Per chi si occupa di edifici storici, oppure vi abita, probabilmente non è un argomento nuovo. È frequente infatti osservare travi malandate, con buchi, marcescenze e inflessioni.
A volte non c’è nemmeno bisogno di osservarle: basta camminarci sopra per avvertire fastidiose vibrazioni che seguono il passo.
Segnali importanti, che non devono essere trascurati, perché possono nascondere dei veri e propri indebolimenti strutturali conseguenti all’azione dei tanti “nemici del legno”.
Indebolimento di travi in legno per effetto degli insetti
Quando una colonia di insetti xilofagi si insedia in una trave è perché ha trovato l’ambiente giusto per vivere e riprodursi, nutrendosi delle parti più morbide e scavando gallerie in profondità per nidificare.
Se si avvia questo meccanismo di vita è inevitabile che, nel giro di pochi anni, tutte le strutture in legno della casa subiscano l’attacco, in quanto la colonia si riproduce inesorabilmente fino a quando non esaurisce le parti di cui si nutre.
Il fenomeno risulta più accentuato nelle parti in legno di spessore maggiore, come appunto le travi, perché gli insetti tendono a nidificare in profondità, lontano dalla luce. È per questo motivo che, osservando un vecchio solaio, è frequente notare le travi tarlate e i travicelli integri.
Sta di fatto che, per effetto dell’azione scavatrice degli insetti, una trave può essere letteralmente “derubata” della sua parte resistente e, di conseguenza, si indebolisce.
Trattamenti per la disinfestazione di strutture in legno
Debellare i tarli del legno o gli altri insetti non è facile. Facendo una ricerca sul web compaiono centinaia di aziende che promettono trattamenti miracolosi, che a volte si rivelano utili per chi li fa e letali solo per chi li paga. Si trovano anche trattamenti casalinghi, con ingredienti da cucina. Non scherziamo.
Anzitutto va detto che i trattamenti sono efficaci se si effettuano quando è presente l’insetto, ovvero quando ancora si trova la tipica polverina a terra, detta rosura. Un altro modo per riconoscere la presenza dei tarli è il rumore, quel caratteristico rosicchiamento ritmico, che si percepisce soprattutto nelle ore notturne. Non ha senso intervenire su vecchie travi già tarlate.
Probabilmente non esiste ancora una soluzione del tutto risolutiva quando si è in presenza di importanti infestazioni anche perché, parliamoci chiaro, i soli rimedi scientificamente “certificati” sono di natura chimica e quindi occorre considerare anche le eventuali ripercussioni sulla salute dell’uomo derivanti dai trattamenti.
Riparazione o sostituzione di travi ammalorate in legno
La Commissione di Monitoraggio sul Sismabonus, istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con parere num. 3/2021, ha ammesso alla Super detrazione del 110%, le spese sostenute per effettuare tutta una serie di interventi locali finalizzati ad aumentare la sicurezza statica e sismica delle costruzioni.
Tra questi è esplicitamente menzionata la “riparazione-integrazione-sostituzione di elementi della copertura” e gli “interventi di riparazione e ripristino della resistenza originaria di elementi strutturali… ammalorati per forme di degrado provenienti da vari fattori (esposizione, umidità, invecchiamenti, disgregazione dei componenti ecc.)”.
Quindi, se a seguito della verifica di un tecnico, dovesse essere confermata la presenza di travi in legno interessate da una riduzione della loro resistenza, è necessario prevederne il rinforzo oppure la sostituzione. L’intervento può anche essere progettato in chiave non invasiva.
Si può prevedere ad esempio l’affiancamento di poutrelle in acciaio senza rimuovere le travi preesistenti, oppure si può puntellare con cura il solaio e sfilare uno per uno gli elementi ammalorati sostituendoli con travi di nuova fattura (in legno o in acciaio).
In tal modo il cantiere può essere localizzato solo all’interno della singola unità immobiliare interessata, mantenendo operativi i locali posti al di sopra e al di sotto di quelli oggetto dei lavori.
Tutti gli oneri connessi, sia quelli diretti (acquisto delle travi, manodopera, etc), sia quelli indiretti (progettazione, pulizia dei locali, etc), possono essere detratti (o ceduti a enti finanziari), nella misura del 110% entro un limite di spesa pari a 96000 euro per ciascuna unità immobiliare.
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