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Superbonus 110%: un mercato da oltre 30 miliardi di euro – Lavori Pubblici

Stando al report pubblicato da Enea relativamente agli
interventi di superbonus 110% che necessitano di asseverazione
relativa agli interventi di ecobonus, a maggio 2022
sarebbero oltre 30 miliardi di euro
gli investimenti ammessi a
detrazione, di cui quasi 21,5 miliardi relativi a lavori già
conclusi.

Superbonus 110%: i numeri della discordia

Numeri da capogiro a cui occorrerebbe aggiungere anche le
detrazioni che riguardano la parte sisma del superbonus, ovvero gli
interventi di riduzione del rischio sismico che non coinvolgendo la
piattaforma Enea, rappresentano al momento un’incognita.

Volendo prendere per buoni questi numeri, ci si potrebbe
chiedere in che modo Governo e Parlamento abbiano previsto
l’adeguata copertura di questi investimenti che il comparto delle
costruzioni non vedeva da decenni. Adempimenti, requisiti,
controlli e modalità di fruizione che un attento legislatore
avrebbe dovuto valutare correttamente con la consapevolezza che
quando si interviene sull’edilizia entrano in gioco diversi
fattori, tutti con tempistiche a medio termine, tra i quali:

  • la formazione dei lavoratori;
  • gli approvvigionamenti di materiali;
  • le pratiche edilizie;
  • preventivi e contratti;
  • le tempistiche di lavorazione.

Superbonus 110%: la pianificazione dell’intervento

Tutti elementi che sono accomunati da un unico filo conduttore:
la pianificazione. Perché per poter correttamente incastrare tutti
questi tasselli occorre una attenta pianificazione che coinvolga
ogni aspetto del processo superbonus. Non è difficile comprendere
che dall’”idea” di attuare degli interventi di riqualificazione
energetica o riduzione del rischio sismico (soprattutto quando si
parla di condomini) si passi attraverso:

  • assemblee di condominio;
  • valutazioni preliminari;
  • audit energetici e strutturali;
  • un progetto di riqualificazione;
  • la realizzazione degli interventi.

Tra la prima e l’ultima attività possono trascorrere mesi (anche
parecchi) in cui può succedere di tutto. Può accadere che in corso
d’opera il direttore dei lavori si renda conto di dover modificare
il progetto. Possono sopraggiungere problematiche di
approvvigionamento dei materiali che si rendono introvabili. Come
può accadere che cambino le regole del gioco e che gli attori
coinvolti nel processo (contribuenti, professionisti e imprese) si
trovino inaspettatamente a doversi confrontare con business plan
“liquidi”, senza una forma e che cambiano continuamente.

La riduzione del plafond

È proprio quello che è accaduto e sta ancora accadendo con i
principali bonus edilizi (superbonus 110% in testa) in cui nei
primi due anni di applicazione si è intervenuti su requisiti,
adempimenti e controlli, senza inficiare la pianificazione di tutti
gli attori coinvolti; mentre in questi primi sei mesi del 2022
Governo e Parlamento hanno prodotto correttivi su correttivi sul
meccanismo delle opzioni alternative, ovvero il principale artefice
della rinascita del settore dell’edilizia.

È grazie alla cessione del credito che tutti i contribuenti
hanno avviato interventi che senza non avrebbero potuto neanche
immaginare. Ed è grazie ad un plafond praticamente infinito (il
primo meccanismo non aveva alcuna limitazione su soggetti
acquirenti e numero di passaggi) che professionisti e imprese hanno
potuto lavorare applicando a tutti indistintamente lo sconto in
fattura. Sconto in fattura che avrebbe consentito la maturazione di
crediti indiretti che nella cessione successiva si sarebbe
convertiti in quella liquidità necessaria per pagare fornitori,
dipendenti, tasse, macchinari, magazzini.

Con le limitazioni al meccanismo di cessione del credito
arrivate dal Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter) il
settore è stato protagonista di un assottigliamento del plafond
disponibile dalle banche con l’ovvia conseguenza che la capienza
fiscale degli acquirenti dei crediti non è più riuscita a coprire
l’ammontare di credito maturato.

Una conseguenza disastrosa che sta mettendo spalle al muro
professionisti e imprese, sempre più vittime di loro stessi, e
contribuenti che hanno visto allungare ed in alcuni casi bloccare i
lavori.

Serve certezza

Dopo l’ultima modifica arrivata dal Decreto Legge n. 50/2022
(Decreto Aiuti), il comparto attende una riattivazione delle
offerte di acquisto dei crediti, soprattutto dai player principali
del biennio 2020-2021, ovvero Poste Italiane e Cassa Depositi e
Prestiti. Offerte che tardano ad arrivare nell’attesa della
conversione proprio del Decreto Aiuti che non arriverà prima del 16
luglio 2022.

La speranza è che qualsiasi modifica arriverà nel percorso di
conversione possa essere utile solo ad allargare ulteriormente il
plafond disponibile e sempre che questa sia davvero l’ultima
modifica perché per il settore non c’è niente di peggio che vivere
in una situazione in continuo movimento in cui la parola
pianificazione ha perso ogni significato.

Source: lavoripubblici.it

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