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Superbonus e non solo, ecco il risveglio del mattone: +11% da ottobre 2020. «Ma mancano gli… – corriereadriatico.it

ANCONA –  Tra Bonus e Recovery Plan, il settore dell’edilizia nelle Marche fa segnare un trend di crescita importante che lo candida a volàno dell’economia post Covid. La dimostrazione plastica la dà il superbonus 110% per le ristrutturazioni, che nella nostra regione si è tradotto in 300 cantieri avviati, ma la stima è che entro settembre possano superare i 1000. In generale, da ottobre 2020 le costruzioni hanno registrato aumenti medi dell’11%, con picchi nelle province di Macerata e Ascoli dove, con le ultime ordinanze, la ricostruzione sembra marciare a passo più spedito. 

 

A tracciare il quadro ci pensano i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil che, scandagliando i dati delle casse edili, hanno osservato come le ore lavorate in edilizia siano aumentate del 7,4% (da 3,920,000 a 4,211,000) ed il totale dei lavoratori impiegati nel settore sia passato da 12mila circa a 13mila unità. Anche il numero delle imprese ha fatto registrare un + 3,27%, andando da 3064 a 3164. «A differenza degli altri settori manifatturieri – osserva Daniele Boccetti della Fillea Cgil, che insieme ai colleghi Christian Fioretti della Feneal Uil, e Luca Tassi di Filca Cisl, ha tracciato un bilancio degli ultimi mesi –, l’edilizia riesce a catturare investimenti pubblici e privati. Dal Recovery alle misure sul 110%, passando per il Bonus facciate, tutti parlano di edilizia. 

A livello territoriale, inoltre, le Marche sono interessate anche dalla ricostruzione post-sisma, dove c’è stato un cambio di passo e in provincia di Macerata, Ascoli e Fermo si stanno muovendo milioni di euro. Ma pensiamo anche all’edilizia scolastica ed ospedaliera». Fin qui le note positive. Poi ci sono i rischi che, come sottolineano i sindacati, possono nascondersi dietro ad un boom di questa portata. «È evidente che ci sia bisogno di un contesto di regole certe e chiare – prosegue Boccetti –. A livello nazionale si sta invece ragionando su una semplificazione molto spinta, dando la possibilità di liberare il sub appalto anche fino al 100%, e sta tornando la logica del massimo ribasso: insidie che sono dietro l’angolo e che rischiano i rendere il settore una giungla». 

Discorso a parte merita il tema degli infortuni sul lavoro, cresciuti con l’aumento delle attività e, per tenere alta l’attenzione, nell’ambito della mobilitazione “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro” promossa da Cgil Cisl Uil, per il 26 maggio è stato organizzato il Flash Mob #BastaMortiSulLavoro ad Ancona. «La sicurezza nei cantieri edili – tuonano i sindacati – deve tornare ad essere la priorità per il settore. Registriamo, al netto dell’anno anomalo della pandemia, che nel 2019 quello delle costruzioni risultava essere ancora il settore a più alto rischio di infortuni gravi: si erano registrati cinque incidenti mortali sui 20 totali delle Marche. Inoltre – accendono un faro le sigle –, dal 2015 al 2019 gli infortuni denunciati nell’edilizia rappresentavano in media il 10% del totale di quelli denunciati nella regione». 

In questo contesto, i sindacalisti rivolgono un appello anche alla Regione affinché faccia la sua parte per rilanciare e finanziare la formazione professionale: «non c’è la forza lavoro di cui ci sarebbe bisogno e la domanda delle aziende rischia di essere inevasa. C’è bisogno di creare le condizioni perché la formazione funzioni, per immettere nuove professionalità nel settore e per riconvertire le vecchie ai nuovi mestieri».



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Source: corriereadriatico.it

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