Torna a correre l’edilizia in Veneto, spinta dal superbonus 110%. La regione è sul podio italiano per l’utilizzo della misura, tanto che a fine anno potrebbe arrivare a superare un miliardo di investimenti, come si può facilmente immaginare vedendo già adesso scarseggiare la disponibilità di ponteggi. «Ma sull’aumento delle materie prime interne, qualcuno fa il furbetto», dice Enrico Maset, presidente di Edilcassa, che ha promosso un’indagine sul settore insieme a Unioncamere, il cui numero uno Mario Pozza avverte: «Questo incentivo è una drogatura del mercato, per cui chiediamo piuttosto una riduzione del beneficio fiscale in cambio della sua conferma strutturale».
Superbonus 110
La ripresa delle costruzioni si incornicia in un contesto di ottimismo, a cominciare dalla previsione di aumento del Pil pari a +5,9% segnalata da Prometeia, secondo le 600 aziende intervistate. «Dopo un difficile 2020, si riprende il sentiero di crescita nel 2021», spiega l’analista Antonella Trevisanato. Il fatturato segna +1,2% nel primo trimestre e +2,5% nel secondo, con +3,2% fra le imprese artigiane. Gli ordinativi registrano una crescita tendenziale del 4,1% e congiunturale del 3%. L’occupazione sale dello 0,9% e la generale fiducia degli imprenditori è offuscata solo dal timore per l’incremento dei prezzi. «Se riparte l’edilizia, poi ripartono tutti gli altri settori», sorride Francesco Orrù, vicepresidente di Edilcassa.
L’USOIn questo quadro, il superbonus sta spopolando. «Il Veneto è secondo in Italia per numero di interventi con 5.780 asseverazioni e terzo per investimenti con 731,5 milioni», sottolinea Federico Della Puppa, coordinatore dell’Osservatorio sul mercato delle costruzioni. La regione è prima per uso dell’incentivo in rapporto al numero di famiglie (2,75 ogni 1.000, contro una media nazionale di 1,7) e terza per impatto sulle abitazioni unifamiliari (con una spesa media di 102.517 euro, mentre nei condomìni è di 537.815). Dovendo mettere d’accordo più proprietari, i palazzi sono più indietro nella riqualificazione, pur avendo comunque attivato lavori per oltre 200 milioni, anche se va meglio quando le unità immobiliari sono funzionalmente indipendenti, con 2.882 interventi (1,20 ogni mille) e 265 milioni di euro. Così si comprende il secondo posto nella classifica delle opere realizzate: finora è stato avviato il 73,4% degli investimenti previsti, con una spesa effettiva di 537 milioni. Ciononostante due terzi delle imprese sono dubbiosi sull’utilità della misura, in quanto la maggior parte ritiene che la norma sia di difficile applicazione, tanto che risulta un affare solo per le ditte più strutturate. Ecco perché gli imprenditori chiedono una stabilizzazione del provvedimento, tale da poter essere inserito in una programmazione. «Ma chiediamo anche attenzione alla riforma del catasto afferma Pozza e in questo condivido la posizione di Matteo Salvini: dobbiamo dare certezze ai proprietari degli immobili».
Source: ilgazzettino.it
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