La CGIA: “Con il Superbonus 110 per cento abbiamo erogato lo stesso importo speso fino ad ora con il reddito di cittadinanza ma i vantaggi hanno interessato pochissime persone, in particolar modo facoltose, con un livello di istruzione medio-alto e con proprietà immobiliari ubicate nei centri storici delle grandi città”
Che il Superbonus 110% sia una misura con diverse criticità era ormai chiaro a tutti. La possibilità di cedere i bonus edilizi senza limiti aveva trasformato i crediti d’imposta, per usare le parole del ministro dell’Economia, Daniele Franco, in una “sorta titolo circolante dando vita a un mercato di credito non regolamento”. Questo ha dato origine a molteplici truffe. “Fino a oggi – ha spiegato all’inizio del mese il titolare del dicastero di Via XX Settembre – l’attività di analisi e controllo ha consentito alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate di individuare un ammontare complessivo di redditi d’imposta inesistenti, pari a circa 4,4 miliardi, di cui quasi la metà, circa 2 miliardi, già ceduti e incassati. A questi 4,4 miliardi deve essere aggiunto un altro miliardo la cui sospensione è in corso di perfezionamento”.
DRAGHI: SUPERBONUS 110 PER CENTO BLOCCATO DALLE TRUFFE
La misura, voluta e difesa con tenacità dal Movimento 5 Stelle, è stata criticata persino dal presidente del Consiglio, che non ha mai fatto mistero di non amarla: “Quelli che oggi più tuonano sul Superbonus 110 per cento, che dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso… beh, questi sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli”, aveva detto Mario Draghi a febbraio, aggiungendo: “Se siamo in questa situazione è perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli. E se il Superbonus oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente”.
CGIA: SPESA IMMANE PER POCHE CASE
Ma non ci sono solo le truffe a fare dubitare sulla effettiva portata del Superbonus 110%, c’è il tema della spesa pubblica: una montagna di denaro della collettività investita a favore della riqualificazione delle case di pochi, anzi, pochissimi. Secondo i calcoli della CGIA di Mestre si tratterebbe dello 0,9% del patrimonio immobiliare italiano: “A seguito di 107.588 asseverazioni depositate al 31 gennaio scorso, lo Stato, con il Superbonus del 110%, dovrà farsi carico di una spesa di poco superiore a 20 miliardi di euro. Se teniamo conto che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, stimiamo che, fino ad ora, questo provvedimento abbia interessato solo lo 0,9 per cento del totale degli immobili destinati ad uso abitativo”.
IL SUPERBONUS 110 PER CENTO HA GONFIATO I COSTI DELLE MATERIE PRIME
Secondo gli artigiani mestrini, il Superbonus 110% presenta un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che vengono “efficientati”. Dalla CGIA sottolineano poi come questo meccanismo, che consente di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario è chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, “ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nell’ultimo anno da tutte le materie prime (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.)”.
LE REGIONI DOVE SI È USATO DI PIU’ IL SUPERBONUS
A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 13.933 asseverazioni, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari all’1,3 per cento, scende nel Lazio e in Toscana all’1,2 per cento e all’1,1 per cento in Emilia Romagna e in Lombardia. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria e il Molise (entrambe con un’incidenza dello 0,6 per cento), la Sicilia e la Liguria (entrambe con lo 0,5 per cento) . A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 187.437 euro per edificio residenziale. Il picco massimo lo scorgiamo in Basilicata (299.026 euro), Abruzzo (244.127 euro) e Campania (238.952 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Toscana (153.373 euro), Veneto (146.171) e Friuli Venezia Giulia (144.177 euro).
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Source: policymakermag.it
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