Ad oggi, considerando che la proroga contenuta nella Legge di Bilancio 2021 aspetta ancora il vaglio della Commissione Europea, la scadenza prevista per la fine dei lavori relativi al SuperBonus del 110% risulta sinora essere quella del 31/12/2021; troppo poco, se si considera che, a causa anche della pandemia, molti Comuni fissano appuntamenti per l’Accesso agli Atti anche a 60 giorni dalla richiesta.
Accesso, come sappiamo, indispensabile per le verifiche urbanistico-edilizie necessarie prima ancora di poter decidere se affrontare seriamente l’argomento oppure no. Senza contare che in alcune zone della Penisola non si hanno certamente a disposizione 12 mesi per poter mettere in opera, a livello meteorologico, un eventuale cappotto (ma forse la metà) e che ad oggi mancano indubbiamente “le braccia” per svolgere il lavoro (braccia che, anche se rintracciate, dovrebbero essere poi “formate”).
E’ un dato di fatto, seppur tardivamente “svelato” dal precedente Governo (ma ben prima da me, come ricorderete, in diversi articoli ipotizzato), che il SuperBonus (qui al 110%, in altre parti d’Europa con diversi incentivi) sia legato a doppio filo indissolubile con il Recovery Fund e le successive definizioni, più o meno fantasiose del medesimo; è certo che una buona parte di tale finanziamento Europeo a fondo più o meno perduto debba essere speso per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio privato, perché perciò “tergiversare”?
E’ altresì un dato di fatto appurato ormai da tempo, tant’è che diverse precedenti normative finanziarie fissavano sin da subito tempi molto più lunghi per il settore Condominiale rispetto a quello edilizio monofamiliare, che le comunità condominiali avrebbero bisogno di molto più tempo delle mono-proprietà per decidere e poi avviare lavori, fra l’altro ovviamente ben più complessi rispetto ad una villetta. Si vuole veramente far accedere anche gli edifici in Condominio a questa opportunità?
Dai ministeri competenti trapelano voci di ogni tipo, dal prolungamento sostanzioso (dovrebbe essere pari ai tempi previsti dal Recovery Fund se si volesse “usare” anche detta spesa quale “prova” del giusto investimento per ottenere man mano negli anni le successive rate previste) sino all’idea di abbassare il 110% al 75% (“perché al massimo così nel resto d’Europa”).
Facciamo chiarezza una volta per tutte, facciamolo in fretta così da poter programmare le pratiche ed i lavori con la giusta ponderazione e, sicuramente, vogliate ragionare bene sulla questione.
Partiamo ad esempio dalla fine, per carità scordiamoci il 75% (o anche l’85%, anch’esso in alcuni casi ipotizzato), noi Italiani non siamo Danesi, Svedesi, Olandesi o Tedeschi (i quali già 20/30 anni fa neppure prendevano in considerazione un acquisto di un immobile non contabilizzato, perché altrimenti avrebbero inquinato …), il Bonus del 75% non è certo una novità, è esistito per anni in precedenza ed il successo di tale “opportunità” fiscale è risultato risibile, quasi non considerabile; negli ultimi mesi, oltre più, diverse Assemblee si sono sciolte, per abbandono da parte dei partecipanti, quando è risultata ipotizzabile, a fronte di possibili lavori “gratis” anche di 500/600 mila Euro (senza contare la successiva ottenibile forte rivalutazione del valore dell’immobile), una spesa pro-capite di 200/300 € per le pratiche burocratiche da anticiparsi o per le eventuali spese, non detraibili, relative a necessari interventi per sanare incongruità edlizio-urbanistiche, “perché i Condòmini si erano radunati solo perché credevano che tutto fosse gratis”, non certo per poi inquinare meno, spendere meno a livello energetico, preservare il nostro pianeta per il bene dei figli o nipoti; perciò qualsiasi cosa che non sia al 110% risulterebbe, ahinoi, un buco nell’acqua.
Anche un prolungamento risibile (un anno, o peggio 6 mesi (poi “allungabili”) come previsto dall’ultima Legge di Bilancio) non aiuterebbe granché, se consideriamo i tempi di studio e di delibera (allungati altresì dalla pandemia in corso), quelli di messa in opera una volta rintracciate le “braccia” necessarie, l’imprevedibile situazione meteorologica ed il rischio fiscale ed economico che si correrebbe qualora i lavori non si completassero nei tempi previsti; per piacere, l’idea, imposta o meno dalla Commissione Europea, è indubbiamente encomiabile, ma abbiate il coraggio necessario per prevedere da subito tempi congrui per poter programmare con la dovuta calma, senza rischiare di farsi prendere dalla fretta e di cadere magari nella rete di presunti General Contractor “furbetti” che puntano più ad incassare le penali da parte dei Cittadini, piuttosto che voler realmente portare a termine l’operazione; senza contare l’altrimenti quasi certa “sfiducia”, se ben ragionata, con i tempi brevi oggi previsti, che indurrebbe la gran parte dei Condòmini a declinare l’idea e a lasciar stare, perdendo una grande opportunità e togliendoci la possibilità di poter provare all’Europa di aver speso bene parte delle sovvenzioni, così da poter poi incassare le restanti rate delle stesse.
Cerca: superbonus scadenza
Source: condominioweb.com
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.