Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef). Il testo, tra le varie misure, prevede la conferma e la proroga del superbonus al 110%. “Il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 – si legge nell’introduzione della Nadef – consente di coprire le esigenze per le cosiddette politiche invariate e il rinnovo di numerose misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di garanzia per le Pmi e agli incentivi all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi”. Tradotto: il superbonus al 110%, in scadenza nel 2022, è stato rifinanziato e rinnovato fino al 2023. La misura entrerà nella prossima legge di bilancio.
“La conferma della proroga al 2023 del superbonus al 110% è un’ottima notizia – ha detto la vice ministra dell’Economia Laura Castelli -. È una misura che funziona molto bene, oltre ad essere uno dei principali pilastri della transizione ecologica che sta aiutando l’economia del Paese a ripartire”. La misura di efficientamento energetico degli edifici con l’aiuto decisivo dello Stato piace agli italiani: negli ultimi mesi le richieste del bonus sono letteralmente schizzate verso l’alto, trainando in effetti anche la ripresa economica.
Solo negli ultimi mesi le richieste per l’apertura dei cantieri sono passate dalle 24.503 di fine giugno alle 37.128 riportate nell’ultimo aggiornamento di agosto di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Un balzo evidente anche in termini economici se pensiamo che il valore degli interventi è passato da 3,5 miliardi di euro ai 5,68 di fine agosto. Il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione (pari al 68,8%) è invece di 3,91 miliardi. Si tratta di una misura che sta spingendo molto il settore edilizio, ma che ad oggi costa allo Stato oltre 6,2 miliardi di euro.
Il superbonus 110% semplificato con la Cila
Il superbonus si suddivide in due tipologie di interventi: il super ecobonus che agevola i lavori di efficientamento energetico, e il super sismabonus che incentiva quelli di adeguamento antisismico. L’aiuto economico consiste in una detrazione del 110% che si applica sulle spese sostenute. Lo scopo del prolungamento di questa misura è non solo quello di rendere più snelle le procedure e tutta la parte di burocrazia relativa alla legittimità degli edifici, ma anche quella di allargare il beneficio della detrazione massima a nuove tipologie di immobili, nonché il raggiungimento degli obiettivi relativi al risparmio energetico e alla riduzione di emissioni di CO2.
Il boom delle richieste per il superbonus è stato favorito anche dalle misure di semplificazione delle pratiche burocratiche per avere lo sgravio sui lavori. Ora è più semplice richiedere e utilizzare lo sgravio, grazie ai ritocchi contenuti in un emendamento del decreto Semplificazioni approvato dal governo. Cosa cambia in sostanza? Per procedere con la richiesta basta una semplice “Cila” o “CilaS” (Cila-Superbonus), cioè la comunicazione di inizio lavori, e non la “Scia” (la segnalazione certificata di inizio attività). Si tratta di una svolta importante, con un documento semplificato e un numero ridotto di informazioni richieste in fase di compilazione. Per le opere di “edilizia libera” nella Cila è richiesta la sola descrizione dell’intervento, mentre in caso di variazioni in corso d’opera basterà comunicarle a fine lavori come integrazione della stessa Cila. A conclusione dei lavori non è infine richiesta la segnalazione certificata di inizio attività.
Le novità sui cappotti termici e i pannelli
Non solo. È anche ufficiale che non c’è più l’obbligo della dichiarazione di conformità urbanistica sia in caso di superbonus 110% sia in caso di sismabonus per opere di intervento strutturale, come per esempio il rifacimento del tetto o del solaio o delle scale. La modifica libera i professionisti e i cittadini da numerosi passaggi burocratico-amministrativi.
Altre novità, poi, riguardano il cappotto termico e il cordolo anti-sismico: d’ora in avanti, andranno in deroga alle distanze minime fra edifici previste per legge. Riguardo ai tetti fotovoltaici viene inoltre chiarito che si potranno installare i pannelli anche nei centri storici. Nello specifico i pannelli potranno essere disposti nelle “zone A” che i Comuni hanno individuato successivamente al 1968, purché si tratti di pannelli integrati e non riflettenti, che non snaturino il paesaggio. Altra novità è che chi acquista un immobile oggetto di interventi di ristrutturazione al 110% avrà trenta mesi e non più diciotto per stabilire la propria residenza nel Comune dell’immobile e pagare l’imposta di registro ridotta del 2%.
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Source: avellinotoday.it
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