Benché il “superbonus” sia ormai ufficiosamente terminato, la
sua eco rimbomberà nelle aule dei tribunali ancora per parecchi
anni. Le cause sono diverse ma vanno ricercate, soprattutto,
all’interno di una norma scritta male e corretta peggio che ha
fornito le condizioni ideali per una tempesta perfetta.
Superbonus: contenziosi all’orizzonte
Una norma che ha coinvolto aspetti di natura edilizia con altri
fiscali senza le necessarie attenzioni di un legislatore più
attento (nella prima fase) a far esplodere il numero degli
interventi per poi (nella seconda fase) contrapporre paletti per
scoraggiarne l’esecuzione.
La conferma è arrivata da una nuova interessante pronuncia del
Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche (sentenza n.
642/2024) all’interno della quale i giudici affermano
“Premesso che le disposizioni dell’art. 119 della L. n.
77/2020, come successivamente integrate e modificate, nonché le
norme e le direttive di natura fiscale inerenti il c.d. bonus 110,
produrranno verosimilmente nei prossimi anni un nutrito contenzioso
all’esito dei primi controlli che l’Agenzia delle Entrate (anche
sulla
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