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Superbonus 110%: proroga diffusa solo a fine anno – Lavori Pubblici

Una delle certezze che riguarda il superbonus 110% è la sua data
di inizio fissata all’1 luglio 2020. L’art. 119 del Decreto Legge
n. 34/2020 (Decreto Rilancio) ha previsto la possibilità di portare
in detrazione fiscale al 110% le spese sostenute per alcuni
interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio
sismico con un orizzonte temporale ben preciso…o quasi.

L’orizzonte temporale del Superbonus 110%

Parlare dell’orizzonte temporale per il superbonus 110% è,
infatti, un puzzle di norme, modifiche e intenzioni che si
intrecciano tra loro lasciando sempre nel dubbio chi oggi vuole
valutare un intervento edilizio.

Sull’orizzonte temporale relativo al bonus 110% ad oggi è
possibile registrare 3 interventi normativi:

  • chiaramente il Decreto-legge n. 34
    /2020
    che nella sua formulazione originaria ha
    previsto una finestra temporale fissata tra l’1 luglio 2020 e il 31
    dicembre 2021;
  • successivamente è intervenuta la Legge n.
    178/2020
    (Legge di Bilancio 2021) che
    ha previsto alcune proroghe al 30 giugno 2022 con alcune opzioni
    per dicembre 2022 e giugno 2023 che necessitano, però, di una
    conferma da parte del Consiglio dell’Unione europea;
  • infine, il Decreto-legge n.
    59/2021
    che ha previsto alcune modifiche
    immediatamente in vigore.

Per comprendere meglio di che stiamo parlando, abbiamo preparato
un quadro sinottico riassuntivo:

Tipologia

Termine per il 60% dei lavori

Scadenza finale

Persone fisiche (edifici unifamiliari)

31/12/2021 (*)

Persone fisiche con edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità

30/06/2022

31/12/2022

Condomini

31/12/2022

IACP

30/06/2023

31/12/2023

Altri beneficiari

31/12/2021 (*)

(*) Così come previsto al comma 66, lettera a1) dell’articolo 1
della legge 30/12/2020, n.178 (legge di Bilancio 2021) tale data,
previa approvazione del Consiglio dell’Unione europea, traslerebbe
al 30 giugno 2022.

Volendo riassumere, ad oggi:

  • per gli edifici unifamiliari e per tutti i beneficiari oltre ai
    condomini e gli IACP il superbonus scade il 31 dicembre 2021;
  • per gli edifici plurifamiliari (da 2 a 4 u.i.) la scadenza è
    fissata al 30 giugno 2022 con un’opzione al 31 dicembre 2022 per
    gli interventi che al 30 giugno 2022 sono stati conclusi per il 60%
    del totale;
  • per i condomini la scadenza è al 31 dicembre 2022;
  • per gli IACP la scadenza è al 30 giugno 2023, anche in questo
    caso con una opzione al 31 dicembre 2023 per gli interventi che al
    30 giugno 2023 sono stati conclusi per il 60% del totale.

L’incertezza è il peggiore dei mali normativi

Considerato che l’orizzonte temporale rappresenta uno dei punti
chiave per la buona riuscita della misura fiscale, da più parti è
arrivata la richiesta di uniformare la data di scadenza e
posticiparla almeno al 2023.

Tra queste, da segnalare l’interrogazione n. 3 -02301 presentata
dal deputato Gianluca Rospi durante il question time del 25 maggio
scorso. Un’interrogazione presentata al Ministro dell’Economia e
delle Finanze Daniele Franco in cui
sostanzialmente si chiede la volontà del Governo a prorogare oltre
la scadenza di giugno 2022 la misura del superbonus 110%.

Proroga solo a fine anno

La risposta del Ministro Franco è stata immediata e ha
confermato le indiscrezioni delle ultime settimane.

Il Ministro ha prima parlato della misura e delle risorse
stanziate: “Il cosiddetto superbonus – afferma il Ministro
Franco – è stato introdotto quale strumento per rilanciare
rapidamente le attività dell’intero comparto dell’edilizia e far
ripartire i cantieri dopo la brusca frenata dovuta al lockdown; è,
inoltre, importante per accelerare la transizione energetica del
Paese, in vista degli obiettivi indicati anche in sede europea.
Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il
superbonus rappresenta una delle principali proposte progettuali.
L’ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e Fondo
complementare, è di oltre 18 miliardi di euro. La misura è
finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023
per le case popolari
“.

In riferimento alla richiesta di proroga il Ministro ha
affermato “Il Governo si è impegnato a inserire nel disegno di
bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo
conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con
riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi
realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio
energetico e di sicurezza degli edifici. Ricordo anche che nel
Piano nazionale di ripresa e resilienza è definito l’obiettivo di
ristrutturare gli edifici pubblici e privati, migliorandone
l’efficienza energetica attraverso l’isolamento termico, gli
impianti di riscaldamento e raffreddamento e l’autoproduzione di
elettricità, nonché il monitoraggio dei consumi da parte degli
utenti. L’obiettivo fissato dall’Unione europea è di raddoppiare il
tasso di efficientamento degli edifici entro il 2025
“.

Superbonus 110%: le problematiche applicative

Alla risposta del Ministro dell’economia è arrivata la replica
del deputato Rospi in cui ha chiesto al Ministro uno sforzo in più
in termini di semplificazione. Gianluca Rospi, infatti, tocca le
principali problematiche applicative del primo anno di superbonus,
prendendo come riferimento le oltre 7mila richieste di chiarimento
all’Agenzia delle Entrate. Si è parlato:

  • della possibilità di eliminare o semplificare la dichiarazione
    di conformità urbanistica, sulla quale in realtà il Governo sta
    lavorando già nel prossimo
    decreto Semplificazioni
    ;
  • semplificare le procedure per la cessione del credito;
  • estendere la misura a tutti gli edifici, compresi gli alberghi,
    gli edifici commerciali, il terziario e anche gli edifici
    industriali (anche su questo sono in discussione alcune modifiche
    all’interno del Decreto Semplificazioni).

Concludendo, il deputato Rospi ha auspicato la possibilità di
rendere strutturale questa misura affinché si riesca a
riqualificare il patrimonio pubblico italiano. “Bisognerebbe
pensare
– conclude il deputato Rospi – a mantenere il 110
per cento solo per le diagnostiche energetiche e sismiche e portare
la misura all’80 o al 90 per cento per tutte le ristrutturazioni a
valle della diagnostica
“.

Source: lavoripubblici.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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