MILANO – Nel testo in circolazione del decreto per il riparto dei 30,6 miliardi del fondo complementare al Pnrr si trovano alcune modifiche al Superbonus, già ritoccato in diverse occasioni (con la conversione del decreto Rilancio e quindi con la nuova finanziaria) e in attesa di semplificazioni burocratiche e una proroga per la quale il governo si è impegnato ad arrivare a tutto il 2023, una volta valutati i risultati della prima fase.
Nel decreto sul fondone, dove si assegnano all’efficienza energetica e anti-sismica degli edifici 4,72 miliardi in aggiunta ai 13,95 del Pnrr, il governo inserisce l’estensione dal 31 dicembre 2022 al 30 giugno 2023 della possibilità di accedere alle detrazioni per le case popolari. Dettaglia poi un orizzonte temporale modulato a seconda di chi fa gli interventi (persone fisiche, condomìni e case popolari) e del diverso avanzamento dei lavori. Infatti il testo specifica che alle persone fisiche che al 30 giugno 2022 siano arrivate al 60% dell’intervento complessivo, la detrazione al 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre del prossimo anno. Nel caso dei condomìni, si indica che la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 (senza riferimenti agli avanzamenti dei lavori). Per le case popolari, invece, che alla data del 30 giugno 2023 abbiano raggiunto il 60 per cento dell’intervento complessivo, la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023.
E l’estensione a tutto il 2023, evocata a gran voce dalla filiera per non bloccare questa misura che ha vissuto una partenza lenta? C’è un riferimento anche a questo aspetto. Nel testo si specifica che “gli eventuali minori oneri previsti anche in via prospettica rilevati dal monitoraggio degli effetti dell’agevolazione”, rispetto alla previsione tendenziale, “sono vincolati alla proroga del termine della fruizione della citata agevolazione, da definire con successivi provvedimenti legislativi”. Quindi si affida il monitoraggio delle spese alle Finanze sulla base dei dati comunicati con cadenza trimestrale dall’Enea e i conseguenti aggiornamenti delle stime sono comunicati alle competenti commissioni parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
Source: repubblica.it
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