Restano ancora solo poche gocce. Mentre il rubinetto del credito è ormai quasi chiuso, tanti cantieri sono ancora aperti e rischiano il blocco. D’altra parte, questo scenario era stato già ampiamente annunciato e previsto proprio dagli stessi addetti ai lavori, con Ance Taranto in prima linea. E adesso? Secondo una prima stima tra le aziende tarantine, i milioni di euro bloccati sono tanti, anche se al momento non precisamente quantificabili nemmeno dalla stessa associazione dei costruttori. Questo significa che le imprese si sono economicamente esposte, hanno anticipato dei soldi e, probabilmente, ne perderanno una parte.
I dati
A Taranto, secondo quanto registrato dal Data Analyst di Aforisma Centro Studi, Davide Stasi, da gennaio a luglio 2022 ci sono state 2.292 asseverazioni (è un documento tecnico che serve ad attestare la sussistenza di tutti i requisiti tecnici necessari per poter fruire dei bonus edilizi) con una stima di investimenti ammessi a detrazione pari a 369.004.972 euro. Il Tarantino è al penultimo posto in Puglia per numero di interventi finanziati. In tutta la regione, si contano infatti, 15.280 asseverazioni, per un totale di 2 miliari 460 milioni di euro. Naturalmente, questi dati che sulla carta potrebbero significare un periodo positivo per l’edilizia, in realtà sono un groviglio di problemi perché molte imprese non hanno potuto cedere i loro crediti alle banche che, intanto, non li acquistavano più. E, dunque, i nuovi lavori non sono mai cominciati o procedono a stento, gravati fortemente anche dai costi delle materie prime.
Gli occhi sul Governo
A questo punto, gli occhi sono tutti puntati sul Governo, come spiega Davide Stasi. «Resta in pista l’emendamento al decreto legge Aiuti bis che dovrebbe portare a una limitazione, più o meno drastica, della responsabilità solidale nelle operazioni di cessione ed acquisto dei bonus edilizi e del Superbonus, in particolare». I tempi stringono e bisogna fare presto. «Martedì, alle 12 – chiarisce Stasi – è previsto l’esame del dl Aiuti bis in Aula al Senato, dopo lo slittamento deciso il 7 settembre per il mancato accordo tra i partiti che dovrebbe risolvere il problema del blocco dei crediti d’imposta. Intanto, sono fermi molti cantieri per la difficoltà di cedere alle banche i crediti da bonus edilizi». Superbonus dunque ad esaurimento.
«Da un punto di vista formale – prosegue Stasi – nulla vieta di attuare il Superbonus anche se è già stata superata la previsione di spesa statale, perché non si tratta di fondi ad esaurimento, come succede invece per gli incentivi per le auto. Quindi, al momento, possono sicuramente proseguire i proprietari che investono risorse di tasca propria. Per chi opta per la cessione del credito, invece, c’è lo scoglio rappresentato dalle banche che si stanno organizzando per condurre le verifiche attraverso sopralluoghi sui cantieri. Troppo gravoso il carico della responsabilità solidale, in ambito controlli, così come interpretato dall’Agenzia delle entrate nella circolare 23/22 di giugno, e gli istituti di credito non possono che correre ai ripari. A meno che i partiti non decidano per limitare la responsabilità solidale».
Dunque, una situazione certamente complessa. Mentre da un lato, i privati continuano a non trovare più aziende disponibili a realizzare i lavori con i Superbonus e, dall’altro, le imprese possiedono una grossa mole di crediti bloccata nei cassetti fiscali. Difficilissimo ormai, cederli alle banche e prevale grande incertezza e serissima difficoltà di andare avanti. L’aumento delle materie prime ha, inoltre, sancito l’inizio della fine perché i conti non tornano più nel caso di contratti stipulati uno o due anni fa, quando lo scenario economico era completamente diverso da quello attuale.
Source: quotidianodipuglia.it
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