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Superbonus e rincari, i prezzi dei materiali salgono alle stelle – Il Friuli

Fino alla prossima legge di bilancio 2021, il termine per il superbonus del 110%, misura di incentivazione, introdotta a maggio 2020 che punta a rendere più efficienti e più sicuri gli edifici, è stato prorogato fino al 30 giugno 2022Nel caso dei condomini è possibile un’ulteriore proroga di sei mesi se entro tale data sono stati ultimati almeno il 60% dei lavori, arrivando così al 31 dicembre 2022.

I lavori assistiti dal bonus fiscale al 100%, però, devono fare i conti con la burocrazia e l’andamento fuori controllo dei prezzi sul mercato dei materiali. A confermarlo Roberto Contessi, presidente dell’Ance Fvg (Associazione costruttori edili). “Ci sono gli immancabili problemi di ordine burocratico – conferma Contessi – perché le pratiche per ottenere il bonus sono complesse, particolarmente dispendiose e tali da causare non pochi grattacapi a causa della difficoltà di ottenere la conformità per il fabbricato. Per lo meno questo ostacolo pare essere stato superato, nel senso che il professionista può presentare una Cila (Comunicazione iniziativa libera) che permette di procedere con i lavori perché lo solleva dalla necessità di verificare la conformità prima del loro avvio. Spesso, nel caso di edifici molto vecchi, questo certificato era impossibile da ottenere a meno che non fossero avviate le pratiche per le sanatorie. La Regione è corsa ai ripari con la legge 6, che permette al committente, a fronte di piccole sanzioni, di mettere tutto a posto a patto che si tratti di piccole difformità e non certo di veri e propri abusi edilizi. Di fatto però questo ostacolo ha bloccato per mesi le pratiche dato che i Comuni non riuscivano a far fronte alle richieste”. 

Come spesso accade, i problemi non arrivano mai da soli: ora di mezzo si è messa pure la speculazione: “Altra questione, ben più difficile da risolvere – sottolinea il presidente dell’Ance – è quella del pesante rincaro dei prezzi delle materie prime. Di fatto questo rialzo sta bloccando molti dal partire con i lavori, anche perché ormai resta poco tempo per completarli. Aspettiamo che sia ufficializzato il rinvio del termine che, a livello nazionale prevede attualmente per i condomini il 31 dicembre del prossimo anno. Potrebbe slittare al 2023 per lo meno per i condomini dove i lavori hanno raggiunto il 60%. Questo slittamento dei termini permetterebbe probabilmente anche di calmierare i prezzi dei materiali che negli ultimi sei mesi hanno subito un’impressionante impennata dei prezzi e stanno creando anche problemi di reperimento. Altrimenti molti semplicemente non partiranno con i lavori. Chi ha firmato un contratto basato su un certo preventivo si trova nella situazione di non poter andare avanti e blocca il cantiere. L’effetto calmierante della dilazione sarebbe immediato, perché darebbe più tempo alle aziende per reperire i materiali senza essere strozzati”. 
Per fortuna, sul versante del credito la situazione è meno complicata: “E’ ovvio che le banche, a fronte dell’anticipazione chiede garanzie. Sebbene le banche si siano attivate subito e siano rimaste bloccate a causa della burocrazia, ora sono più veloci. Ovviamente, in caso di prefinanziamento, quando cioè si va in banca per ottenere un anticipo, bisogna affrontare tutti i passaggi resi indispensabili quando si tratta di ottenere un credito. Da questo punto di vista il fatto che sia l’impresa a fare sconto in fattura può rendere tutto è più veloce, ma costa un po’ di più. Come sempre in Italia le cose sono sempre più complicate del dovuto. Ricordo che, dal punto di vista energetico, quello dello Stato non è un regalo, ma un investimento vero e proprio, perché gli interventi riducono sostanzialmente i consumi e dunque l’inquinamento”.

Source: ilfriuli.it

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