Giambattista
Anastasio
I prossimi mesi potrebbero rivelarsi decisivi per avviare quell’opera di rilancio dei caseggiati popolari di Milano e hinterland che ci si attende da tempo. Il riferimento è agli interventi realizzabili attraverso il superbonus 110% che, solo per quanto riguarda Aler, coinvolgerebbero oltre mille edifici nonché agli interventi per il risanamento dei palazzi di via Bolla. Due progetti che possono entrambi definirsi “macro”, per motivi diversi: nel primo caso conta la numerosità degli stabili coinvolti, nel secondo rileva l’urgenza di risolvere problemi che negli ultimi due decenni si sono pericolosamente incancreniti. L’uso del condizionale, ad oggi, resta d’obbligo su ambo i fronti. E per un fatto di tempistiche: in un caso servono tempi più ampi, nell’altro tempi celeri. Questa è la convinzione di Domenico Ippolito, direttore generale di Aler Milano.
Ippolito, perché la preoccupa lo stato del dibattito sul superbonus 110%? “Perché Aler Milano è, a livello nazionale, l’azienda di edilizia pubblica che ha messo in preventivo il maggior numero di interventi da realizzare attraverso il partenariato pubblico-privato. Parliamo di lavori che valgono 800 milioni di euro e coinvolgono oltre mille edifici tra Milano e hinterland. Aler cede il credito, il privato fa i lavori. Ma perché tutto possa andare a dama, occorre che il Governo proroghi il superbonus fino al 2026, armonizzandone la scadenza con quella del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). È questo il punto. La proroga è stata chiesta ma ancora non sappiamo se ci sarà. Il rischio è che questo nostro impegno, titanico, sia vanificato da una tempistica stringente”.
Qualora non ci fosse alcuna proroga, a quanta parte di quegli 800 milioni di euro di interventi bisognerà rinunciare? “Dovremmo rinunciare, indicativamente, ad almeno il 70% dei progetti. Quelli partiti o in partenza entro il 31 dicembre 2022 non rischiano, tutti gli altri sì”.
Il superbonus è stato varato dal …
Source: ilgiorno.it
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