Gli obiettivi del Superbonus sono lungimiranti e contribuiranno a dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030. Ma le modalità di attuazione degli incentivi al 110% per isolare case e condomini, riducendo il consumo energetico e quindi le loro emissioni, hanno messo in atto una vera e propria speculazione sui prezzi delle materie prime e anche sul costo del lavoro, che hanno avuto rincari record.
Ad oggi sono stati spesi in tutta italia il 40% dei fondi (18,5 miliardi) messi a disposizione dal Pnrr, quindi 7,5 miliardi, di cui «solo» un miliardo e cento milioni in Lombardia, e circa 150 milioni nel Bresciano. Il 70% dei cantieri aperti è già stato chiuso e liquidato (dopo i controlli Enea). Il problema è riuscire a spendere gli altri fondi. Per le case singole e unifamiliari (la metà di tutti gli interventi) la scadenza ad oggi è fissata al 30 giugno del 2022. Il Governo con la legge di Bilancio ha promesso una proroga di un anno per i condomini (al pari delle case popolari) ma da più parti arrivano accorati appelli: «Si proroghino gli interventi anche per le singole abitazioni o in centinaia di casi non si riuscirà a concludere i cantieri per tempo» spiega il costruttore bresciano Tiziano Pavoni, presidente regionale dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili. Stesso appello arriva anche dal deputato 5 Stelle Claudio Cominardi, forza politica ad aver voluto il Superbonus.
Al momento le pratiche di Superbonus nel Bresciano non arrivano a 700 a fronte delle 46mila in Italia e delle 6384 in Lombardia. Considerato il numero di abitanti e di abitazioni nella nostra regione le pratiche sono inferiori alla media: la nostra provincia conta il 2% degli abitanti di tutta la nazione e quasi 400mila abitazioni e dovrebbe avere almeno duecento pratiche in più. Probabilmente ha influito anche l’impossibilità di realizzare interventi nelle abitazioni della città collegate al teleriscaldamento, considerato fonte rinnovabile con l’indice d’efficienza più alto in Italia (0,12) che fa risultare tutte le abitazioni in classe energetica A anche se sono vecchie e disperdono calore. Legambiente Brescia sollecita Loggia e A2A a parlarsi: i Sos a Roma di Regione e di tutte le istituzioni per ora sono incredibilmente senza risposta. Brescia città rischia di non beneficiare nemmeno di euro dei fondi restanti (11 miliardi, di cui 200 milioni dovrebbero arrivare nel Bresciano). Anche se arrivasse una norma pro-Brescia la tempesta perfetta dei rincari delle materie prime (fino al 100% per gli isolanti) e la scarsità di manodopera ritarderà l’avvio di quegli interventi per i quali non c’è nemmeno progettazione (ostaggio di una burocrazia elefantiaca che costringe il privato a pagare l’intero intervento qualora ci fossero difformità, senza possibilità di usufruire delle storiche detrazioni del 65% o del 50%).
«Il problema maggiore si pone per le case singole — spiega Pavoni —. Mancano materiali ma anche le attrezzature per allestire i ponteggi e addirittura la manodopera. C’è poi l’aspetto burocratico: per effettuare l’intervento vanno sanate eventuali irregolarità ma ci sono comuni che ci mettono anche dieci mesi. Per questo è importante che il Governo nella Manovra proroghi il Superbonus almeno a fine del 2023, meglio 2024. Un arco temporale più lungo servirebbe a calmierare i prezzi». I ritardatari però non devono disperare: dal 2024 il Superbonus non cesserà, ma scenderà al 70% della spesa. Vanno ammodernate le abitazioni: in provincia sette su dieci sono ancora in classi energetiche G,F,E necessitando del triplo di energia rispetto ad una casa coibentata.
26 ottobre 2021 | 09:59
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Source: brescia.corriere.it
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