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Superbonus, Barozzi: «Riscatto per periferie e ambiente. Ma troppe false imprese» – Corriere del Mezzogiorno

Mezzogiorno, 5 luglio 2022 – 19:42

Parla il numero uno della Cobar di Altamura: «L’efficientamento energetico è stato garantito anche per i redditi bassi»

di Vito Fatiguso

Il periodo degli incentivi all’edilizia sta gradualmente volgendo al termine. Cosa ha prodotto? Nella maggior parte dei casi, al netto delle manovre speculative, un vantaggio anche per fasce di popolazione a basso reddito. Vito Barozzi, numero uno della Cobar di Altamura, ha realizzato interventi per numerose realtà tra Puglia e Basilicata.


Barozzi, gli incentivi per l’edilizia hanno sostenuto il settore nel periodo post Covid. Qual è l’esperienza di Cobar?

Vito Barozzi
Vito Barozzi

«La nostra esperienza è stata innanzitutto quella di assistere a un importante periodo di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, non soltanto dal punto di vista architettonico, ma soprattutto dal punto di vista funzionale attraverso il miglioramento delle prestazioni energetiche e della sicurezza strutturale degli edifici. Non secondario è l’effetto che tali incentivi hanno avuto sul settore dell’edilizia facendo riscontrare un notevole incremento di posti di lavoro; nel caso di Cobar questo ha permesso di consolidare il trend di crescita, già avviato prima dei bonus, che ha portato l’aumento del numero di assunzioni e l’infittimento della rete di collaborazione esterne».

Si è riusciti anche a toccare aspetti sociali con il supporto di fasce di popolazione in difficoltà?

«Per la nostra esperienza, sì. L’accesso agli incentivi ha consentito l’ingresso ai bonus a famiglie a basso reddito dando la possibilità di riqualificare la propria abitazione. Se da un lato, tali riqualificazioni, comportano una riduzione di sprechi e un abbattimento dei costi in bolletta, dall’altro contribuiscono a migliorare la qualità dell’abitare, apportando conseguentemente anche un miglioramento in quei quartieri periferici presenti nel nostro tessuto urbano. Come gli interventi eseguiti ad ex quartieri popolari del comune di Bernalda in Basilicata e nei quartieri periferici baresi di San Pio e San Paolo».

Qual è l’aspetto sociale che la rende orgoglioso?

«Siamo riusciti ad intervenire in un breve lasso di tempo su oltre 50 edifici residenziali tra Puglia e Basilicata, migliorando le prestazioni di più di 1.700 appartamenti. Grazie alla sostituzione degli impianti tecnologici, la coibentazione di circa 210 mila metri quadrati di superficie disperdente, e la sostituzione degli infissi obsoleti possiamo riscontrare una riduzione di circa 3.700 Kwh per ogni metro quadrato di superficie disperdente ogni anno, con un risparmio medio del 61% di energia elettrica. Riduzioni che hanno un impatto notevole sia in termini di risparmio economico in bolletta e nei costi condominiali, sia in termini di incremento del valore di mercato dell’immobile: un immobile di classe energetica “A” avrà un valore più alto di un immobile paritetico di classe “G”. Il risparmio in termini di minor gas utilizzato per riscaldare l’abitazione e per la produzione di acqua calda determina anche una riduzione dei costi annuali di utilizzo gas, che si traducono in circa 400 euro all’anno. Infine, un terzo dato che può evincersi è l’abbattimento di emissioni di Co2 in atmosfera, che sui nostri 54 edifici è stimato intorno al 65%».

La sua azienda è stata coinvolta nel caso ospedale in Fiera. Eppure l’obiettivo era supportare il sistema sanitario in difficoltà.

«Ci siamo approcciati al bando pubblico di affidamento dei lavori con la massima attenzione nei confronti di “un’impresa” che oltre a stimolare la voglia di confrontarci con una sfida estremamente complessa, riservava una responsabilità delicatissima nei confronti di tantissimi pugliesi che in quel periodo affrontavano con difficoltà la pandemia. L’essere riusciti, con grande sacrificio e diligenza, a centrare l’obiettivo di dare una struttura perfettamente funzionante in 45 giorni sicuramente ci ha resi orgogliosi ma ciò che apprezziamo di più è quanto essa abbia supportato e stia continuando a supportare il sistema sanitario in questo anno e mezzo di funzionamento. Per quello che riguarda l’inchiesta, per il nostro assoluto rispetto del lavoro della Magistratura, ci pare corretto non aggiungere nulla».

Le incentivazioni in edilizia vanno verso l’esaurimento. Andrebbe rivista questa tendenza?

«La tendenza all’esaurimento era un destino inevitabile. Sicuramente possiamo affermare che le incentivazioni sarebbero sopravvissute più a lungo se non fosse stato permesso a tante imprese nuove ed inesperte, alcune nate appositamente per approfittare dei bonus e per frodare in maniera ignobile il sistema delle cessioni, di riversarsi sul mercato. Certamente si sarebbe potuto cogliere in maniera decisamente più netta che, laddove hanno operato imprese qualificate tecnicamente ed economicamente, i vantaggi sono tangibili in termini di rinnovo del patrimonio edilizio, in termini di risparmio energetico ed in termini di introiti nelle casse dello stato con una importante contropartita nei confronti delle somme impegnate dallo Stato. L’unica cosa che si può sperare è che ci sia una apertura a prolungare le incentivazioni in virtù del fatto che l’80% del patrimonio edilizio nazionale costruito negli anni 60/70 nel giro di pochi anni avrà urgenza di riqualificazione strutturale ed energetica non più procrastinabile; bisogna sperare però che questo avvenga attraverso regolamentazioni e limitazioni della scelta degli operatori come ad esempio la possibilità di accesso a tali bonus solo ad imprese che abbiano i requisiti tecnici idonei (come d’altronde accade nei lavori pubblici) e la capacità economica e finanziaria per supportarli (attraverso la verifica dei fatturati degli esercizi precedenti) e questo andrebbe anche a riassestare il mercato dell’edilizia “drogato” da chi ha operato in maniera scellerata in questo periodo».

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5 luglio 2022 | 19:42

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Source: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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