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Superbonus 110 per cento: tutto quello che non va – Gazzetta di Modena

Dai dati sugli interventi avviati a oggi, molti sono i limiti che frenano il successo del Superbonus 110%. I vari “Centri Studi” avevano correttamente previsto oltre 6 miliardi di lavori generati dal cosiddetto “Superbonus 110%” che inizialmente era previsto scadere a fine 2021. Ora dati recenti riportano meno di 400 milioni di euro di lavori caricati sul portale Enea sino a fine febbraio, con circa 3mila cantieri attivati. Una ventina a Modena. Una inezia. Il bonus non sta funzionando sui grandi interventi, ma solo e in parte per le operazioni che coinvolgono piccoli edifici, ovvero gli edifici unifamiliari e quelli funzionalmente indipendenti. La taglia media dell’intervento (circa 100mila euro ) fa propendere per un uso maggiore dell’Ecobonus piuttosto che del Sismabonus in versione “potenziata” o dell’Eco-Sismabonus al 110%, cosa che l’Agenzia delle Entrate ha confermato essere possibile realizzare. Anche per questo la proroga a fine 2023 diventa quanto mai necessaria. Ovviamente, sorge spontanea una domanda: perché non funziona? 1) Perché è pensato soprattutto per i condomini, che trovano il loro strumento decisionale nelle assemblee che, in periodo pandemico, difficilmente si sono riuscite a convocare e anche ora ci sono problemi. 2) Il legislatore ha impiegato ben due passaggi legislativi per riuscire a scrivere un testo che rendesse possibile le assemblee condominiali “telematiche”. 3) Continue modifiche portano allo stremo. La legge è cambiata tre volte poi c’è la sequenza delle risposte agli interpelli, attesi quotidianamente come verità rivelata (e in realtà privi di qualsiasi valore giuridico, se non per l’istante). La materia è complessa e i casi non sono standardizzabili, ma ogni giorno viene messa in luce una sfumatura, una richiesta o un dettaglio normativo. Risultato: si crea incertezza, e questo non aiuta mai a prendere decisioni o a fare investimenti. Ma una volta deciso? Il problema diventa contemporaneamente tecnico e finanziario. Si devono capire quali interventi fare, con quali costi e di quali detrazioni fruire. Dal punto di vista del business si deve capire come “far girare i denari”: pago e poi detraggo? E se sì, i soldi che uso sono i miei o sono della banca? Oppure pago (magari tramite prestito ponte) e poi cedo il credito? O chiedo lo sconto in fattura ai fornitori? O mi rivolgo al General Contractor? E se scelgo lo sconto in fattura, tutti i condomini saranno d’accordo? Poi scatta un ulteriore problema: i contratti. Ogni impresa o general contractor ne hanno uno proprio e, quasi sempre, non piace mai alla controparte. Si innesca così un “braccio di ferro” serrato, in cui l’unico risultato è la perdita di tempo. Ma era difficile proporre un format contrattuale con contenuti minimi? —

* dottore commercialista

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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