzioni per
l’affermazione di una cultura integralmente ecologica e per una
crescita che sia compatibile e funzionale alla difesa e alla
valorizzazione degli equilibri degli eco-sistemi.

Parimenti, non possiamo rinunciare all’idea di un sistema
democratico “aperto”, che contrasti l’involuzione verso derive
elitarie e permetta a tutti i cittadini – attraverso l’intervento
promozionale dello Stato impegnato a rimuovere ogni sorta di
ostacolo – di poter concorrere, a pieno titolo, alla vita politica,
economica, sociale e culturale del nostro Paese.

Per noi sono assolutamente urgenti la promozione e il
sostegno ai produttori veri di ricchezza, alle imprese sane e
legate ai territori, mentre appare necessario contenere le rendite
finanziarie, le speculazioni e le proliferazioni di un’economia di
carta che si sta mangiando quella reale.

Queste idee hanno subito un travisamento malevolo da parte
di molti. Sino ad arrivare a definire le nostre posizioni
riguardanti il contesto internazionale, come anti-atlantiche e
anti-europee.

Vogliamo più che mai, e molto più di altri, essere e contare
in Europa e mantenere la nostra storica alleanza dentro la
Nato.

Il punto è come si sta in queste sedi: con dignità e
autonomia, consapevoli di essere una delle prime democrazie al
mondo, oppure si svolge il ruolo di terminali passivi di decisioni
assunte da altri?

La nostra partecipazione a questi consessi si inscrive nella
logica esclusiva di uno “stare allineati”, oppure c’è la
determinazione a rendere l’Italia protagonista, insieme agli
alleati, di una linea geo-politica che impedisca una insanabile
frattura, con un mondo diviso in due blocchi: da un lato, i Paesi
occidentali, dall’altro lato, il resto del mondo?

*    *    *

Signor Presidente, la nostra Comunità, di fronte
all’aggravarsi della condizione economica di famiglie e imprese, di
fronte all’aumento delle fasce vulnerabili della popolazione, di
fronte all’impoverimento ormai evidente anche del ceto medio, si
aspetta da Lei posizioni chiare e risolutive, in particolare sui
seguenti temi.

1) Con riguardo al Reddito di cittadinanza, non possiamo più
accettare di stare in una maggioranza che, in molte sue componenti,
rivolge attacchi pretestuosi e strumentali a questo minimale
sistema di protezione sociale, scagliandosi vergognosamente contro
le fasce più vulnerabili della popolazione. Abbiamo noi per primi
suggerito e approvato, ancora di recente, significative modifiche
per contrastare eventuali abusi e per incentivare i c.d.
“occupabili” ad accettare le offerte di lavoro. Ma occorre un Suo
chiarimento definitivo, che ponga fine alle continue polemiche, del
tutto irricevibili. Soprattutto non siamo disponibili a considerare
ulteriori restrizioni ancora più penalizzanti, preordinate a
restringere la portata applicativa di questa riforma. Siamo invece
disponibili a valutare soluzioni utili a migliorare il sistema
delle politiche attive, che però riguarda solo una percentuale
modesta dei percettori di reddito, gli “occupabili”. Da questo
punto di vista, la riforma del Reddito di cittadinanza è stata
salutare, perché ha messo in evidenza le carenze e il bisogno di
una radicale trasformazione delle politiche attive. Occorre
procedere alla creazione di una piattaforma nazionale di domanda e
offerta di lavoro, che raccolga tutti i dati dei beneficiari di
prestazioni (non solo percettori del Rdc, ma anche di Naspi,
Discol, Ds agricola etc…) e veicoli queste informazioni alle
imprese, anche mediante notifiche riguardanti il profilo, il
settore, il luogo, in modo da incontrare la relativa domanda da
parte delle aziende. Questa piattaforma deve servire anche ad
anticipare alle aziende le varie agevolazioni, in termini di
esonero contributivo, di cui godrebbero assumendo i percettori di
reddito.

2) L’esistenza di una platea di 4,5 milioni di lavoratori
che hanno buste paga da fame, che ledono la loro stessa dignità,
rende assolutamente urgente l’introduzione del c.d. salario minimo.
È una misura molto diffusa anche in altri Paesi europei. Il nostro
progetto di legge valorizza anche i contratti collettivi di
riferimento e vale a espungere dal sistema i c.d. contratti pirata.
Signor Presidente non riteniamo possibile che questo Esecutivo
rimanga indifferente e non dia chiare indicazioni sulla priorità di
questa riforma, che coinvolge anche giovani e donne, che continuano
a ricevere buste paga indecorose.

3) È ormai prossima la scadenza del termine di sospensione
del c.d. “Decreto dignità”. Il tasso complessivo di disoccupazione,
secondo gli ultimi rilievi, sembra migliorare. Ma se analizziamo
con maggiore attenzione i dati, ricaviamo che è cresciuta la fascia
del precariato, con buona parte dei contratti che non superano la
durata di trenta giorni, e circa il 9,2 % dei contratti a tempo
determinato che hanno la durata di un solo giorno. Non riteniamo
più possibile rinviare, ancora una volta, l’applicazione di queste
norme destinate a contrastare il precariato. Siamo disponibili a
studiare insieme incentivi per favorire le assunzioni a tempo
indeterminato, ma rimane fondamentale che le tipologie contrattuali
a tempo determinato siano collegate a specifiche causali, onde
evitare che continui a dilagare un precariato selvaggio, che
mortifica la possibilità per questi lavoratori di elaborare un
qualsivoglia progetto di vita.

4) Signor Presidente, la crisi in atto richiede un
intervento straordinario, ampio e organico, a favore di famiglie e
imprese. Un bonus da 200 euro non vale a risolvere i gravi problemi
che i nostri concittadini stanno affrontando.

Ieri il prezzo unico nazionale energetico (PUN) è balzato a
400euro/MWh e il gas a 200/MWh. Il trend segnala una crescita
esponenziale incontrollabile. L’Europa è in ritardo ma l’Italia non
può permettersi di inseguire i ritardi dell’Europa.

È assolutamente urgente la riforma dei meccanismi di
definizione del PUN, prendendo in considerazione il costo medio
reale del parco di generazione disponibile (cancellando il c.d.
marginal price).

Le abbiamo chiesto più volte uno scostamento di bilancio. Un
altro percorso per generare idonee risorse finanziarie è
intervenire, con maggiore coraggio e determinazione, nel colpire le
numerose speculazioni che in vari settori di attività (settore
farmaceutico, assicurativo, oltreché del trading del petrolio e del
gas) si sono manifestate in questa fase emergenziale in modo da
operare un meccanismo redistributivo a favore delle fasce meno
garantite della popolazione.

Con una inflazione così elevata e con una emergenza
economica così accentuata è necessario intervenire presto e
intervenire bene. Altrimenti, si rischia di arrivare tardi e di
sprecare inutilmente risorse ben più consistenti.

Riteniamo assolutamente necessario e urgente intervenire per
operare un taglio del cuneo fiscale, utile a rendere le buste paga
dei lavoratori più pesanti e a consentire un recupero quantomeno
parziale della perdita di potere d’acquisto salariale, che non ha
pari in Europa. E’ la strategia che riteniamo più appropriata per
contrastare la prevedibile compressione dei consumi e, con essa,
una spirale viziosa che rischia di deprimere l’intero sistema
produttivo e commerciale.

Misure di sostegno significativo servono anche per imprese e
lavoratori autonomi, che non potranno certo sostenere questa
impennata del caro-bollette e questa spinta
inflazionistica.

Siamo fortemente preoccupati, tanto più che in sede europea
non si è ancora riusciti a ottenere una risposta comune ed efficace
nel segno della solidarietà. E’ uno scenario che conosciamo bene.
Si prefigurò anche nel 2020, quando erano in tanti a chiederci di
attivare il Mes, affidando le sorti del Paese a un accordo
intergovernativo corroborato da un meccanismo di vigilanza
finanziaria. Se avessimo operato in quella direzione, la storia
dell’Unione europea non avrebbe registrato quel significativo passo
in avanti che è stato il Next Generation EU, costruito sul debito
pubblico comune, e il nostro Paese non potrebbe beneficiare delle
ingenti risorse destinate a realizzare il PNRR.

5) Questo Governo è nato sotto l’insegna della transizione
ecologica e della tutela dell’ambiente (ora anche in Costituzione):
la crisi energetica deve indurci ancor più a puntare con forza su
massicci investimenti nelle fonti rinnovabili, a cui servono non
tanto incentivi quanto certezza delle regole, semplificazione dei
processi autorizzatori, e soprattutto il completamento delle regole
del mercato elettrico, che in molti settori vede il predominio
delle fonti fossili semplicemente perché mancano le regole per
“gestire” le rinnovabili. Non siamo disponibili a favorire
investimenti nelle infrastrutture a gas o ad “allargare le maglie”
delle concessioni di sfruttamento dei nostri giacimenti fossili,
operazioni queste che peraltro richiedono tempi medio-lunghi, costi
elevati e ritorni incerti. Non si tratta quindi, semplicemente, di
non tradire le generazioni future, ma di risparmiare enormi
quantità di denaro, dal momento che prima si effettua la
transizione, maggiori saranno i vantaggi economici, e soprattutto
prima si concretizzerà la realizzazione di un circuito virtuoso di
economia circolare, equa e sostenibile.

6) Con riguardo al “Superbonus 110%”, gli interventi
governativi che si sono via via susseguiti e le Sue stesse
dichiarazioni rilasciate in ambito europeo, hanno prodotto un clima
di forte sfiducia nei cittadini e negli stessi operatori del
settore, con il risultato che la circolazione dei crediti fiscali
di fatto risulta bloccata, decine di migliaia di imprese sono
sull’orlo del fallimento e molti cittadini si ritrovano con i
lavori in casa sospesi.

Siamo al paradosso. Una misura che era stata universalmente
apprezzata da tutte le forze parlamentari e riconosciuta come
virtuosa dalla Presidente della Commissione europea adesso sta
producendo un danno collettivo, che rischia di costare migliaia di
posti di lavoro.

Per noi è assolutamente imprescindibile che si introduca,
con la massima urgenza, una soluzione davvero funzionale, in grado
di sbloccare le cessioni e di consentire il completamento dei
lavori.

7) Abbiamo assistito allo smantellamento di misure
fondamentali per accelerare il processo di digitalizzazione della
pubblica amministrazione e per contrastare l’economia sommersa,
come il c.d. cashback. Un provvedimento che poteva senz’altro
essere migliorato e affinato, ma che si è invece deciso di
eliminare con un tratto di penna, senza neppure
consultarci.

Signor Presidente, per noi il modo migliore per contrastare
l’evasione fiscale (è stata stimata nel 2021 un’economia sommersa
pari a 181 miliardi di euro) è servirsi di queste “spinte gentili”
e soprattutto creare meccanismi di “prevenzione” basati
sull’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, che creano il
contrasto di interessi e conducono alla semplificazione delle
dichiarazioni dei redditi. E’ soprattutto grazie al cashback che
durante la pandemia siamo passati da pochi milioni di utenti di
Spid e AppIo a oltre 25 milioni di utenti per ciascuna di queste
applicazioni.

È per queste ragioni che riteniamo necessario anticipare
l’applicazione del c.d. “cashback fiscale”, il cui principio è già
stato opportunamente recepito, su iniziativa del Movimento 5
Stelle, all’interno del testo della delega fiscale attualmente
all’esame del Parlamento.

Il cashback fiscale è uno strumento che rende possibile
l’accredito immediato sul conto corrente delle detrazioni che
normalmente si recuperano solo con la dichiarazione dei redditi,
individuando specificamente i settori merceologici e le fasce
sociali a cui applicare la misura.

L’idea del rimborso immediato delle spese detraibili si basa
sulla convinzione che, per semplificare il sistema delle imposte
dirette, occorre affidare la redistribuzione, non più al sistema
dichiarativo e delle spese fiscali, sistema ormai fuori controllo,
ma ai sussidi diretti secondo lo stesso principio declinato con
l’assegno unico e universale per i figli a carico.

Per questa via, potremo iniziare a trasformare gradualmente
il sistema attuale delle tax expenditures in un sistema di rimborso
diretto e tracciabile in tempo reale, con evidenti benefici anche
per le complessive attività di gestione di competenza
dell’Erario.

8) È assolutamente urgente un intervento sulla riscossione
che dia maggiore serenità ai contribuenti vista la recrudescenza
della crisi economica.

Dal mese di gennaio al mese di maggio 2021 sono stati
notificati 2,6 milioni di avvisi di intimazione in cui si chiede ai
contribuenti di adempiere entro 5 giorni dalla notifica, pena
l’avvio delle azioni esecutive.

È del tutto evidente che siamo di fronte ad una grave,
diffusa e generalizzata carenza di liquidità, che riguarda sia le
imprese che le famiglie.

Occorre elaborare una efficace misura di definizione
agevolata dei debiti iscritti a ruolo presso l’Agente per la
Riscossione.

Non si chiede un condono, ma sicuramente una agevolazione
che conceda ai contribuenti termini più lunghi per pagare le sole
imposte o i soli contributi, al netto di interessi e sanzioni,
anche in considerazione del fatto che tra le cause di non
punibilità previste dalla nostra disciplina tributaria vi è la
“forza maggiore”, che nessuno di noi si sente di escludere
riferendosi al periodo complesso che stiamo vivendo.

In ogni caso, va consentito il pagamento in forma rateale,
con un piano di ammortamento congruo di almeno 120 rate mensili, a
tutti i contribuenti destinatari degli atti della riscossione,
inclusi coloro che risultino decaduti da precedenti rateazioni,
anche a valere sul medesimo debito inscritto a ruolo.

9) Più in generale, si preannuncia un periodo caldo per i
decreti legislativi, a partire dalla materia processualpenalistica.
Sono decreti che segneranno il volto del nostro ordinamento
giudiziario e del nostro “sistema-giustizia”. Sono testi e proposte
che vanno esaminati anzitempo e non possono arrivare in Consiglio
dei ministri senza un adeguato confronto. In particolare, sarebbe
importante, anche per maggiore rispetto nei confronti del
Parlamento, introdurre una clausola, per ogni legge di delegazione,
che preveda che ogniqualvolta il Governo non si conformi al parere
espresso dalle Commissioni parlamentari, il Governo stesso ritorni
in Parlamento per motivare specificamente la sua scelta e solo dopo
questo passaggio sarà possibile l’approvazione definitiva del
decreto legislativo. Una clausola simile è stata già introdotta con
riguardo alla delega sul codice dei contratti pubblici. In una
stagione che si preannuncia densa di decreti delegati sarebbe un
modo per interloquire più appropriatamente e approfonditamente con
il Parlamento senza alterare la ripartizione di ruoli e funzioni
quali costituzionalmente previsti.

*    *    *

Le questioni sopra richiamate ci spingono a preannunciarLe
che per noi, forza politica che ha dato vita a questo Governo e si
è sempre dimostrata responsabile, i prossimi passaggi politici
saranno cruciali.

Le questioni sopra segnalate, di metodo e di merito, sono
talmente rilevanti – ne converrà con noi – per la vita dei
cittadini e per la tenuta e il rilancio dell’intero sistema
economico e sociale, che abbiamo preferito fissarle in queste
pagine, sollecitando un confronto con Lei da condurre nella massima
chiarezza.

Il senso di responsabilità che abbiamo verso il Paese e
verso i cittadini ci impone un confronto chiarificatore, che
recuperi una piena dialettica che è venuta a scemare e valga a
ottenere indicazioni precise sull’indirizzo politico che vuole
imprimere al Suo Governo.

Con i nostri migliori saluti,
Giuseppe Conte
Presidente del Movimento 5 Stelle

© Riproduzione riservata

Source: lavoripubblici.it

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