Non è stata accolta la proposta di Anci di ricomprendere, tra gli Interventi del “Superbonus edilizio 110%”, gli immobili di proprietà dei Comuni (e per come è impostata ad oggi l’agevolazione non poteva essere diversamente, stante l’esclusione degli Enti Locali da imposizione diretta ai sensi dell’art. 74, comma 1, del Dpr. n. 917/1986), né gli Alberghi.
È uno degli elementi emersi dal Quaderno redatto da Anci dal titolo “Il Superbonus edilizio al 110%: il Modello Cila a seguito del Dl. n. 77/2021”.
Le procedure per l’attivazione del “Superbonus” sono state semplificate dal Dl. n. 77/2021 (c.d. “Semplificazioni e Governance”) pubblicato nella G.U. n. 139 del 31 maggio 2021. Ciò costituisce una risposta alla richiesta che Anci aveva avanzato al Governo per agevolare e accelerare l’attuazione della misura, ritenendo non sufficienti solo le misure di potenziamento del personale introdotte dalla “Legge di bilancio 2021”.
L’art. 33 del Dl. n. 77/2021 ha rivisto la disciplina per fruire del “Superbonus”, stabilendo che, attraverso una “Comunicazione di inizio lavori asseverata” (“Cila”), sia sufficiente attestare gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione, rendendo in tal modo non più necessaria l’attestazione dello stato legittimo che stava ostacolando gli iter burocratici dell’incentivo fiscale.
Le modifiche alla norma apportate dal Parlamento focalizzano l’attenzione del Provvedimento allo stato di fatto degli immobili e non più alla conformità edilizia degli stessi.
Sono state introdotte inoltre misure di particolare rilevanza, quali la deroga alle distanze minime per la realizzazione del cappotto termico e del cordolo sismico, e lo strumento delle varianti in corso d’opera che potranno essere comunicate a fine lavori e costituiranno una integrazione della “Cila” presentata.
Source: entilocali-online.it
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