Demolizione e ricostruzione sempre in maniera fedele su area vincolata
Quindi chi vuole intervenire su un immobile situato in area vincolata deve farlo sempre in maniera fedele. E questo anche nei casi in cui sia senza tutela diretta o incompatibile architettonicamente ed esteticamente con il paesaggio in cui si trovano.
Anche gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti non possono modificare prospetti, sagoma, sedime, caratteristiche planivolumetriche, tipologiche dell’edificio preesistente e infine incrementare la volumetria.
Un’opinione che vira in maniera opposta a quella del Consiglio superiore, come abbiamo visto sopra, che invece allentava le restrizioni solamente sugli immobili inseriti in aree con vincolo paesaggistico, ma privi di riconosciuto valore storico, artistico o architettonico.
Nella risposta si riferisce la clausola di salvaguardia agli “immobili” in generale, termine con cui si intende sia gli ambiti sottoposti a vincolo, sia gli edifici ricompresi nei medesimi ambiti.
La normativa coinvolge anche i fabbricati, situati in ambiti tutelati, che potrebbero presentarsi privi di pregio e non solo quelli con caratteri intrinseci di pregio architettonico.
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Quindi, con il concetto di tutela paesaggistica s’intende preservare la conformazione dello stato dei luoghi, salvaguardando il territorio dalle modifiche esteticamente percepibili, tra cui anche gli interventi su edifici situati in aree vincolate. Per cui viene dato valore al concetto di tutela del paesaggio, che si attribuisce alla “forma” del territorio, secondo quanto afferma la Corte costituzionale: “Il concetto di paesaggio indica, innanzitutto, la morfologia del territorio, riguarda cioè l’ambiente nel suo aspetto visivo” (Corte, cost. n. 367 del 2007).
Per cui, il limite della fedele demolizione e ricostruzione, vale non solo per gli immobili di pregio architettonico, ma anche gli edifici ricadenti in ambiti tutelati, in apparenza senza pregio.
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Foto di copertina: iStock/Mauro_Repossini
Source: ediltecnico.it
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