

La cessione del credito
Il decreto rilancio ha rivisto e ampliato una norma che già esisteva, con molti paletti e a particolari condizioni, per il superbonus e che prevede due strade alternative alla detrazione: la prima è chiedere uno sconto in fattura direttamente all’impresa che fa i lavori; lo sconto ottenuto si trasforma in credito fiscale per l’impresa che può a sua volta cederlo a terzi. Se lo sconto è uguale all’importo dei lavori il contribuente non deve avere più nulla dal Fisco, se invece lo sconto è inferiore al 100% di quanto pagato all’impresa la parte rimasta a carico del contribuente ha diritto all’agevolazione fiscale. La seconda possibilità è cedere il credito a un terzo, tipicamente a una banca (ma al business possono partecipare anche assicurazioni o altre società finanziare non bancarie), che acquisisce il credito a un prezzo ovviamente inferiore al valore nominale. Il credito non può essere ceduto da chi non ha nessun tipo di reddito, nemmeno figurativo, mentre può essere ceduto da chi ha redditi non imponibili Irpef, come nel caso di chi vive ricavando redditi da locazione su cui paga la cedolare secca.
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