«E’ necessario sbloccare subito la cessione dei crediti o a pagarne le conseguenze saranno cittadine ed imprese. Sono migliaia gli immobili che rischiano di non essere ristrutturati e che non godranno delle operazioni di ammodernamento e di efficientamento energetico». Questo è in sintesi l’appello che il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Roberto Boschetto ha fatto arrivare sulla scrivania del Prefetto, Raffaele Grassi.
Gli obiettivi
L’obiettivo della missiva è denunciare gli effetti e chiedere la modifica delle disposizioni introdotte con l’art. 28 del Dl Sostegni ter che, con l’intento di evitare le frodi nell’utilizzo dei bonus edilizia, limitano ad una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali. Un provvedimento pensato per punire i “furbetti del bonus”, ma che in realtà blocca tutto il comparto casa. «Da una stima fatta dal nostro Ufficio Studi Confederale – sostengono da Confartigianato – se la cessione del credito rallenta, le aziende bloccheranno le commesse e, conseguentemente, lavoro e fatturato. Sono circa 1.800 le case in provincia di Padova che rischiano di non venire ristrutturate, perdendo l’opportunità di essere ammodernate ed essere rese più efficienti sotto l’aspetto energetico».
Settore costruzioni
ªParliamo di una stima di circa 180milioni di euro di lavori edili che non verranno svolti, se la stretta dovesse passare così com’è – spiega Boschetto – E consideriamo che il settore Costruzioni nella nostra provincia stava macinando numeri da record. In attesa dell’entrata in vigore del Decreto, il prossimo 7 febbraio, si assiste in questi giorni alla “corsa alla cessione”, ma il rischio è anche quello di un innalzamento dei tassi d’interesse. Per questo -prosegue il Presidente- come Confartigianato ci stiamo mobilitando a tutti i livelli: dalla lettera del Presidente nazionale Marco Granelli al Presidente del Consiglio Mario Draghi, alla nostra inviata al Governatore Luca Zaia e ai Prefetti, sino all’incontro con i Parlamentari veneti in programma per la fine della prossima settimana, con l’unico obiettivo di sollecitare tutti ad una modifica, in sede parlamentare, dell’articolo 28 portando i nostri 10 motivi: 1) cambi in corsa nelle regole disorientano le imprese; 2) stabilità normativa indispensabile per consumatori e imprenditori; 3) mercato già bloccato dall’effetto annuncio; 4) tutta la filiera compromessa; 5) non solo danni economici; 6) in gioco anche la reputazione delle imprese; 7) a rischio liquidità e programmi di sviluppo delle imprese; colpiti gli operatori onesti e responsabili; 8) aumenta la sfiducia verso un efficace strumento per la transizione green; 9) rallenta la corsa verso obiettivi di risparmio ed efficienza energetica; 10) l’accesso agli incentivi diventa elitario. Chiediamo -conclude Boschetto- la massima sollecitudine per la correzione, perché le imprese non possono sopportare 60 giorni di blocco delle attività e i cittadini non devono essere lasciati dallo Stato nella più assoluta incertezza circa la cessione dei loro crediti fiscali. Il giusto contrasto alle frodi non può essere la motivazione per impedire alle imprese di lavorare e per gettare un’intera economia in confusione, ne va della crescita economica del Paese già messa alla prova dal caro prezzi dei materiali e dell’energia».
Padova
In provincia di Padova, le imprese del comparto casa sono 11.790, di cui 8.047 nell’edilizia, 2.641 nell’installazione di impianti, 1102 nel comparto legno. Gli addetti del settore sono 24.220: 14.183 nell’edilizia, 6.354 negli impianti, 3.683 nel comparto legno.
Source: padovaoggi.it
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