Cantieri fermi, con ponteggi e gru che non si muovono da mesi. Magazzini edili che stanno sollecitando il pagamento a delle imprese che non hanno soldi. O meglio non hanno liquidità, quella vera, ma di contro hanno tanti crediti nei cassetti fiscali che non riescono più a cedere a nessuno perchè le banche “hanno chiuso i rubinetti”.
Ecco gli effetti negativi del Superbonus 110%: una misura di incentivazione del Governo Conte, introdotta dal decreto-legge “Rilancio” del 19 maggio 2020, che puntava a rendere più efficienti e più sicure le abitazioni attraverso un meccanismo che prevedeva la possibilità di effettuare i lavori a costo zero.
Un affare goloso, forse troppo. Che ha portato alla nascita di nuove imprese edili e alla corsa alla cantierizzazione, tanto che si è assistito ad una fase in cui era difficile trovare il materiale per allestire un ponteggio e alla carenza di professionisti di settore. Con un conseguente aumento delle materie prime.
Incentivi che, di fatto, hanno drogato il mercato dell’edilizia. Un settore che oggi si trova in affanno con ben 33mila imprese a livello nazionale che rischiano di fallire perchè hanno troppi crediti: parliamo di benefici fiscali da cedere ma che nessuno si vuole accollare.
Sulla vicenda ha deciso di intervenire anche il Codacons, presentando un esposto a 104 Procure, ad Abi, Bankitalia e alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a tutela di committenti, imprese e lavoratori.
“Le banche più importanti – e figurarsi le piccole – avrebbero esaurito i plafond e starebbero comunicando ai clienti di non poter più sottoscrivere nuovi contratti di cessione dei bonus – scrive il Codacons nell’esposto – Il rischio maggiore è che le imprese edili chiamate ad effettuare il cosiddetto “sconto in fattura” potrebbero non riuscire più a cedere i crediti fiscali acquisiti, soprattutto nel caso di lavori di una certa entità. Riuscire a finire gli interventi già cominciati è di importanza prioritaria, non solo per i cittadini che devono pagare opere che rischiano di rimanere incompiute, ma anche per le aziende edili coinvolte. La maggior parte delle banche e delle compagnie assicurative hanno infatti sospeso il servizio e quelle che al momento accettano nuove pratiche hanno rivisto al rialzo le trattenute applicate ai clienti. Ben 33mila imprese artigiane rischiano quindi di fallire a causa di tale situazione e più di 150mila lavoratori potrebbero perdere il posto”.
Una situazione che per molti era prevedibile e che è stata sottovalutata. Inoltre ci sono state una serie di manovre correttive in corso d’opera che hanno generato confusione e creato molte zone d’ombra in cui si sono inevitabilmente insinuati “esperti della truffa”. Eclatante il caso della maxi truffa da oltre 770 milioni di euro legata al bonus in Campania per lavori mai eseguiti su edifici inesistenti.
Ecco perché il Governo Draghi avrebbe stretto le maglie a questa tipologia di incentivi e starebbe ragionando su uno stop definitivo alla proroga.
Source: varesenoi.it
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