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Superbonus 110%, l’imprenditore edile: «I nostri anticipi in fumo, ora siamo senza risorse» – ilmattino.it

«Quello che sta accadendo è molto semplice nella sua drammaticità. Le imprese edili hanno fatto i lavori e non sono state pagate. È la conseguenza del blocco della circolazione dei crediti. Le imprese rischiano il fallimento». Stefano Russo, imprenditore edile, amministratore e direttore tecnico della Seclar srl, sta vivendo in prima persona la crisi del settore. Quello che si profila è il default dell’edilizia locale. Dal 2019 sono 43 mila le imprese campane che hanno chiuso i battenti e, se la situazione non cambierà, molte altre potrebbero aggiungersi all’elenco delle aziende fallite. 

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Il Superbonus doveva essere la salvezza del settore e invece si è trasformato in un problema. Perché?
«Il sistema bancario non sta più acquistando i crediti delle aziende. Questa è la vera difficoltà. Lo si può tradurre in un mancato pagamento dei lavori realizzati. Le imprese non possono trasformare un pezzo di carta in denaro. Tutto questo in estrema sintesi».

I lavori già effettuati comportano spese insostenibili?
«Per realizzare le loro opere, le imprese hanno acquistato materiali ed hanno naturalmente pagato i lavoratori. C’erano migliaia di operai impegnati, ai quali non era possibile dire ti pagherò un’altra volta. A tutto questo si aggiungono gli enormi rincari dei materiali degli ultimi mesi. Siamo molto preoccupati».

Vuol fare un esempio concreto dei costi sostenuti dalle aziende?
«I lavori per il Superbonus di consolidamento ed efficientamento energetico hanno costi altissimi. Per la ristrutturazione di un edificio con 50-60 appartamenti, ad esempio, si può arrivare con facilità a 3-4 milioni di euro di spese. Sono interventi banali, anzi. Quelli di consolidamento sono complessi e gli altri presuppongono grandi spese, soprattutto dal punto di vista dei materiali perché pe costruire una finestra bisognerà poi portarla in loco».

I ritardi nei pagamenti a quanti mesi ammontano?
«In molti casi anche a 10 mesi. La situazione è disperata. A Napoli tutto questo è ancora più grave. Le imprese con una solidità sufficiente per andare avanti non sono molte».

Ci sono dei precedenti di questo tipo?
«Ricorda quando negli anni scorsi le Pubbliche amministrazioni non pagavano le aziende fornitrici? Mi pare che stia succedendo la stessa cosa. Le imprese realizzano opere e non vengono pagate. Eppure il Superbonus, nella prima fase, aveva risollevato la nostra economia. Subito dopo la pandemia, c’è stata l’inflazione. L’aumento dei prezzi è stato notevole. E il Superbonus è stata l’unica misura espansiva».

Quando parla degli effetti positivi della misura, si riferisce ai dati del Pil?
«È evidente. Se nel 2021 il Pil è arrivato al + 6,4 per cento, lo si deve al superbonus. Ricordiamo che nel 2020 l’Italia viaggiava alla zero virgola. E le previsioni per il 2022 è che l’Italia arrivi al + 1,4 per cento, mentre le altre economie europee si contraggono».

Gli italiani sono diventati tutti geni?
«Assolutamente no. È solo un effetto di questa misura. E sapete perché?»

Lo dica lei.
«Perché questa misura ha una capacità enorme, che è quella di creare e attivare lavoro sul posto. Per realizzare un intervento in edilizia, la stragrande maggioranza dei materiali viene acquistata in Italia, addirittura nel 92 per cento dei casi secondo i dati Istat. E se invece offriamo incentivi all’automotive, si verifica un altro fenomeno».

Quale?
«Il volante o un altro componente, qualunque esso sia, non viene prodotto in Italia, ma in Polonia o in Germania o, addirittura, in Corea. Il Superbonus è una misura espansiva».

Se per il Superbonus ci sono tutti questi problemi, figuriamoci che cosa accadrà con il Pnrr.
«I lavori per il Pnrr non sono iniziati. Stanno facendo ancora le gare».

Ma ora la situazione per voi è davvero così dura?
«Il settore delle costruzioni in Italia ha perduto 350mila unità lavorative e non siamo più così solidi: è bene dirlo con chiarezza. In Campania, e anche questo è un dato fin troppo noto, già tante aziende hanno chiuso. Dobbiamo resistere ma sarà molto dura. Speriamo che il governo sblocchi i crediti martedì prossimo. Restiamo in attesa». 

Source: ilmattino.it

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