Una truffa «tra le più grandi che la Repubblica abbia mai visto». Una norma che «prevede pochissimi controlli». Sono durissime le critiche che il premier Mario Draghi e il ministro dell’economia Daniele Franco hanno espresso in conferenza stampa nei confronti del superbonus, un provvedimento che presto sarà modificato attraverso un emendamento da presentare alle Camere perché sia reso più efficiente e perché non si ripetano abusi. E un attacco che proviene da fonti così autorevoli non poteva certo passare sottotono: il M5S, secondo alcune indiscrezioni, vuole chiedere a Franco di riferire in Parlamento: «Attribuire i 2,3 miliardi di frodi al Superbonus è semplicemente una falsità».
Oggetto di critiche
Da tempo il superbonus – una misura per la quale sono stanziati fino alla fine del 2022 ben 18 miliardi – era entrato nel mirino delle critiche, vuoi per la sua (poca) equità, vuoi per il ripetersi di truffe scoperte dalla Guardia di Finanza e dalla Agenzia delle Entrate. Oggi Draghi ha reso esplicito che i dubbi tormentano anche Palazzo Chigi. «Non è che l’edilizia senza il superbonus non funziona – attacca il presidente del consiglio in conferenza stampa -. L’edilizia si è giovata del superbonus» ma va avanti lo stesso, «altrimenti tutti i Paesi starebbero a zero». «Alcuni di quelli che più tuonano sul superbonus sono quelli che hanno scritto questa legge senza» prevedere «sufficienti controlli». Se in Italia ci sono casi di frodi è perché , osserva Draghi « si è voluto costruire un sistema che prevede pochi controlli».
Operazioni sospette per 4 miliardi
Daniele Franco rincara poi la dose: « Sui bonus edilizi si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio» le operazioni, «tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto». Premier e ministro confermano poi che le inchieste della magistratura hanno già portato al sequestro di 2,3 miliardi di euro per operazioni indebite ma le operazioni sospette ammontano a 4 miliardi. «Dire che i problemi che adesso si manifestano dipendano dai controlli, non credo, dipendono dalla massiccia azione della magistratura penale che interviene su un contesto che prima era poco regolato» conclude Franco.
La cessione dei crediti
Il punto debole del meccanismo, pare ormai accertato, è la cosiddetta cessione dei crediti: chi fa domanda per il superbonus cede poi il beneficio ad altri soggetti, dando vita a una sorta di «moneta fiscale» come l’ha definita il ministro dell’economia e finendo per finanziare lavori per ingenti somme al di fuori del perimetro previsto dalla legge.
Source: corriere.it
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