di Simone Guandalini – Sulla questione si è molto dibattuto nell’ultimo anno e, in particolar modo, nell’ultimo periodo, in seguito alle modifiche delle norme sulla cessione del credito: il superbonus 110% ha portato solo vantaggi al settore edilizio oppure presenta anche alcuni aspetti negativi? Il dibattito tra chi è pro e chi è contro questo strumento continua: per chiarirci le idee sul tema superbonus 110% abbiamo chiesto un parere a Davide Monari, titolare di Edilsette, impresa di Massa Finalese che si occupa della vendita di materiali e complementi per l’edilizia.
Che tipo di vantaggi ha portato il Superbonus 110% al settore edilizio?
“Il vantaggio principale, come si può bene immaginare, è stato quello derivante dall’aumento della quantità di lavoro, che ha coinvolto tutto il settore in seguito al varo del Superbonus 110%. Soprattutto nei primi mesi, c’è stata una vera e propria corsa per reperire i materiali: noi, come Edilsette, siamo stati tra le imprese più “fortunate”, perché siamo sempre riusciti a procurarci dall’estero (Romania e Svizzera) i materiali che ci venivano richiesti. In Italia, in quel momento, c’era carenza di materiale, ma noi non siamo mai rimasti sguarniti, riuscendo sempre a soddisfare le richieste dei nostri clienti”.
Da cosa dipendeva la carenza di materiale in Italia? E quali materiali venivano richiesti maggiormente per gli interventi legati al Superbonus 110%?
“La carenza di materiale in Italia era legata al fatto che la produzione non riusciva a soddisfare le esigenze del mercato: in altre parole, la produzione era troppo inferiore alla richiesta, aumentata esponenzialmente dopo l’introduzione del Superbonus 110%. Rivolgendosi a produttori italiani, i tempi di consegna del materiale raggiungevano i 12 mesi. Per quanto riguarda i materiali più richiesti nell’ambito del Superbonus 110%, in particolare per la realizzazione dei cosiddetti “cappotti”, erano per l’80% prodotti a base di grafite: il restante 20% era diviso abbastanza equamente tra prodotti a base di lana di roccia e di poliuretano”
Il Superbonus 110% ha avuto anche qualche conseguenza negativa?
“Il Superbonus 110% ha fatto sì che, all’interno del settore edilizio, ci si concentrasse quasi esclusivamente su quegli interventi che rientravano tra quelli coperti dal Bonus. Altri settori dell’edilizia sono stati trascurati: sembrava quasi che non esistessero più. E’ stata forse un’annata edile un po’ “malata”: molte imprese, anche chi lavorava in altri ambiti, si sono messe a fare “cappotti”. In questo modo, molti settori sono stati penalizzati”.
Com’è la situazione attualmente?
“Adesso i ritmi dei lavori legati al Superbonus 110% sono un po’ rallentati: un po’ a causa del fatto che le banche hanno “chiuso i rubinetti”, avendo in molti casi già raggiunto il plafond e non accettando, quindi, più crediti; un po’ per il fatto che artigiani e ditte stanno facendo la stessa cosa, smettendo di prendere crediti, in attesa di riuscire a piazzare quelli di cui si sono già fatti carico”.
Bilanciando aspetti positivi e negativi, qual è la sua opinione, a livello generale, sull’introduzione del Superbonus 110%?
“L’idea di base, ovvero dare la possibilità di riqualificare energicamente uno stabile o un’abitazione, specialmente per quanto riguarda gli immobili più datati, è stata sicuramente corretta: l’unica nota che mi permetto di fare è che forse sarebbe stato meglio spalmare questi incentivi su un periodo di tempo più lungo, per evitare di creare questa corsa verso l’esecuzione dei lavori, che ha portato ad un aumento esponenziale dei prezzi, alla carenza di materiali e alla penalizzazione di alcuni settori dell’edilizia”.
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Source: sulpanaro.net
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