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Un’autostrada per il superbonus richiesto a gran voce dal Movimento 5 stelle ma affatto sgradito anche a Lega e Partito democratico. È quanto ha prospettato Mario Draghi nelle risposte alle sollecitazioni che sono arrivate dal dibattito parlamentare. Un pressing che ha fatto breccia. Uno degli ambasciatori pentastellati racconta che dopo aver sbattuto sulle perplessità del ministro dell’Economia Daniele Franco, gli sherpa del Movimento abbiano puntato direttamente sul premier, che dopo averne soppesato pro e contro si è convinto dell’importanza del progetto sia da punto di vista industriale sia per i benefici ecologici che rientrano in pieno nelle nuove linee direttrici del progetto.
“Sono d’accordo”, ha detto il presidente del Consiglio in risposta a quei parlamentari che ne lamentavano gli eccessivi cavilli burocratici che ne frenano l’utilizzo, “il superbonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse. Entro il mese maggio interveniamo con importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare”.
Le norme sono allo studio da tempo, e potrebbero rientrare nel decreto sulla transizione ecologica che sta mettendo a punto l’omonimo ministero, e che insieme al dl sulle Semplificazioni costituirà il primo vero avvio del Recovery plan. La prima bozza redatta dall’ex dicastero dell’Ambiente introduce in effetti novità corpose, destinate, se verranno effettivamente approvate, a rispondere a tanti dei malumori pentastellati.
Si punta a semplificare accesso e procedure, risolvendo anzitutto uno dei nodi principali. Gli studi di fattibilità, infatti, spesso si sono arenati di fronte a abusi negli stabili interessati, anche se, come nel caso di condomini numerosi, riguardavano una percentuale minima dell’edificio in questione. Criticità che la nuova formulazione supererebbe, perché l’obiettivo della norma riscritta, spiega la relazione allegata, sarebbe quello di evitare che l’irregolarità che riguarda una singola unità immobiliare impedisca alle altre di acquisire la certificazione di “stato legittimo” e accedere così alle detrazioni. Altra novità non di poco conto è l’estensione dell’ecobonus anche ad alberghi e pensioni, categorie di immobili che fino al momento ne sono escluse. Misure che, ha spiegato il presidente di Confartigianato Marco Granelli, “coinvolgono 1 milione di imprese del sistema casa con 2,3 milioni di addetti”, con il conseguente impatto su tutta la filiera del comparto.
Soddisfatto il Pd, esultano i 5 stelle. Draghi ha assicurato che la misura verrà estesa fino a tutto il 2023, impegno che viene recepito nella bozza del nuovo decreto. Nel fondo complementare al Piano di ripresa e resilienza sono stati stanziati gli 8 miliardi che coprono i lavori per le case singole fino a giugno del 2022, quelli sui condomini fino al dicembre di quest’anno e quelli delle case popolari fino alla fine dell’anno prossimo. Le coperture per l’anno che verrà “saranno inserite nella prossima legge di bilancio”, ha assicurato il presidente del Consiglio.
Su questo punto i pentastellati non mollano: “Ottimo semplificare – dice un 5 stelle di rango molto attento al dossier – ma bisogna anticipare i tempi entro l’inizio del secondo semestre, per permettere le programmazioni aziendali e industriali”. Tradotto: occorrono 10 miliardi, tanti ne servono per estendere la misura fino a fine 2023, e servono entro giugno.
“Improbabile che ciò avvenga – ragiona chi ha confidenza con il premier – l’apertura è stata massima, la coperta è larga, ma non infinita”. I pentastellati guardano a Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica con il quale vantano un buon rapporto, ma i margini sono ampi. La “volontà politica” richiesta al premier è stata conquistata, per i soldi bisognerà attendere.
Source: huffingtonpost.it
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