di Daniele Bovi
È una vicenda emblematica dei ritardi più volte sottolineati nell’attuazione del Superbonus 110% quella che arriva da Perugia, dove i residenti di un condominio di Monteluce, costituitisi in un comitato, hanno preso carta e penna per scrivere al sindaco Andrea Romizi e all’assessore Otello Numerini. Gli inquilini, che risiedono in una palazzina costruita nel 1950, tramite un loro tecnico hanno chiesto ormai da sette mesi il progetto originale dello stabile, senza il quale la macchina del Superbonus non si può mettere in moto.
Lungaggini «Da oramai quasi due anni – scrive il comitato – stiamo cercando di far partire i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico del nostro piccolo condominio ma siamo bloccati da lungaggini burocratiche e mille paletti che rendono, di fatto, inaccessibile per noi questo beneficio. Anche le recenti semplificazioni apportate al decreto sembrano comunque non essere sufficienti, anzi, in alcuni casi sembrano rendere ancora più complesso l’iter». I condomini sottolineano che proprio le unità immobiliari come quella di via Fra Bevignate ad avere particolare bisogno di un ammodernamento, chiedendo quindi al Comune di fornire quanto prima la documentazione.
Mesi di difficoltà Di sicuro difficoltà di questo tipo non riguardano solo Perugia e l’Umbria. Complici l’enorme mole di richieste e la pandemia, che ha costretto buona parte della Pubblica amministrazione allo smart working, i tempi per l’ottenimento della documentazione necessaria sono diventati in molti casi biblici. Più volte nel corso degli ultimi mesi i vertici regionali delle professioni tecniche hanno protestato, chiedendo correttivi oltre che chiarezza e uniformità nell’applicazione di norme e procedure. Nei giorni scorsi, i presidenti dei Collegi dei geometri di Perugia e Terni, Enzo Tonzani e Alberto Diomedi, si sono detti favorevoli alle proposte fatte dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, «di riaprire gli uffici del pubblico impiego e far tornare a lavorare in presenza i dipendenti pubblici, riducendo quindi lo smart working, anche magari ampliando l’obbligo del Green pass ad altre categorie lavorative così come già previsto per il personale scolastico». Nel frattempo, chi vorrebbe far partire i lavori aspetta.
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Source: umbria24.it
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