Roma, 04 maggio 2022. Il Superbonus 110 e Super Mario non si sono mai amati. Tanto che la misura cardine voluta dai Cinque Stelle per rilanciare l’edilizia e l’economia italiana avrebbe le ore contate. Anche se l’uscita dall’incentivo potrebbe essere graduale. La proroga è notizia di ieri, ma è chiaro dalle parole del premier che già ora si sta valutando come sganciarsi dalla misura. Draghi, fin dal suo insediamento, non ha mai nascosto lo scarso apprezzamento per la detrazione al 110% delle spese sostenute per le ristrutturazioni. I lati oscuri del Superbonus, secondo i suoi critici, sono essenzialmente tre: le frodi, la speculazione sui prezzi e lo scarso impatto economico e ambientale.
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Uno dei meccanismi più criticati è stato quello relativo alla cessione del credito. “Sono state riscontrate gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari. In alcuni casi – si legge nella relazione dello scorso 10 febbraio dell’Agenzia delle Entrate – i proventi delle frodi sono stati veicolati all’estero”. Le Fiamme gialle e il Fisco hanno individuato 132 milioni di euro di frodi direttamente collegate al Superbonus.
Secondo il governo Draghi, l’introduzione del Superbonus ha causato un aumento ingiustificato dei prezzi. La maxi detrazione ha provocato un aumento vertiginoso della domanda e scoraggiato le contrattazioni. Secondo uno studio realizzato dall’Enea, il costo delle pareti isolanti, degli infissi, delle schermature solari è raddoppiato o triplicato rispetto a quando era in vigore l’Ecobonus al 65%, in vigore fino a metà del 2020.
Secondo uno studio della Cgia di Mestre, al 31 gennaio il Superbonus ci era già costato 20 miliardi di euro. “Se teniamo conto che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, stimiamo che, fino ad ora, questo provvedimento abbia interessato solo lo 0,9 per cento del totale degli immobili destinati ad uso abitativo”, spiega l’ufficio studi. “I vantaggi hanno interessato pochissime persone, in particolar modo facoltose, con un livello di istruzione medio-alto e con proprietà immobiliari ubicate nei centri storici delle grandi città, in particolar modo del Centronord”. E secondo gli ultimi dati dell’Enea, gli investimenti al 31 marzo avrebbero raggiunto i 24 miliardi.
Il gelo di Draghi sul Superbonus tiene banco anche nella mattinata di oggi. Il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani è concorde sul definire la misura “naturalmente a tempo”, ma “non possiamo interromperlo di botto, né dare messaggi differenti al mondo dell’imprenditoria”, dice a Radio Anch’io su Radio 1 Rai. Tajani osserva che “ci sono troppe incertezze. Nel momento in cui il governo annuncia in Aula che si proroga poi – esemplifica – il presidente del Consiglio dice che non funziona”. In questo modo “si crea un’incertezza nel mondo imprenditoriale, con il rischio che qualche impresa fallisca e così si perdano tanti posti di lavoro in un settore trainante”. Il vicepresidente di Forza Italia non crede “sia ancora giunto il momento di chiudere definitivamente. Almeno per tutto il 2022 bisogna procedere e poi concludere la stagione”. E la ministra per gli Affari regionali ribadisce: “Leggo oggi sui giornali di alcune polemiche ma vorrei tranquillizzare tutti nel dire che il superbonus sull’edilizia è stato prorogato fino al 30 di settembre”.
La sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, a Radio Capital precisa che il superbonus 110% “è una misura importante in una fase di emergenza, aveva una caratteristica di eccezionalità e questo lo riconosciamo tutti” ma è anche una misura che “andava a ridursi”. E alla domanda se il provvedimento abbia le ore contate, risponde: “le parole di Draghi si riferivano ad una caratteristica particolare del superbonus 110% che, pagando tutto quanto al settore privato, non mette in atto quel contrasto di interessi positivo per il controllo dei prezzi”. I tempi, quindi, non sembrano imminenti. Quello di Draghi suona come annuncio, ma l’effettivo addio alla misura potrebbe arrivare gradualmente. “C’è già una riduzione progressiva e l’impegno a rivedere tutta la materia”, dice la sottosegretaria. Poi in Parlamento “ci si confronterà. Ci sono posizioni diverse e si troverà un punto di mediazione”. Che non si raggiunge, solitamente, dall’oggi al domani.
Nel frattempo, emergono nuovi numeri relativi al Superbonus. A comunicarli è l’Enea: a fine aprile il totale degli investimenti ammessi alla detrazione ammontava a 27,4 miliardi di euro. Significa che a carico dello Stato erano previste detrazioni per 30 miliardi di euro (21,1 quelle già maturate per i lavori conclusi). Le asseverazioni, ovvero i documenti tecnici stilati a fine lavori e necessari per accedere al bonus, erano 155.543, contro le 139.029 di fine marzo. In quel mese le detrazioni erano arrivate a 24,2 miliardi di euro, con un aggravio a carico dello Stato pari a 26,6 miliardi.
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