In materia di Superbonus, purtroppo, nonostante le decine di modifiche effettuate fino a oggi, molti aspetti rimagono materia oscura o comunque incerti anche a livello legale. Si va ad interpretazione, e si sa che quando è così capitano i guai tra cittadino, ditta e imprese. Come sottolinea lo stesso Sole24Ore, i punti del comma 5-bis dell’articolo 119 sull’irrilevanza “delle violazioni meramente formali e limitazione di quelle rilevanti al singolo intervento irregolare“, sono apparsi molto ingarbugliati anche agli addetti ai lavori.
Immobili locati da imprese
L’Agenzia delle Entrate ha esaminato un caso dove l’immobile è di proprietà di un soggetto che non ha diritto al Superbonus (un’impresa individuale o una società), ma viene affittato ad una persona fisica, che, invece ne ha diritto. In questo caso, il Fisco afferma che se l’immobile appartiene all’impresa, il bonus 110% non va concesso ma c’è un’interpretazione molto complicata se messa al confronto con il dato letterale delle norme. In teoria andrebbe valorizzato chi utilizza l’immobile, quindi il locatore e non il proprietario ma questo principio, è inefficace se l’edificio “composto da più unità immobiliari” è “interamente di proprietà o in comproprietà di soggetti” non agevolabili come sono le imprese. C’è un però: se l’abitazione è usata dalla persona fisica che “non abbia accesso autonomo e sia funzionalmente indipendente“, si può introdurre “una preclusione al bonus per tutti i soci di società commerciale che utilizzano (anche con contratto registrato di locazione o comodato) l’unità immobiliare residenziale di proprietà della società“. Ecco, ad esempio, uno dei tanti nodi irrisolti e incoerenti della legge sul Superbonus.
Il trattamento contabile
Un’altra problematica riguarda la fiscalità dei bonus in materia di reddito d’impresa, dopo che l’Oic ha pubblicato il documento in cui la detrazione viene assimilata “a un contributo in conto impianti“, scrive IlSole24Ore. Anche in questo caso, l’interpretazione che va per la maggiore sostiene che questi bonus creano materia imponibile per una combinazione “sfortunata” tra la derivazione dal bilancio e l’assenza di una norma che elimini questa conseguenza. In conclusione, quanto accaduto nel 2021 non ha cambiato le carte in tavola visto che lo scorso anno si è chiuso senza un “navigatore” che fosse in grado di guidare le voci ecomichie al di là del Superbonus che, per numerose imprese, rappesentano ingenti quantità di denaro.
L’auspicio, adesso che siamo tornati alla normalità post-Covid, è che si possa riavviare la macchina delle agevolazioni con norme chiare che non diano adito a interpretazioni soggettive e non mettano in crisi cittadini e imprese.
Source: ilgiornale.it
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