Oltre 300 cantieri aperti solo per il superbonus, per un giro d’affari di circa 40 milioni di euro. E poi le varie ristrutturazioni spinte dagli altri bonus voluti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Il Molise, come gran parte d’Italia, è tutto un cantiere edile. Il settore forse più martoriato dalla crisi del 2008 e anni a seguire sta trainando la ripresa economica. Ma i problemi non mancano, a cominciare dalla carenza di personale e dalla difficoltà a reperire materiali, i cui costi stanno schizzando alle stelle.
Secondo i dati diffusi dal Congresso nazionale di YouTrade su edilizia e distribuzione, il Molise è primo in Italia per spesa media legata all’utilizzo del superbonus 110% per il rifacimento di abitazioni unifamiliari, vale a dire villette e simili. Se la spesa media italiana è di 105mila euro, in Molise arriva a 130mila euro.
Questo è dovuto probabilmente al fatto che la nostra regione ha una scarsa incidenza di condomini, mentre la maggior parte delle persone ha una casa autonoma. Ma c’è un altro dato che impressiona. La nostra regione è terza in Italia per velocità d’uso del superbonus, cioè numero di interventi ogni mille famiglie. Solo Veneto e Calabria fanno meglio.
“Prima la ripresa post covid, ora il superbonus – commenta Dante Cianciosi, imprenditore a capo di un’azienda leader nel settore -. È stato come fare 100 metri in due secondi, con una Ferrari. Queste due cose hanno messo il turbo a tutto ciò che prima era addormentato. Oggi l’Italia è capofila nella crescita economica in Europa insieme con la Spagna”.
“C’è un’onda positiva – ammette il presidente dell’Acem-Ance Molise Corrado Di Niro -. Se prima c’era una certa reticenza per questi interventi governativi, ora si stanno affermando. Molti cantieri sono partiti, in Molise ce ne sono circa 300 attivi col superbonus per interventi pari a circa 40 milioni”.
Lo scoglio maggiore resta la burocrazia. Secondo Liberato Russo, presidente di Casartigiani Molise, “ci sono troppi cavilli. Le grandi aziende hanno meno difficoltà, ma i piccoli artigiani sono ancora molto bloccati da questi intoppi”.
Basta chiedere un po’ in giro ad architetti, muratori, fabbri, falegnami, per capire che i problemi non mancano. “I problemi di fondo sono due: materiali e manodopera – sintetizza il presidente degli edili molisani –. C’è un caro materiali che è importante, come associazione lo stiamo segnalando a livello nazionale e ai ministeri”. Un po’ tutto quello che ha a che fare con l’edilizia è aumentato a dismisura, dal ferro al legno, dall’acciaio all’alluminio, fino alle materie plastiche”.
“Il caro prezzi non c’è solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo – avverte Cianciosi -. Il prezzo del ferro è raddoppiato, ma c’è stato un forte aumento del costo del legno, circa il 50%, e poi degli isolanti e del pvc”. Qualche professionista racconta di cantieri fermi perché il polistirolo, materiale plastico usato per rifare il cappotto degli edifici, tarda ad arrivare. Il caro prezzi si unisce infatti a una scarsità di approvvigionamento e i lavori da ultimare – o da iniziare – si accumulano. Anche perché il superbonus è stato confermato fino alla fine del 2023 e al momento restano in piedi anche tutti gli altri, dagli infissi a alle facciate fino alle ristrutturazioni interne.
“Quello dei materiali è un problema grave – dice Russo -. Ci sono ditte che si sono dovute fermare perché non hanno materiale. Un po’ è una situazione figlia del post Covid, un po’ perché qualcuno ne approfitta. Gran parte dei materiali arriva dall’estero, da Paesi come Cina o India. E intanto i prezzi sono lievitati”.
“Per prima cosa il prezzo sale a causa dell’aumento della domanda. Poi per la scarsità di materie prime e l’incremento dei costi dell’energia”. Così Cianciosi individua le motivazioni dei prezzi saliti alle stelle.
Per Russo “bisogna calmierare i prezzi, lo abbiamo già chiesto alla Regione”. Stessa richiesta di recente avanzata dalla consigliera Pd Micaela Fanelli che aveva chiesto di fare pressioni sul Governo. Il provvedimento a quanto pare è stato adottato. “La Giunta regionale ha deliberato il nuovo prezziario poche settimane fa. Non è perfetto ma ci sarebbe voluto troppo tempo per rifarlo completamente. Quando siamo stati chiamati come associazione a dare un’indicazione in commissione regionale abbiamo preferito venisse approvato così, con l’intenzione di scriverne uno nuovo da subito”.
Certo è che non si possono rivedere con quei prezzi dei lavori che sono stati già fissati. Succede quindi che molte ditte o piccoli artigiani siano costretti a rivedere i costi dei preventivi a pochi mesi di distanza dalla presentazione al cliente. “Alla fine è l’utente che paga le conseguenze di questi aumenti” riconosce il presidente regionale di Casartigiani. Ma anche gli artigiani, molto spesso, stanno vedendo il loro margine di guadagno restringersi a causa proprio di questo imprevisto boom dei prezzi.
E se questo sembra il problema maggiore, ce n’è un altro atavico per la nostra regione: la mancanza di personale. “Noi imprese potremmo fare di più ma non troviamo operai da assumere. Siamo sotto organico e non so se questo è dovuto solo al momento”. Il numero uno di Ance-Acem individua il problema con “l’assistenzialismo, perché le persone preferiscono stare a casa grazie al fatto che hanno comunque un reddito. E non parlo solo dei giovani. Ognuno di noi vorrebbe dare qualcosa in più ma non può, è una situazione drammatica. Il fatto è che la politica non guarda alle esigenze del territorio. Se metti in piedi uno strumento di rilancio del settore, poi devi dare alle imprese la possibilità di assumere. Basterebbe davvero poco per ridare slancio a un settore che è stato martoriato”.
“Quello del personale che non si trova è un problema storico per l’artigianato – interviene Russo -. C’è da dire che molti giovani hanno la mentalità sbagliata che per prima cosa li porta a chiedere quant’è lo stipendio ancor prima di imparare. Poi però c’è anche un altro fattore, almeno nel settore dell’impiantistica, e cioè che manca una formazione adeguata. Però la Regione Molise, a differenza di altre, non programma corsi specifici riconosciuti per manutentori, saldatori o altro”.
Che manchino persone da assumere è opinione diffusa e purtroppo non solo nell’edilizia. Anche Cianciosi ha lo stesso riscontro. “Ci sarebbe la possibilità di fare altre assunzioni ma mancano proprio le persone. Bisognerebbe cambiare il Reddito di cittadinanza perché così non risolve i problemi. E poi nell’edilizia spesso le aziende si fanno concorrenza l’una con l’altra sottraendosi personale”.
Il fattore formazione in questo caso è relativo secondo Di Niro. “L’edilizia si è evoluta, come tecnologie, materiali e metodologie di messa in opera. Come scuola edile ci siamo attivati facendo diversi corsi per formare i lavoratori all’ingresso in cantiere”.
Il tema resta quello del tanto chiacchierato Reddito di cittadinanza. “Bisogna mettere mano all’assistenza al reddito, far capire alle persone che l’assistenza non può durare a lungo e che in questo momento potrebbero trovare un’occupazione. Poi io le imprese molisane le conosco: se trovano un operaio buono se lo tengono”.
Source: primonumero.it
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