Si parla solo di frodi e sfruttamento degli operai edili in quella che è la corsa al “mattone 2.0”. Ma nella partita c’è molto di più.
Maurizio Franco
Il Paese dei cantieri edilizi e delle cessioni dei crediti d’imposta. Circa 18,5 miliardi di euro sul tavolo. Lo slancio economico del Pnrr e le risorse nazionali per il superbonus del 110 per cento. A garantire è lo Stato per i lavori di ristrutturazione dove l’efficientamento energetico e la caratura antisismica degli stabili sono sinonimi di sviluppo. E di futuro. Oggi il tema sono le frodi e lo sfruttamento degli operai edili per rincorrere la colata d’oro del mattone 2.0. Con la giungla dei bonus (l’eco-bonus, l’agevolazione sulle facciate e altri ancora) a pesare sul bilancio complessivo delle misure messe in campo finora.
Una cifra spropositata: le autorità di vigilanza conteggiano oltre 4 miliardi di euro centrifugati nel frullatore della burocrazia delle cessioni. Secondo il Ministro dell’Economia Daniele Franco, sono truffe “tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto”.
Il decreto Rilancio – partorito dal Governo Conte 2 a maggio 2020 – ha introdotto il superbonus per alleviare le sofferenze del settore edilizio, bombardato dalla pandemia da Covid-19, e per rilanciare il rumore delle gru per tutto il Paese. Invogliare la domanda con detrazioni o cessioni del credito (illimitate per numero di passaggi) alle aziende del mattone o ad istituti bancari. Un gioco che, secondo alcuni critici, ha permesso il proliferare delle truffe. Il 27 gennaio scorso, con il decreto Sostegni ter, il Governo Draghi ha posto un limite alla possibilità di cedere il fido. Ci sono state manifestazioni e sit-in di protesta per il blocco: molti cantieri erano fermi. Il 18 febbraio il Consiglio dei ministri ha deliberato sanzioni penali più severe per chi froda lo Stato attraverso la tela dei bonus e un tetto massimo di tre cessioni in favore del sistema bancario o istituti finanziari.
La questione, però, è abbastanza controversa e in balia delle interpretazioni che ne dà la politica. Perché, stando alle elaborazioni dell’Agenzia delle entrate, presentate il 10 febbraio dal direttore Ernesto Maria Ruffini alla Commissione bilancio del Senato, soltanto il 3 per cento delle frodi è attribuibile al superbonus, mentre il 46 per cento al bonus facciate e il 34 per cento all’eco-bonus. “Draghi sbaglia due volte quando parla di truffe in edilizia: la prima perché fa di tutta un’erba un fascio confondendo il superbonus con gli altri bonus. La seconda perché riconduce tutte le truffe alla sola agevolazione del 110 per cento”, ha detto Riccardo Fraccaro, parlamentare 5 stelle.
“Come confermato dal Ministro Franco le truffe sono quasi esclusivamente relative ad altri bonus, non riguardano se non in minima parte il superbonus, proprio perché prevede asseverazioni e controlli. Alla luce di queste dichiarazioni viene meno ogni alibi. Il governo lavori subito per far ripartire i cantieri del superbonus bloccato ormai da troppo”.
Ecobonus 110, risultati effimeri
Oltre al botta e risposta quotidiano dei due fronti, le analisi puntano anche sull’impatto del 110 per cento sulla ripresa economica. Il Ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, in un’intervista riportata al Corriere della Sera, palesa perplessità sulla validità sistemica dell’agevolazione. “Stiamo mettendo un sacco di soldi sull’edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita. Ma ora droghiamo un settore in cui l’offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all’inflazione”, ha dichiarato il Ministro, affermando che “da più parti si chiede che torni la politica industriale in Italia”.
Pompare il comparto è l’imperativo categorico per ottenere, però, risultati esigui. Secondo uno studio dell’Agenzia Enea, riportato da Valigia Blu, “gli interventi asseverati hanno riguardato un numero relativamente limitato di unità immobiliari: circa 69.400, di cui 10.339 condomini, che costituiscono lo 0,82% del totale degli edifici con più di quattro abitazioni, e 35.542 edifici unifamiliari, lo 0,54% del totale”.
Ecobonus 110 “sulla pelle dei lavoratori”
Altra problematica: 9 imprese edili su 10 non sono regolari. A dirlo è Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro. L’anno appena trascorso non lascia fraintendimenti. Disarticolazione contrattuale e subappalti, sfruttamento indiscriminato, mancate tutele sul fronte della sicurezza e incuria hanno caratterizzato la galassia delle costruzioni. Il centro studi della Confederazione unitaria di base (Cub) afferma che su un totale di 1404 morti sul lavoro nel 2021, il 15 per cento è nel mondo dell’edilizia: la maggioranza degli operai ammazzati è per cadute dall’alto. Come il crollo rovinoso di una gru a Torino, avvenuto il 18 dicembre, che ha portato alla morte di tre lavoratori.
Parallelamente a questo dramma, c’è stata l’esplosione (metaforica) del numero di nuove imprese che si sono iscritte alla Camera di commercio. Rincorrere le agevolazioni fiscali e beneficiare della ripresa economica. Il Consiglio dei ministri del 18 febbraio, tra le altre cose, ha sancito che l’erogazione del bonus è possibile solo per quelle aziende che rispettano i contratti collettivi nazionali. “Con i bonus che sono stati erogati in questo ambito sono cresciute le imprese, ma spesso è cresciuta anche l’improvvisazione attraverso la quale si è reclutata manodopera. Tutto questo a scapito della sicurezza e della condizione dei lavoratori nei cantieri” è la dichiarazione via social del Ministro del Lavoro Andrea Orlando. E riferendosi al provvedimento adottato: “È un fatto positivo per i lavoratori, è un fatto positivo per le imprese che rispettano la legge e che fanno della sicurezza un obiettivo fondamentale, è un fatto positivo per la società”.
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CREDIT FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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