
L’entrata in vigore del decreto Sostegni ter ha modificato le regole: viaggio tra le banche del territorio bergamasco. Però è uno l’istituto che ha sospeso la compravendita del credito (come già Poste e Cdp). Le scelte degli altri
Banche in fuga? Dopo Poste Italiane e Cassa depositi e prestiti, diversi istituti hanno sospeso temporaneamente dal 7 febbraio l’attività di compravendita di tutti i crediti fiscali: Superbonus 110%, Ecobonus, Sismabonus, bonus facciate, ristrutturazione edilizia. Il motivo è lo stesso: dal 27 gennaio la legge è cambiata e da quel giorno è possibile cedere il credito una volta sola. Questo significa che banche ed intermediari finanziari non potranno cederlo a loro volta.
Nella triangolazione bonus, cittadino e Stato, le banche non svolgono un ruolo secondario. Il tecnicismo finanziario prevede, infatti, che quando si decide di fare un lavoro che rientra ad esempio nel Bonus 110%, per ogni 10 euro spesi lo Stato ne restituisca 11. Due sono le strade percorribili: una prima vedrà la spesa «restituita» nel tempo recuperandone una quota per diversi anni attraverso la dichiarazione dei redditi. Oppure si può cedere il credito a una banca o istituto che se ne occupa. In questo caso il vantaggio è che chi ha fatto svolgere i lavori ottenga subito la somma (non tutto il 110%) e poi sia l’istituto a recuperare i soldi (come fosse un mutuo). La differenza fra quanto erogato subito e quanto recuperato nel tempo dalla banca rappresenta il guadagno per l’istituto di credito.
Dopo l’entrata in vigore del decreto Sostegni ter, che ha modificato l’articolo 121 del decreto Rilancio (e cioè la disposizione che regola lo sconto in fattura e la cessione del credito corrispondente alle detrazioni fiscali) è scattato un periodo cuscinetto, ma la data del 7 febbraio è stata lo spartiacque tra un prima ed un dopo in una situazione che si presenta bancariamente diversificata: c’è chi è in stand-by e chi, invece, mantiene un’operatività per così dire attiva ma «attenta». La Bergamo delle banche è sotto l’egida dei grandi gruppi, che già venerdì scorso hanno diramato note ufficiali a cui anche le divisioni territoriali fanno riferimento. Temporaneo stop per Banco Bpm: «Alla luce delle limitazioni al numero di cessioni dei crediti fiscali, contenute nel decreto Sostegni ter — si legge in una nota — Banco Bpm ha temporaneamente sospeso l’acquisizione di nuove pratiche da privati, condomini e imprese che applicano lo sconto in fattura, in attesa di adeguare il proprio modello di servizio alle nuove disposizioni di legge e riprendere a operare con la clientela. Nel frattempo, prosegue la finalizzazione delle pratiche con crediti fiscali già maturati e cedibili nel rispetto delle scadenze fissate dal decreto, e l’acquisizione di crediti fiscali dai soggetti aggregatori che operano tramite sconto in fattura. L’obiettivo è comunque quello di limitare, per quanto possibile, l’impatto sui propri clienti».
Sul fronte Bper interviene il direttore regionale Luca Gotti: «Noi rimaniamo operativi, abbiamo molte pratiche in corso il cui iter ovviamente è connesso al momento, ma la nostra attività prosegue dopo un rallentamento dovuto al recepimento delle nuove normative». Tutto prosegue anche in casa Intesa Sanpaolo, che a fine gennaio comunicava di avere già acquisito oltre 2 miliardi di euro di crediti, di cui circa 1,2 miliardi dalle imprese che hanno praticato lo sconto in fattura. E in magazzino ha un ammontare di richieste in lavorazione per oltre 9 miliardi. «Proseguiamo con il supporto alle imprese e alle famiglie, adeguando il nostro processo alle modifiche normative che via via stanno arrivando — spiegano da Intesa —. Abbiamo un processo molto controllato, grazie alla partnership con Deloitte, che ci ha consentito di operare nel rispetto delle norme e nel corretto utilizzo del denaro pubblico. Proprio in questi giorni abbiamo avviato una serie di incontri in tutta Italia con le piccole e medie imprese (Pmi, ndr) per rilanciare l’iniziativa alla luce delle recenti modifiche normative: il primo webinar dedicato alle Pmi clienti della direzione regionale Lombardia Nord ha visto circa 300 partecipanti».
Più «gestibile», se così si può dire, è la situazione delle Bcc, banche territorialmente molto salde e con policy su misura. È questo il caso della Bcc Bergamasca e Orobica: «Stiamo seguendo l’evolversi della situazione — afferma il direttore generale Alberto Pecis — con un’operatività che ci ha visto, fin dall’inizio, osservanti di una regola che ci siamo dati, e cioè che avremmo operato solo incrociando le esigenze della nostra clientela. Questo significa che abbiamo deciso di comprare solo i crediti dei nostri clienti».
14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 10:56)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.