Occhio a usare con leggerezza il Superbonus del 110%. In caso di violazioni, la mannaia del Fisco si abbatterebbe senza pietà.
Lo abbiamo detto più volte. Meglio non sottovalutare il Superbonus del 110%, una delle agevolazioni più attenzionate dal Fisco e, soprattutto, più intrisa di regole. L’Agenzia delle Entrate monitora attentamente sull’erogazione e l’eventuale fruizione del bonus, accertando al millimetro la regolarità dei requisiti di accesso, anche parziali. Inoltre, qualora il tutto non fili per il verso giusto e vengano accertate delle mancanze, lo stesso ente provvederà al recupero delle somme spettanti, con tanto di aggravio di interessi. Senza distinzioni peraltro: chi usufruisce dello sconto in fattura o della cessione del credito, il trattamento sarà lo stesso.
Sarà il beneficiario del Superbonus a rispondere di eventuali irregolarità e/o violazioni. Per il fornitore, risulterà la responsabilità in solido. Nessun rischio, invece, per coloro che hanno agito in buona fede o con violazioni non commesse in prima persona. Resta il fatto che la misura è da prendere con le molle perché, in caso di sospetti e accertamenti proficui del Fisco, i rischi saranno ben più delle agevolazioni avute.
Superbonus, i controlli del Fisco: tutti i requisiti irrinunciabili
In sostanza, il Fisco tiene d’occhio chi utilizza il Superbonus per lavori di grossa entità (efficientamento energetico, edilizia, ecc.). L’Agenzia delle Entrate può notificare accertamenti entro il 31 dicembre del quinto anno successivo rispetto a quello in cui la dichiarazione di fruizione è stata presentata. Chiaramente, i controlli più approfonditi scatterebbero nel caso in cui, in fase preliminare, vengano notati dei presupposti volti potenzialmente indicativi di violazioni. Nel caso della cessione del credito, la notifica può essere inviata entro il 31 dicembre dell’ottavo anno. In caso di verifiche, l’ente potrà richiedere specifici documenti e, per questo, tutto ciò che è relativo al Superbonus dovrà essere conservato (fatture incluse), fra cui le copie dei bonifici di pagamento per le persone fisiche.
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Per ricevere l’agevolazione è necessario l’utilizzo del bonifico parlante. Ossia che attesti i dati in grado di dimostrare il diritto allo sgravio fiscale (codice fiscale, Partita Iva, causale del versamento con indicazione della normativa che regola il bonus). Nel caso in cui i lavori siano eseguiti dal detentore dell’immobile e non dal suo proprietario, è necessario che quest’ultimo dichiari il suo consenso (altro documento da conservare con cura). Per le parti comuni dell’edificio, la delibera dovrà essere di tutta l’assemblea condominiale, con tabella millesimale di ripartizione dei costi. Infine, necessaria la copia dell’asseverazione degli interventi antisismici e di efficientamento. Una copia si trasmette all’ENEA, l’altra è da conservare scrupolosamente. Il Fisco non perdonerebbe.
Source: contocorrenteonline.it
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