TRENTO. “Questa misura funziona e andrebbe resa strutturale attraverso una riforma: il settore edilizio è il grande motore dell’economia e permette a tante imprese di lavorare”. Questo il commento di Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento, sulla proroga del Superbonus 110% fino al 2023. “Una dinamica a tempo muove certamente il mercato e intanto è importante che ci sia stato questo allungamento, però si deve valutare di mantenere questo provvedimento molto più a lungo”.
Il governo ha sbloccato le risorse per prorogare il Superbonus 110% per altri 2 anni. Il via libera è arrivato con il semaforo verde del Consiglio dell’Unione europea al Pnrr italiano. Anche in Trentino tanti si sono affidati a questa misura, anche se in alcuni casi con il freno a mano tirato, complici i problemi legati alla carenza di operai nelle aziende (-50% tra il 2008 e il 2018), il balzo dei costi delle materie prime (il ferro è arrivato, per esempio, anche al 120%) e le relative difficoltà nel reperimento.
“Questo allungamento – aggiunge il numero uno degli industriali – dovrebbe alleggerire il carico per quanto riguarda la pressione sull’artigianato e sulle aziende. La proroga consente di programmare e pianificare gli interventi, quindi tutto può essere diluito per una normalizzazione dei tempi. L’edilizia è stato un comparto che ha sofferto parecchio negli ultimi anni e c’è stata un’importante ripartenza ma penso che la speculazione abbia giocato un ruolo molto importante nell’aumento dei costi delle materie prime: ora i prezzi dovrebbero tendere a rientrare nelle quote di mercato”.
Oltre ai tempi inizialmente stretti, il Superbonus ha faticato a entrare a regime per le procedure complesse e sono poi state previste alcune semplificazioni a fronte delle perplessità del settore produttivo. “C’è voluto qualche mese per comprendere i meccanismi. Questa possibilità ulteriore comporta anche meno stress agli uffici – dice Manzana – perché la burocrazia per ottenere queste agevolazioni fiscali devono essere inappuntabili. Insomma, la proroga comporta una serie di benefici a più livelli e per questo è estremamente positiva”.
Un insieme di agevolazioni per tutti quegli interventi edilizi per l’efficientamento energetico, la messa in condizione di edifici pubblici e privati, di poter contenere i consumi. Ok anche al bonus che prevede il credito d’imposta sul 90% dell’importo dei lavori di rifacimento.
L’obiettivo è quello di rendere ottimale il rapporto tra il fabbisogno energetico dell’edificio in questione e il livello di emissioni prodotte. Introdotto dalla finanziaria del 2007, nei suoi termini generali l’Ecobonus rappresenta un’agevolazione per chi intende fare lavori in casa, nel condominio o nell’azienda e ha previsto aliquote ordinarie del 50% e del 65%. I sostegni a spese per caldaie, sostituzione di finestre e pompe di calore, sono stati mantenuti negli anni dalla proroga delle detrazioni, fino alla legge di Bilancio 2020.
A seguito dell’emergenza Covid il governo ha previsto un maxi sgravio fiscale del 110% e ora si hanno 18 mesi in più per eseguire le ristrutturazioni. “Queste misure – prosegue Manzana – sono attese e permettono di valorizzare e promuovere la sostenibilità. E’ inoltre fondamentale per riqualificare e per migliorare la qualità dei nostri edifici. Questi lavori possono concretamente cambiare il volto dei centri urbani”.
Sono diversi i cantieri spuntati in Trentino per sfruttare questo pacchetto di agevolazioni. A Marilleva si prevede un grandissimo restyling della località e degli immobili costruiti negli anni ’70 e ’80. Un investimento da 50 milioni di euro per la ristrutturazione di 8 condomini, circa 750 unità abitative e 150 camere d’albergo, con l’aggiunta di una quindicina di altre strutture (1.200 unità abitative e 200 camere d’hotel) si dovrebbe arrivare a un volume di altri 80 milioni (Qui articolo).
“Ci può essere un effetto domino perché il bello richiama bello. Se parte un cantiere, allora per emulazione anche altri edifici vengono riqualificati. Valorizzare l’esistente non è solo etico ma anche ormai necessario per ridurre gli impatti sul territorio e evitare il consumo di suolo. Questa misura è strategica e per questo va resa strutturale: la percentuale può essere abbassata, i criteri possono essere rivisti e adattati per avere un provvedimento permanente. Il motore edilizio e quindi quello dell’economia hanno ripreso a girare e non va fermato”, conclude Manzana.
Source: ildolomiti.it
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